Crataegus pentagyna
Crataegus pentagyna
Il biancospino nero a fiore piccolo (Crataegus pentagyna Waldst. & Kit. ex Willd.) è una specie arborea appartenete alla famiglia delle Rosaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Rosales, Famiglia Rosaceae, Sottofamiglia Maloideae e quindi al Genere Crataegus ed alla Specie C. pentagyna.
Di questa specie si riconoscono due sottospecie:
– Crataegus pentagyna subsp. pentagyna;
– Crataegus pentagyna subsp. pseudomelanocarpa.
Sono siinonimi i termini:
– Crataegus colchica Grossh.;
– Crataegus davisii Browicz;
– Crataegus elbursensis Rech.f.;
– Crataegus klokovii Ivaschin;
– Crataegus melanocarpa M.Bieb.;
– Crataegus oliveriana Bosc ex DC.;
– Crataegus platyphylla Lindl. ex Hohen.;
– Crataegus pseudomelanocarpa Pojark..
Etimologia –
Il termine Crataegus proviene dal greco κράταιγος crátaigos cratego, biancospino (composto da κρᾰταιóς crataiós forte, robusto e da αἴξ, αἰγóς aíx, aigós capra): forse un’allusione al fatto che le sue spine terrebbero lontane perfino le capre.
L’epiteto specifico pentagyna proviene dal greco πέντε pénte cinque e da γῠνή gyné femmina, organi femminili: con cinque ovai e cinque stili.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Crataegus pentagyna è una specie di biancospino originaria dell’Europa sud-orientale che si trova fino al Caucaso.
Il suo habitat naturale è quello di crescita soprattutto nei margini dei boschi.
Descrizione –
Il biancospino nero a fiore piccolo è un piccolo albero alto da 4 a 6 metri, con giovani germogli pelosi. Presenta poche spine, lunghe meno di un cm.
Le foglie sono largamente rastremate o quasi diritte alla base, lobate, di 2,5 – 7,5 cm di lunghezza e quasi o altrettanto ampie. Queste sui germogli sterili sono largamente ovate, la coppia di lobi basali spesso è profonda; sui germogli fioriti le foglie sono più strette, di forma romboidale od obovate, con una base più affusolata; sono di colore verde scuro e leggermente pelose sulla pagina superiore; mentre sono più chiare e maggiormente pelose nella pagina inferiore. Il gambo è lungo fino a 2,5 cm; le stipole sono grandi e profondamente dentate.
È una specie ermafrodita con fiori sono di colore bianco, poco più di un cm di lunghezza di diametro, e sono prodotti nel periodo tra maggio e giugno in corimbi di 5 – 7, c cm di diametro; il calice e gli steli fiorali sono rivestiti di piumino grigio; venti stami, antere rosse, con quattro o cinque stili.
La specie è impollinata dai moscerini.
I frutti sono di colore variabile dal violaceo intenso o scuro a nero, di forma ovale e lunghi quattro o cinque. Frutto nero-viola, ovale, lungo circa 1, 3 cm.
Coltivazione –
Il Crataegus nigra è una pianta che predilige terreni umidi o bagnati e può tollerare la siccità. La pianta può tollerare forti venti ma non di natura marittima. Può tollerare, inoltre, l’inquinamento atmosferico.
È una pianta molto facile da coltivare ed una volta stabilizzato, riesce anche in suoli eccessivamente umidi.
Dal punto di vista pedologico cresce bene su un terreni calcarei ed argillosi.
Per quanto riguarda l’esposizione preferisce quella in pieno sole soprattutto se lo si coltiva per i frutti.
Questa specie si ibrida liberamente con altri membri di questo genere.
Le giovani piante impiegano dai 5 agli 8 anni prima di iniziare a dare frutti,sebbene gli alberi innestati spesso fioriscano abbondantemente nel loro terzo anno.
I fiori hanno un odore fetido, che sa di pesce in decomposizione, fattore che attira i moscerini che sono i principali mezzi di impollinazione. Quando sono appena aperti, i fiori hanno un profumo più gradevole con sfumature balsamiche.
Per quanto riguarda la propagazione si può partire da seme ed in questo caso è bene seminare non appena i frutti sono maturi, nel periodo autunnale, con clima già freddo. In questo caso parte del seme germoglierà in primavera, anche se la maggior parte richiederà probabilmente un altro anno.
Il seme immagazzinato invece può essere molto lento ed irregolare a germogliare; per agevolare la germinazione dovrebbe essere stratificato a caldo per 3 mesi a 15 °C e poi stratificato a freddo per altri 3 mesi a 4 °C. in questo caso potrebbero essere necessari altri 18 mesi per germogliare. Scarificando il seme prima di stratificarlo si potrebbe ridurre questo tempo. Anche la fermentazione del seme per alcuni giorni nella propria polpa può accelerare il processo di germinazione.
Se si coltivano solo piccole quantità di piante, è meglio mettere in vaso le piantine non appena sono abbastanza grandi da poterle maneggiare e coltivare in vasi individuali per il loro primo anno, piantandole in tarda primavera in aiuole o nelle loro posizioni finali. Quando si coltivano quantità maggiori, potrebbe essere meglio seminarle direttamente all’aperto in un letto di semina, ma con protezione da topi e altre creature che si nutrono dei semi. In questo caso bisogna farli crescere nel letto di semina fino a quando sono abbastanza grandi da essere piantati, ma bisogna cimare le radici se devono essere lasciati indisturbati per più di due anni. In generale le piantine non dovrebbero essere lasciate in un semenzaio per più di 2 anni senza essere trapiantate.
Usi e Tradizioni –
Anche se non non ci sono sufficienti menzioni per questa pianta è molto probabile che abbia le stesse caratteristiche fitoterapiche e gli stessi principi attivi di altre specie di Crataegus.
Infatti i frutti ei fiori di molti biancospini sono ben noti nella fitoterapia popolare come tonico per il cuore e la ricerca moderna ha confermato questo uso. I frutti ei fiori hanno un effetto ipotensivo oltre ad agire come un tonico cardiaco diretto e delicato. Sono particolarmente indicati nel trattamento dei cardiopatici che manifestano ipertensione. Per essere efficace è necessario un uso prolungato delle parti di questa pianta.
Normalmente è usata sia come tè che come tintura.
I frutti possono essere mangiati sia cotti che crudi.
Tra gli altri usi si ricorda quello del legno che è pesante, duro, consistente e a grana fine. Questo è utile per realizzare manici di utensili, mazze e altri piccoli oggetti.
Modalità di Preparazione –
Del biancospino nero a fiore piccolo si utilizzano sia le foglie, i giovani getti, i fiori che possono essere preparati per ottenere un tè o delle tinture.
La frutta invece può essere consumata sia fresca che cotta. Questa, inoltre, può essere utilizzata per preparare torte, conserve, ecc. e può anche essere essiccata per un uso successivo.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.