Euphorbia bracteata
Euphorbia bracteata
La pianta pantofola (Euphorbia bracteata Jacq.) è una specie in forma di piccolo arbusto appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Euphorbiales,
Famiglia Euphorbiaceae,
Sottofamiglia Euphorbioideae,
Tribù Euphorbieae,
Sottotribù Euphorbiinae,
Genere Euphorbia,
Specie E. bracteata.
Sono sinonimi i termini:
– Diadenaria articulate Klotzsch & Garcke;
– Diadenaria involucrate Klotzsch & Garcke;
– Diadenaria pavonis Klotzsch & Garcke;
– Pedilanthus articulates (Klotzsch & Garcke) Boiss.;
– Pedilanthus bracteatus (Jacq.) Boiss.;
– Pedilanthus greggii Millsp.;
– Pedilanthus involucratus (Klotzsch & Garcke) Boiss.;
– Pedilanthus olsson-sefferi Millsp.;
– Pedilanthus pavonis (Klotzsch & Garcke) Boiss.;
– Pedilanthus rubescens Brandegee;
– Pedilanthus spectabilis Rob.;
– Tithymalodes articulatum (Klotzsch & Garcke) Kuntze;
– Tithymalodes bracteatum (Jacq.) Kuntze;
– Tithymalodes involucratum (Klotzsch & Garcke) Kuntze;
– Tithymalodes pavonis (Klotzsch & Garcke) Kuntze;
– Tithymalus aztecus Croizat;
– Tithymalus bracteatus (Jacq.) Haw.;
– Tithymalus eochlorus Croizat;
– Tithymalus greggii (Millsp.) Croizat;
– Tithymalus olsson-sefferi (Millsp.) Croizat;
– Tithymalus spectabilis (Rob.) Croizat;
– Tithymalus subpavonianus Croizat;
– Ventenatia bracteata (Jacq.) Tratt..
Etimologia –
Il termine Euphorbia proviene da “Εὔφορβος Euphorbos” Euforbo, medico greco di Giuba II re della Numidia, che – secondo Plinio – scoprì le virtù medicinali di alcune piante di questo genere; il nome Euforbo deriva da ἐῧ éu bene e da φέρβω phérbo nutrire o da φορβή phorbé nutrimento: ben nutrito. Secondo la Treccani dal latino classico euphorbium/euphorbia.
L’epiteto specifico bracteata proviene dal latino e significa “con brattee”.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Euphorbia bracteata è una pianta endemica del Messico occidentale dallo Stato di Sonora a quello del Guerrero dove è abbastanza diffusa.
Il suo habitat è quello dei terreni pianeggianti o leggermente ondulati e ai margini di boschi di latifoglie aridi, dove cresce ad altitudine tra 300 e 600 m s.l.m..
Descrizione –
La Euphorbia bracteata è un piccolo arbusto perenne sempreverde o deciduo che cresce fino a circa 1,8 m, raggiungendo i 3 m nel suo habitat naturale, e largo 0,9-1,2 m, che si ramifica abbondantemente dalla base.
I rami sono eretti, succulenti, ricoperti di cera, stretti, cilindrici, verdi, scabrosi o poco pelosi e senza foglie prima della fioritura.
Le foglie, appena in prossimità delle punte dei rami, sono ovate, di 4,5-10 cm di lunghezza, 25-6 cm di larghezza, con una spessa nervatura centrale carenata nella parte inferiore, da glabra a pubescente; picciolo lungo 3-4 mm.
Produce un’abbondante fioritura; i fiori hanno brattee di colore rossastro un po’ a forma di scarpa (da cui il nome della pianta).
L’infiorescenza è in cima, ramificata da 1 a 3 vicino alla punta dello stelo. Gli organi fiorali, contenenti parti maschili e femminili separate, sono racchiusi in brattee rotondeggianti rosa rossastre, ovate, lunghe 1,8-4,5 cm, larghe 1,5-3,5 cm. hanno una forma curiosa di colore dal verde pallido al rossastro; peduncolo lungo 4-8 mm, tubo lungo 10-16 mm, sperone lungo 10-15 mm sporgente obliquamente, ampiamente smussato: ghiandole nettarifere 2; stilo fino a 14 mm.
La stagione di fioritura va dalla tarda primavera all’estate.
Si ritiene che il fiore sia impollinato da colibrì e insetti.
Il frutto è una capsula, subquadrata, trilobata superficialmente, di 10-13 mm di diametro, con peduncolo di 7-12 mm.
Il seme è ovoide, di 5-7 mm di lunghezza e 4-5 mm di larghezza.
Coltivazione –
L’ Euphorbia bracteata è una pianta succulenta a crescita relativamente rapida nelle zone con clima mite ed è anche un’ottima pianta da coltivare in vaso in pieno sole o anche ombra parziale. La pianta ha bisogno di acqua da ottobre, quando si possono vedere le nuove foglie formarsi sulla punta in crescita, anche se alcuni suggeriscono di annaffiarla moderatamente tutto l’anno poiché tende ad essere una pianta opportunista che tende a crescere in ogni periodo dell’anno quando ha abbastanza acqua, se in presenza di bel tempo; mentre entra in dormienza quando le temperature sono troppo calde o troppo fresche. Deve essere coltivata comunque, se possibile, in condizioni climatiche simili al suo habitat naturale.
