Cochlearia officinalis
Cochlearia officinalis
La Coclearia medicinale (Cochlearia officinalis L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Capparales, Famiglia Brassicaceae e quindi al Genere Cochlearia ed alla Specie C. officinalis.
Di questa specie si conosce una sottospecie che è la Cochlearia officinalis subsp. integrifolia (Hartm.) Nordal & Stabbetorp.
Etimologia –
Il termine Cochlearia proviene da cochlear, aris cucchiaio: per l’aspetto della siliquetta
L’epiteto specifico officinalis viene da offícina laboratorio medioevale: in quanto pianta usabile in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria e simili.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Cochlearia officinalis è una pianta originario degli ambiente temperati dell’Europa.
Si trova:
– nell’Europa orientale, nella Federazione Russa (all’interno del centro amministrativo di Arkhangelsk, Komi, Murmansk e Nenets );
– in Europa centrale, in Belgio, Germania, Paesi Bassi e Svizzera;
– nel Nord Europa, in Islanda, Danimarca, Isole Faroe, Finlandia, Irlanda, Norvegia , Svezia e Regno Unito;
– nell’Europa sudoccidentale, all’interno della Francia.
Inoltre si è naturalizzata anche in altre parti d’Europa come l’Italia e la Spagna.
Il suo habitat è quello delle regioni costiere e montuose dell’Europa, comprese le Alpi. In Irlanda, preferisce le paludi salmastre, le scogliere e le pareti costiere e le spiagge rocciose e fangose. Nella Scandinavia settentrionale, cresce nelle spiagge di ghiaia, nelle fessure nelle scogliere delle spiagge e nelle paludi salmastre.
Descrizione –
La Cochlearia officinalis è una specie erbacea biennale – perenne che cresce da 10 a 50 cm.
Gli steli sono privi di peli e lunghi peduncoli con foglie carnose.
Le foglie sono a forma di cuore o di rene, le foglie degli steli inferiori formano una rosetta attorno alla base della pianta.
Questa pianta fiorisce da maggio ad agosto, producendo dei piccoli fiori che si presentano nella colorazione bianco o lilla, con quattro petali a margherita.
I fiori sono ermafroditi e vengono impollinati da api, mosche e coleotteri. La pianta è autofertile.
Il frutto è una siliquetta ovoide-globosa lunga 3-5(6,5) mm, generalmente arrotondata all’apice e alla base, stilo di 0,3-0,6 mm. Semi subsferico-ellissoidi, di 1,2-1,5 x 0.9-1,3 mm. marroni o marrone-rossatri.
I semi maturano da luglio a settembre.
Coltivazione –
La Coclearia medicinale è una pianta che cresce allo stato spontaneo nelle regioni costiere e montuose dell’Europa, comprese le Alpi mentre in Irlanda, preferisce le paludi salmastre, le scogliere e le pareti costiere e le spiagge rocciose e fangose ed in Scandinavia settentrionale le spiagge di ghiaia.
Usi e Tradizioni –
La Cochlearia officinalis ha un sapore molto amaro che nel suo utilizzo tradizionale era solitamente mascherata da erbe e spezie.
Un tempo era usata in erboristeria come cura per scorbuto in quanto la pianta contiene vitamina C.
Nicholas Culpeper ha scritto nel suo libro “Complete Herbal” che l’effetto principale positivo di questa pianta è quando viene usata “da coloro che hanno lo scorbuto” e che “è di singolare buon effetto per purificare il sangue, il fegato e la milza, prendendo il succo in primavera ogni mattina a digiuno in una tazza di bevanda”. In questa pianta sono presenti:
– composti organici solforati: glucococlearina, glicoside, che per idrolisi produce isosolfocianato di D-butile (derivato dall’alcool butilico secondario); isosolfocianati di butile (d-sec.) e di isopropile;
– olio essenziale 0,175-0,305 % nella droga secca (3) con 94% di isosolfocianato di butile (d-sec.);
– vitamina B1 502 g % nei rizomi e nelle radici essiccati;
– vitamina C, 0,122-0,239 % nella droga fresca, 0,75-1,82 % nella droga secca.
L’azione farmacologica e le applicazioni terapeutiche della Coclearia sono simili a quelle del Rafano. Il Gerhard esaminando diversi solfocianati ha constatato che quelli a basso peso molecolare sono dotati di un’attività iperemizzante superiore a quelli a peso molecolare più elevato, quando vengono conservati al riparo della luce e impiegati dopo essere stati disciolti in etere acetico. Farebbe eccezione il solfocianato contenuto nell’olio di Nasturzio il quale manifesta un’azione più energica e più duratura dei composti a peso molecolare più basso, quali il solfocianato di isoamile e il solfocianato di fenile.
Le foglie sono state anche trasformate in una birra chiamata “scurvygrass ale”, che è stata occasionalmente rifatta come birra artigianale.
Tra le avvertenze si segnala che un uso eccesivo può causare gastrite.
Modalità di Preparazione –
Siccome la Cochlearia officinalis è di supporto nei casi di digestione lenta o ipocloridria, cioè difficoltà o lentezza nella produzione di acido cloridrico da parte dello stomaco, può essere usata a tal fine avendo cura però di non eccedere in quanto può causare iperacidità e andare ad irritare le mucose intestinali.
La pianta ha anche un leggero potere disinfettante grazie alla presenza e particolare composizione del suo olio essenziale. Sfruttabile per via topica attraverso delle applicazioni di parti della pianta sul punto interessato. Oppure per via interna, attraverso dei collutori, ottenuti pestando e lasciando macerare la pianta fresca in acqua fredda, e infine filtrando prima dell’utilizzo.
Ricordiamo che all’effetto antisettico partecipa anche la vitamina C, che è termolabile e idrofila. Quindi scompare se viene riscaldata, ma viene estratta se macerata in acqua.
Questa pianta, che è poco sfruttata nell’erboristeria commerciale, a causa del suo uso allo stato fresco, viene ancora impiegata nei rimedi casalinghi, se si vive in località in cui cresce e si è esperti nel riconoscerla.
Viene adoperata per creare tinture madri per l’omeopatia; in questo caso bisogna lasciare macerare per almeno una settimana in alcool in modo da ottenere una tintura alcoolica; una variante molto usata è quella di lasciarla in macerazione nel vino bianco.
La Cochlearia officinalis viene sfruttata anche dalla cosmetica; entra, infatti, a far parte della composizione di diverse creme e lozioni, per le più svariate applicazioni: dalla stimolazione alla crescita dei follicoli dei capelli, alle creme scavanger – anti radicali liberi, ai gel disinfettanti.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.