Peumus boldus
Peumus boldus
Il boldo (Peumus boldus Molina) è una specie arborea, sempreverde, appartenente alla famiglia delle Monimiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Magnoliidae,
Ordine Laurales,
Famiglia Monimiaceae,
Genere Peumus,
Specie P. boldus.
Sono sinonimi i termini:
– Boldea boldus (Molina) Looser;
– Boldea fragrans (Ruiz & Pav.) Gay;
– Boldoa fragrans (Pers.) Endl.;
– Boldu boldus (Molina) Lyons;
– Boldu chilanum Nees;
– Boldus chilense Poepp. ex Meisn.;
– Peumus fragrans (Ruiz & Pav.) Pers.;
– Ruizia fragrans Ruiz & Pav..
Etimologia –
Il termine Peumus viene da «peumo», un nome che quasi sicuramente deriva dalla lingua indigena Mapuche del Cile.
L’epiteto specifico boldus è in omaggio al botanico spagnolo Boldo.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il boldo è una pianta originaria del Cile centrale e meridionale da dove si è diffusa in molte altre zone del continente sudamericano ed è stata introdotta anche in Europa e nell’Africa del Nord.
Il suo habitat naturale è quello dei pendii asciutti e soleggiati in sistemi vegetazionali leggermente boscosi.
Descrizione –
Il Peumus boldus è un piccolo albero con portamento arrotondato, che va dai 3 ai 5 metri di altezza, con crescita lenta.
La corteccia è di colore grigio e si stacca in piccole placche arrotondate.
I giovani ramoscelli sono leggermente pubescenti, ricoperti di peli fini e corti.
Le foglie sono persistenti, opposte, intere, ovali e coriacee. La parte superiore è rugosa al tatto, di colore verde scuro la parte superiore e chiaro quella inferiore e che gli da un aspetto argentato. Le foglie hanno un forte odore aromatico.
I fiori sono uniti in gruppi di 5 a 12, di color bianco-giallo, con i petali uniti insieme. I fiori maschili e quelli femminili crescono su piante distinte.
I frutti, hanno un diametro fino a 2 cm, sono carnosi e commestibili, dolci e aromatici.
L’antesi è nel periodo che va da dicembre a fine inverno (febbraio).
Coltivazione –
Il Peumus boldus è una pianta che può crescere su terreni rocciosi e poco profondi ma la sua crescita è favorita in suoli profondi e fertili. È una pianta relativamente rustica, che tollera il gelo fino a -10 °C. Ha bisogno di precipitazioni nell’ordine dei 400 ai 800 mm/anno e di un esposizione in pieno sole e mezz-ombra. Comunque questa specie resiste molto bene anche alla siccità.
È una pianta a crescita lenta.
La propagazione può avvenire per seme con semina in semenzaio e trapianto in tarda primavera. In aree fredde si consiglia di dare una protezione invernale alle piante giovani, per i primi due-tre anni.
Si può propagare anche per talea di legno semi maturo, nel periodo di luglio-agosto.
Anche le piante ottenute da talea vanno protette nella prima fase di sviluppo in aree con inverni freddi.
Usi e Tradizioni –
Il Peumus boldus è l’unica specie nota del genere Peumus ed è un’importante medicina tradizionale nella sua area nativa, dove viene raccolta in natura, la pianta sta diventando sempre più popolare nell’erboristeria occidentale.
È un rimedio tradizionale usato dagli indiani Araucani del Cile come tonico. La pianta stimola l’attività epatica e il flusso biliare ed è principalmente apprezzata come rimedio per i calcoli biliari e il dolore al fegato o alla cistifellea.
Come erba medicinale è considerato un colagogo, atto a facilitare la produzione biliare, per lo stesso motivo esercita una blanda funzione lassativa; inoltre viene usato come antiemetico e componente per liquori digestivi. La droga è contenuta nelle foglie e contiene un olio essenziale costituito da: monoterpeni, flavonoidi e alcaloidi (il principale è la boldina). In Cile è usato spesso con il yerba mate per mitigarne il forte sapore. Sempre in Cile, molti anni fa, gli studiosi notarono che le capre che si nutrivano delle sue foglie, non andavano incontro a malattie del fegato; vennero sviluppati vari studi a tal proposito che arrivarono alla conclusione che poteva essere utilizzata con successo nelle affezioni epatiche.
Le foglie sono analgesiche, antisettiche (urinarie), amare, colagoghe, diuretiche, stimolanti e toniche. Le foglie sono impiegate in medicina: rientrano nella preparazione delle boldoflorine.
È spesso combinata con altre erbe come Berberis vulgaris o Chionanthus virginicus nel trattamento dei calcoli biliari.
La pianta viene considerata in Sud America una cura preziosa per la gonorrea.
La pianta viene assunta internamente nel trattamento di malattie del fegato (anche se qui la corteccia è più efficace), calcoli biliari, infezioni del tratto urinario, parassiti intestinali e reumatismi.
È stato usata in passato come sostituta del chinino nel trattamento della malaria.
Dalla pianta si ottiene anche un olio volatile che distrugge i parassiti interni.
Gli alcaloidi contenuti nella corteccia sono uno stimolante per il fegato. Contiene varie sostanze utili ad impieghi terapeutici tra cui: tannini, coloranti ed un olio essenziale.
La corteccia è una fonte di tannino ed è anche usata come colorante.
Dalle foglie si ottiene un olio essenziale deliziosamente profumato.
Le foglie essiccate e polverizzate vengono sparse tra i vestiti per profumarli e respingere gli insetti.
I piccoli frutti vengono essiccati e usati come perline in collane.
Inoltre scaldati leggermente sprigionano il profumo della cannella.
Il suo legno duro è usato per la fabbricazione di strumenti. La corteccia è usata nell’industria conciaria e in quella delle vernici.
Il legno è, inoltre, usato per fare il carbone.
Per uso alimentare la frutta può essere consumata cruda o cotta; è dolce e aromatica e dal sapore gradevole.
Le foglie e la corteccia sono usate come condimento.
Tutte le parti della pianta sono dolcemente aromatiche e le foglie hanno un aroma di limone e canfora.
Si ricorda però che alcune ricerche condotte nel 2009 suggeriscono che gli oli essenziali della pianta, contenuti anche nelle foglie, contengono alcaloidi tossici.
Tra gli altri usi, infine, questa pianta viene impiegata come albero ornamentale nelle zone delle regioni mediterranee dove può essere apprezzata per la sua rarità, per i disegni della sua corteccia e per l’aromaticità delle sue foglie.
Modalità di Preparazione –
Le foglie del Peumus boldus vengono raccolte durante la stagione di crescita e vengono essiccate per un uso successivo
Le modalità di preparazione sono varie, tra le quali l’infuso, la tintura, e soprattutto il decotto da abbinarsi ad altre piante quali il cardo mariano, l’ortica e la fumaria.
Le foglie hanno un forte aroma di legno e sono utilizzate, in America del sud, per preparare infusi, soprattutto in Cile, Paraguay, Argentina e Uruguay viene utilizzata come erba per il tè.
Normalmente viene assunto solo per poche settimane alla volta, sia come infusione che come tintura.
Per uso alimentare la frutta può essere consumata cruda o cotta.
Le foglie e la corteccia sono usate come condimento.
Si consiglia una certa cautela, la pianta non deve essere utilizzata da donne in gravidanza.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.