Clinopodium nepeta subsp. spruneri
Clinopodium nepeta subsp. spruneri
La Mentuccia ghiandolosa o Clinopodio di Spruner o Mentuccia di Spruner (Clinopodium nepeta (L.) Kuntze subsp. spruneri (Bioss.) Bartolucci & F. Conti) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Lamiales, Famiglia Lamiaceae, Tribù Mentheae e quindi al Genere Clinopodium ed alla Specie C. nepeta.
È basionimo il termine:
– Calamintha spruneri Boiss.;
Riferimenti bibliografici: Diagn. Pl. Orient. 12: 53 (1853)
Sono altri sinonimi i termini:
– Calamintha glandulosa (Req.) Benth.;
– Calamintha nepeta subsp. glandulosa (Req.) P.W. Ball;
– Calamintha nepeta subsp. spruneri (Boiss.) Nyman;
– Calamintha officinalis Moench;
– Clinopodium calamintha (L.) Kuntze, nom. illeg.;
– Clinopodium officinale (Moench) Gutermann;
– Melissa calamintha L.;
– Thymus calamintha (L.) Scop.;
– Thymus glandulosus Req.;
– Clinopodium glandulosum (Req.) Kuntze
Etimologia –
Il termine Clinopodium proviene dal greco κλίνη cline letto e da πóδιον pódion (diminutivo di πούς, ποδός poús, podós piede) piedino, pedicello, stelo: perché i verticilli fiorali ricordano i piedi torniti e arrotondati di certi letti antichi.
L’epiteto specifico nepeta è in riferimento al genere Nepeta al quale assomigliano queste piante.
Il nome spruneri è stato dato in onore del botanico ed esploratore tedesco Wilhelm Spruner von Mertz (1805-1874) che collaborò agli studi di Boissier sulla flora dei Balcani.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Mentuccia ghiandolosa è una specie a distribuzione mediterranea presente in Italia Centrale e in Sicilia. È ampiamente diffusa in tutta la Sardegna, indipendentemente dal substrato. Predilige i terreni asciutti, talora anche aridi.
In generale cresce in prati, arbusteti e incolti, a volte anche su muri, dal livello del mare a 1500 m.
Descrizione –
Il Clinopodium nepeta subsp. spruneri è una pianta erbacea perenne a base legnosa, Camefita suffruticosa.
Le piante sono formate da una robusta radice strisciante lignificata che emette numerosi fusti, eretti o ascendenti, poco ramificati e variabilmente lignificati. In condizioni ottimali, si presentano come un fitto e voluminoso cespuglio alto 20- 40 centimetri, espanso in maniera variabile, talora anche 40 – 60 centimetri.
I rami hanno la sezione da circolare a quadrangolare, sono variabilmente pubescenti e con brevi ramificazioni nell’infiorescenza che preservano la continuità dell’asse centrale. Per questo motivo, i singoli rami tendono ad assumere un aspetto colonnare.
Le foglie sono opposte e picciolate e hanno un diametro di 10 – 15 millimetri. La lamina varia da sub-rotonda a ovale a rombica. Il margine è debolmente dentato e i denti sono arrotondati e orientati verso l’apice. Entrambe le facce sono tomentose e glandulose in maniera variabile.
I fiori sono raccolti in verticillastri formati da 2 a 10 – 15 elementi per lato. I verticillastri sono ampiamente e irregolarmente ramificati. I singoli fiori sono portati da pedicelli che si accrescono nella fase successiva alla fecondazione.
Il calice è campanulato, fittamente nervato, debolmente gozzuto, pubescente e ricoperto, spesso in quantità abbondante, da ghiandole sferiche prominenti di colore chiaro o scuro. Alla caduta della corolla, la fauce rimane pressoché occultata da peli biancastri sporgenti. Il calice termina con 5 denti. I 3 superiori hanno una forma triangolare e sono lunghi da mezzo millimetro a un millimetro. I due denti inferiori sono invece lineari e sporgono, rispetto agli altri, di circa mezzo millimetro. L’intero calice è lungo 3 – 4 millimetri, o poco più.
La corolla è bilabiata e ha un colore bianco, rosato o giallastro e mostra evidenti macchie violacee sul lobo centrale del labbro inferiore e presso la fauce. È generalmente pubescente ed è lunga circa 6 – 8 millimetri.
Il periodo di fioritura va dal mese di luglio a quello di dicembre.
Il frutto schizocarpico è un microbasario (tetrachenio o tetranuicula) formato da 4 mericarpi (acheni o nucule) lunghi 1,2 mm, ± ovodi-globosi o oblunghi, di colore castano scuro.
Coltivazione –
Per la coltivazione di questa pianta la condizione più importante è che il terreno sia ben drenato. Si accontenta anche di suoli aridi e siccitosi, purché non ci siano ristagni idrici, ma il substrato preferito è quello calcareo con un pH basico.
Si può seminare nei cassoni freddi e le piantine si dividono in primavera, quando hanno sviluppato quattro o cinque foglie. Può essere coltivata in vaso o in piena terra. La coltivazione in vaso consente di averla sempre a disposizione per gli usi culinari. La pianta, una volta fiorita, può essere tagliata rasa e rispunterà dalle radici rizomatose.
In tarda primavera la semina della mentuccia comune può avvenire in piena terra, senza la necessità di trapiantarla.
Questo tipo di menta è una perenne con gemme svernanti, che vengono protette da una pacciamatura data dalle foglie secche o dalla stessa neve.
Piante di una certa grandezza possono essere moltiplicate mediante la divisione dei cespi, in tarda primavera.
La Nepetella non necessita di essere concimata. Coltivata in campo è una pianta adatta ad entrare in rotazione con altre piante che usufruiscono di concimazioni organiche.
Usi e Tradizioni –
L’intera pianta emana un intenso odore aromatico che si può accostare a quello della menta dalla quale è tuttavia diverso. Per distinguerlo è generalmente classificato come odore di “mentuccia”.
Clinopodium nepeta subsp. spruneri è assai affine alla sottospecie nominale (Clinopodium nepeta subsp. nepeta = Calamintha nepeta subsp. nepeta), con cui per i meno esperti può essere confusa.
Il Clinopodium nepeta subsp. nepeta si differenzia dalla subsp. spruneri per essere pianta meno glandulosa ma più abbondantemente pelosa. Inoltre i fiori sono di maggiori dimensioni in tutte le loro parti. In particolare, i due denti calicini inferiori sono marcatamente più lunghi rispetto ai tre superiori. Per un debito confronto, rimando alle immagini allegate.
Tutte le parti della pianta contengono un olio essenziale costituito principalmente da mentolo, borneolo e altri componenti terpenici e hanno un aroma che ricorda quello della menta, ma più intenso e canforato.
Modalità di Preparazione –
La Mentuccia ghiandolosa viene utilizzata per i suoi oli essenziali o consumata in cucina dove si utilizzano le foglie che vengono spesso raccolte come condimento per insalate, frittate e piatti di carne.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.