Amaranthus cruentus
Amaranthus cruentus
L’Amaranto cruento o Amaranto panicolato (Amaranthus cruentus L., 1759) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Amaranthaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Divisione Magnoliophyta, Classe Rosopsida, Sottoclasse Caryophyllidae, Ordine Caryophyllales, Famiglia Amaranthaceae e quindi al Genere Amaranthus ed alla Specie A. cruentus.
È basionimo il termine:
– Amaranthus hybridus subsp. cruentus (L.) Thell.;
Sono sinonimi i termini:
– Amaranthus paniculatus L.;
– Amaranthus patulus Bertol.;
– Amaranthus chlorostachys Willd.;
– Amaranthus hybridus var. sanguineus (L.) Farw.;
– Amaranthus paniculatus var. sanguineus (L.) Moq.;
– Amaranthus sanguineus L.;
– Amaranthus hybridus subsp. cruentus(L.)Thell.;
– Amaranthus hybridus subsp. paniculatus (L.) Hejný in Dostál.
Etimologia –
Il termine Amaranthus proviene dal greco ἀμᾰραντος amárantos che non appassisce (dal prefisso privativo α- a- senza e da μᾰραίνω maraíno appassire, venir meno).
L’epiteto specifico cruentus viene da crúor, sangue: di colore rosso cupo.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Amaranto cruento è una pianta originaria dell’America centrale, in corrispondenza del Messico, dove questa specie era utilizzata come fonte di cibo in America Centrale già nel 4000 a.C.. Si ritiene che questa specie abbia avuto origine da Amaranthus hybridus, con cui condivide molte caratteristiche morfologiche.
Il suo habitat è quello delle aree del centro America dove è coltivato anche in altitudine fino a circa 2.800 m s.l.m.
Descrizione –
L’ Amaranthus cruentus è una pianta erbacea annuale con altezza variabile, abche in funzione delle varietà, da 0,5 a 2 metri ma che può cresce anche oltre.
Le foglie di diverse forme, da ovale a lanceolate.
I fiori sono riuniti in infiorescenze, che prendono il nome di panicoli, che possono presentarsi erette o pendenti, ramificate, lunghe sino a 90-100 cm, con colorazioni che vanno dal tipico colore rosso (per la presenza di betacianine), al verde o giallognolo.
La fioritura è nel periodo estivo.
Il frutto è un pissidio ovoide compresso, ristretto bruscmente all’apice in un becco cilindrico corto e sottile.
I semi sono compressi, lenticolari, dal contorno circolare, del diametro massimo di 0,9-1,4 mm, bruno-nerastri.
Coltivazione –
L’Amaranto cruento è una pianta che, nelle zone di origine, può essere coltivato ad alte quote, mentre negli ambienti temperati è una tipica coltura primaverile-estiva che si può inserire in rotazioni con cereali, leguminose e ortaggi.
In considerazione delle ridotte dimensioni del seme la preparazione del letto di semina assume una particolare importanza per la buona riuscita della coltura che per questo esige terreni abbastanza sciolti e con pH compreso tra 6 e 7,5.
Nella coltivazione intensiva, la tecnica di semina più impiegata è quella a file distanti 50-60 cm; si può procedere a fila continua (10-12 kg/ha di seme) o ricorrere alla semina di precisione (3-5 kg/ha) con densità molto variabili secondo l’architettura della varietà impiegata; da 20 a 60 piante/m2.
Inoltre questa pianta è coltivata come ornamentale, apprezzata per i suoi pennacchi fioriti simili a piume. Di solito viene coltivato dai semi come un semi-resistente annuale, che viene seminato sotto vetro all’inizio della primavera e piantato in estate.
Per i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.
Usi e Tradizioni –
Amaranthus cruentus era una specie in uso, come fonte di cibo, nel Nord America e America Centrale già nel 4000 a.C..
I semi vengono consumati come i chicchi dei cereali. Questi vengono macinati per ottenere farina, spuntati come popcorn, cotti in un porridge e trasformati in una pasticceria chiamata alegría. Le foglie possono essere cotte come gli spinaci e i semi possono essere consumati sotto forma di germogli.
Inoltre questa pianta rappresenta una importante fonte di sussistenza per gli agricoltori dell’ Africa.
Nel Maharashtra, nel mese di Shravan, durante le feste viene servita una verdura fritta con cocco appena grattugiato.
Gli Zuñi, che sono una popolazione amerindia di agricoltori, utilizzano le pannocchie della pianta, macinata per colorare di rosso il pane cerimoniale.
Le foglie e i fiori schiacciati sono anche inumiditi e strofinati sulle guance come colore rosso.
Modalità di Preparazione –
La pianta di Amaranthus cruentus trova impiego in vari usi e preparazioni.
Viene impiegato per la formulazione di barrette, snack, muesli, semi soffiati, estrusi e altri prodotti come biscotti e pane. Per quest’ultimo impiego però, e in generale per la produzione di paste lievitate, è necessaria la miscelazione con farine di cereali che nel caso di produzioni destinate ai celiaci possono essere a base di mais, sorgo, riso o miglio.
La farina di amaranto non contiene zuccheri semplici e questo, considerato l’elevato contenuto di amilopectina e di zuccheri complessi, consente il suo impiego nelle diete di obesi e diabetici.
Da questa pianta si ottiene un latte che, per il suo ottimo bilanciamento degli aminoacidi e per l’elevato contenuto di calcio, è indicato per l’alimentazione di bambini, anziani e intolleranti al lattosio.
Le foglie possono essere cotte come gli spinaci ed i semi possono essere consumati appena germogliati.
L’olio di amaranto, contenuto nei semi in media per il 6,0%, con il suo tenore di tocoferoli, composti generalmente indicati come vitamina E, insieme allo squalene, trovano impiego nell’industria cosmetica soprattutto nel settore della cura di pelle e capelli.
Altra particolare utilizzazione è quella dell’impiego dell’amido caratterizzato da granuli molto piccoli che possono essere utilizzati come base per aerosol non allergici e anche come sostituto del talco in cosmesi.
Le foglie di alcune varietà particolarmente pigmentate possono essere utilizzate per l’estrazione di un colorante rosso impiegato nell’industria alimentare.
Dell’amaranto il settore cosmetico e farmacologico beneficiano soprattutto dell’elevato tenore di squalene dell’olio, un acido grasso contenuto in media per il 4,6%.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.