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Come coltivare il lino

Come coltivare il lino

Il lino comune (Linum usitatissimum L., 1753) è una delle prime colture domesticate con reperti databili al 30.000 a.C.. In questa scheda vedremo come coltivare il lino e le condizioni ottimali per la crescita e produzione di questa pianta. Oggi, la pianta di lino, al di fuori delle produzioni intensive, viene usata anche con fini ornamentali, per via dei suoi bellissimi fiori. Oltre alla produzione per fini tessili, che sono ovviamente di natura più intensiva, il lino si può coltivare anche per la produzione dell’olio ricavato dai semi ma anche per l’utilizzo di questi come integratori alimentari. I suoi semi sono infatti ricchi di fibre e omega 3. Sono molto utilizzati nell’alimentazione vegana anche come addensanti.

Il Linum usitatissimum L. comprende numerose forme e i tipi coltivati, distinti in due grandi, gruppi:

il Lino da fibra che comprende le forme a taglia alta, stelo elastico, fibre lunghe e duttili, infiorescenza ridotte, fiori piccoli azzurri o a volte bianchi, semi piccoli e bruni; queste forme prediligono ambienti costieri, freschi, senza forti escursioni termiche;

il Lino da olio che comprende forme a taglia ridotta, a portamento rigido, con steli brevi e robusti, ramificati alla base, con fibre corte e grossolane, infiorescenze molto sviluppate, fiori azzurri e a volte violacei, con semi più grandi, bruni o tendenti al rossastro; prediligono ambienti caldi e assolati. La coltivazione del lino è abbastanza semplice, a condizione che si conosca bene la fisiologia della pianta e le sue esigenze colturali. La semina del lino va fatta nel periodo primaverile, per i tipi primaverili e ad ottobre dicembre, per i tipi autunnali, direttamente in campo; nelle colture intensive questa viene fatta con seminatrici apposite, nelle condizioni di estensioni più piccole o familiari va eseguita distanziando i semi a circa dieci centimetri ed interrando questi ad un cm circa di profondità. L’emergenza delle prime piantine, che sfruttano l’umidità del terreno, dopo le piogge invernali o quelle primaverili,  avviene dopo qualche giorno. Lo sviluppo della pianta si aggira mediamente intorno agli 80 centimetri d’altezza. La fioritura del lino si ha già all’inizio dell’estate quando è possibile ammirare un abbondante fioritura che, a fine stagione, si trasformerà in baccelli dai quali sarà possibile raccogliere i semi. Per la raccolta dei semi la pianta di lino va estirpata e appesa in zona ventilata, lasciandola essiccare. Nelle colture intensive, per la produzione di fibra, la raccolta avviene impiegando estirpatrici meccaniche, mentre per la produzione di olio viene eseguita con normali mietitrebbiatrici. Quando la pianta si mostrerà secca, se si procede con la raccolta manuale, si possono schiacciare i baccelli e prendere i semi al suo interno. Si ricorda che se al nord l’irrigazione può non essere necessaria, al sud bisogna intervenire con 2-3 irrigazioni di soccorso. Nelle colture intensive il lino occupa il primo posto nella rotazione, per cui va concimato di conseguenza; nelle colture di tipo familiare conviene apportare sostanza organica (ottimo il letame maturo) prima della preparazione del terreno. I semi di lino hanno interessanti proprietà alimentari: sono ricchissimi di vitamine del gruppo B, C e A. Il lino è pertanto una pianta importante non solo nel campo tessile ma anche in erboristeria ed in cucina; da questa pianta vengono realizzati anche molti prodotti per la cura del corpo e soprattutto dei capelli. Il lino contiene omega 3 ed è ricco di mucillagini, che aiutano le funzioni intestinali. Viene adoperato nella dieta quotidiana per abbassare il colesterolo e per la protezione dalle malattie cardiovascolari. Per uso alimentare l’olio di lino va adoperato sempre crudo e mai cucinato, perché alle alte temperature irrancidisce. È un olio che irrancidisce e si deperisce facilmente per cui, una volta aperto, va conservato in frigo. Per questo motivo è venduto in bottiglie piccole e scure per essere protetto anche dai raggi U.V..




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