Predilige un terreno ben drenato, arieggiato, costituito principalmente da materiale non organico come argilla, pomice, sabbia lavica e solo un po’ di torba o terriccio fogliare.
Per quanto riguarda l’irrigazione predilige annaffiature buone ma poco frequenti e vegeta bene con annaffiature regolari nei mesi caldi, mentre va data meno acqua durante l’inverno. Bisogna evitare i ristagni e si adatta a diverse condizioni di crescita, dal caldo estremo e dalla siccità, all’umidità elevata poiché resiste bene ai marciumi.
Per la concimazione si consiglia di tanto in tanto un fertilizzante a lenta cessione.
La pianta cresce piuttosto lentamente in vaso; quando è necessario si consiglia di rinvasare in un vaso leggermente più grande. Il vaso dovrebbe essere solo leggermente più grande del vaso originale e con un foro per il drenaggio.
Per quanto riguarda le condizioni climatiche, resiste fino a circa -5 °C, si coltiva all’aperto nel clima tropicale e mediterraneo caldo, con temperature che è bene mantenere oltre i 5°C, meglio 10-12°C, ma resiste alla luce a gelate per brevi periodi se molto secche, in queste situazioni resiste meglio se riparata dalle piogge invernali, visto che l’umidità e le basse temperature la rendono più sensibile ai marciumi. Le piante in contenitori, tuttavia, possono subire una notevole perdita di foglie.
Predilige una esposizione in pieno sole a luce filtrata.
Se le brattee dei fiori si seccano e la punta non mostra fioriture, si consiglia di potare circa sei centimetri della punta del fusto per favorire una nuova crescita.
Per un vaso di piante con molti steli è consigliabile un paletto di sostegno rotondo e robusto, usando uno spago morbido o un filo metallico per legare.
La propagazione può essere per seme o talea. È facile da propagare per talea dalla tarda primavera all’estate, basta prendere uno stelo a punta tagliando direttamente nel terreno dopo che la linfa lattiginosa è completamente defluita. (preferibilmente terreno asciutto, sciolto, molto ben drenante).
Questa pianta si presta per essere coltivata in giardino nel terreno o come esemplare in contenitore, conferendo un buon aspetto ornamentale.
Si avverte, infine, che la maggior parte delle specie della famiglia ha un lattice bianco, una linfa lattiginosa negli steli e nelle foglie della pianta che è velenosa. Per questo bisogna fare attenzione quando si maneggia poiché la pianta può causare irritazioni alla pelle o reazioni allergiche.
Usi e Tradizioni –
L’ Euphorbia bracteata è una pianta che, oltre che per scopi ornamentali, viene raccolta allo stato naturale per uso medicinale locale e come fonte di cera.
Come detto prima, sebbene non ci siano informazioni specifiche per questa pianta, il lattice nella maggior parte, se non in tutte le Euphorbiaceae, è caustico e tossico: il contatto con la pelle spesso causa irritazioni e vesciche; il contatto con gli occhi può provocare cecità temporanea o addirittura permanente; mentre l’ingestione può causare anche problemi più gravi.
Non si hanno informazioni per usi commestibili mentre si hanno annotazioni nel suo uso per fini medicinali.
Si ritiene che la pianta abbia proprietà purgative, emetiche, emmenagoghe e antisifilitiche.
La pianta è la fonte di una cera (cera Candelilla), che viene utilizzata allo stesso modo della cera carnauba (ottenuta da Copernicia prunifera Mill. H.E.Moore ed altre specie).
Viene utilizzata per realizzare vari lucidanti e vernici di alta qualità, dischi fonografici, candele, ecc..
La cera Candelilla ha un punto di fusione molto alto ed una elevata stabilità; essa lucida, lega gli oli in modo ottimale, aderisce bene, è piacevole sulla pelle, quando viene scaldata profuma di cera d’api ed è addirittura commestibile. La cera Candelilla è dunque un ingrediente ideale per i prodotti cosmetici, soprattutto i rossetti, che grazie a questa cera acquisiscono una maggiore stabilità.
Modalità di Preparazione –
Della Euphorbia bracteata vengono utilizzate le foglie per uso medicinale.
Inoltre l’industria alimentare utilizza la cera che se ricava in molteplici applicazioni: per rivestire gli orsetti di gomma, le noci, i chicchi di caffè, gli alimenti da sgranocchiare ed il cioccolato, per evitare che essi si incollino. Grazie alla cera Candelilla i prodotti da forno ottenuti industrialmente assumono una bella colorazione marrone e non si attaccano durante la cottura. Nella gomma da masticare la cera Candelilla garantisce la giusta consistenza. