Cygnus atratus
Cygnus atratus
Il cigno nero (Cygnus atratus Latham, 1790) è un uccello di grandi dimensioni appartenente alla famiglia dei Anatidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Deuterostomia, Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Infraphylum Gnathostomata, Superclasse Tetrapoda, Classe Aves, Sottoclasse Neornithes, Superordine Neognathae, Ordine Anseriformes, Famiglia Anatidae, Sottofamiglia Anserinae, Tribù Anserini e quindi al Genere Cygnus ed alla Specie C. atratus.
Sono sinonimi i termini:
– Chenopis atrata;
– Cygnus chenopis atratus.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il cigno nero è un uccello originario dell’Australia dove nidifica in consistenti colonie ma oggi è diffuso anche in alcune zone dell’Europa e dell’America.
In Italia è occasionale, discendente di esemplari importati che sono fuggiti alla cattività o ne sono stati liberati.
Il suo habitat è quello delle zone ricche d’acqua e di vegetazione acquatica.
Descrizione –
Il Cygnus atratus è un uccello di grandi dimensioni, con una lunghezza fino a 140 cm ed un’apertura alare tra i 160 e i 200 cm con maschio e femmina praticamente quasi indistinguibili.
Si riconosce per l’inconfondibile piumaggio scuro, quasi nero, su tutto il corpo ad eccezione delle remiganti, che sono bianche, ed il becco color rosso attraversato da una striscia bianca nei pressi dell’estremità alla parte opposta dell’attaccamento al capo.
Questo volatile presenta una testa più piccola e un collo più lungo rispetto alle altre specie di cigni.
Le zampe sono di colore grigio scuro.
I giovani cigni hanno piumaggio grigio scuro fino ai tre anni (raggiungimento dell’età riproduttiva).
Biologia –
Il Cigno nero è strettamente imparentato con il cigno reale, del quale viene simbolicamente identificato come il negativo speculare.
Questa specie forma coppie che rimangono fisse per sempre e costruisce e fa il nido nascosto dalla vegetazione in prossimità dell’acqua, solitamente canne con paglia ed erbe secche, che la femmina riveste internamente con piume che si strappa dal ventre.
All’interno di questo nido vengono deposte da 5 ad 8 uova, che hanno un guscio biancastro, e che vengono covate da entrambi i genitori in media fra i 36 e i 40 giorni.
I pulcini, con piumino grigiastro e becco scuro, sono già autosufficienti al momento della schiusa, ma seguono e sono protetti dai genitori. Nel periodo riproduttivo il maschio è molto geloso ed aggressivo. Nella restante parte dell’anno il Cigno nero convive tranquillamente con altre specie di Anatidi, anche di taglia inferiore alla sua. Nel periodo della muta, che dura alcuni giorni, non è in grado di volare.
Ruolo Ecologico –
Il cigno nero fu conosciuto in tutto il mondo occidentale solo in seguito al 1697, anno in cui venne scoperto nel continente australiano ad opera di Willem de Vlamingh.
È un uccello di costumi stanziali che migra spesso a seconda del clima, sfuggendo i periodi di maggiore siccità.
È un ottimo volatore anche se il decollo è un po’ laborioso.
Come gli altri cigni è erbivoro, nutrendosi fondamentalmente di vegetali che preleva sia nei fondali tramite l’immersione del lungo collo, sia sulla superficie dell’acqua, sia da rami sporgenti che sulla terraferma, ed accidentalmente onnivoro, ingerendo minuscole forme di animali frammiste alle alghe ed erbe acquatiche.
Per quanto riguarda i suoi rapporti con la specie umana i Cigni sono animali selvatici in grado di vivere autonomamente rispetto all’uomo a meno d’esser limitati/condizionati diversamente (taglio ali, separazione dai genitori prima della completa maturità, allevamento in cattività, legami affettivi, ecc.) o siano costretti a subirne l’alterazione distruttiva dell’habitat causata da attività o manufatti, come: infrastrutture nei corsi d’acqua, prosciugamento dei bacini, strutture elettriche aeree, pesca (i cigni risentono di ami, lenze, accidentale ingerimento di piombini), ecc.
Inoltre, l’abitudine di gettare cibo ai cigni per instaurare un contatto utile a socializzare con loro, dovrebbe tener conto – oltre del fatto che essendo animali selvatici ogni contatto con l’uomo è per loro potenzialmente nocivo (poiché rischia di ridurne la sostanziale indipendenza) – che il pane, specialmente se secco o in grossi bocconi, è tutt’altro che il loro alimento ideale; indispensabile al riguardo che sia almeno fornito in piccoli bocconi e sempre pre-ammorbidito/inzuppato d’acqua (eventualmente gettandolo nell’acqua nei pressi del luogo dove nuota il cigno – se acqua poco mossa e pulita), in quantità complessivamente modiche (esiste il rischio che il cigno ne faccia indigestione, causa troppi generosi doni ad opera di ammiratori e turisti), e mai imporlo quale alimento esclusivo dell’animale.
Il Cygnus atratus è presente in numerosi simboli degli stati e dei territori dell’Australia.
Grazie al bell’aspetto è facile vederlo negli zoo di tutto il mondo. Si adatta molto bene alla cattività ed è anche un buon riproduttore.
In Australia il cigno nero è stato a lungo perseguitato dagli aborigeni, che lo ritenevano – per il suo cupo piumaggio – un alleato del diavolo. Risente della caccia e della distruzione del suo ambiente naturale. Oggi la specie è protetta e frequentemente allevata negli zoo e nei parchi.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– C.Battisti, D. Taffon, F. Giucca, 2008. Atlante degli uccelli nidificanti, Gangemi Editore, Roma.
– L. Svensson, K.Mullarney, D. Zetterstrom, 1999. Guida agli uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, Harper Collins Editore, Regno Unito.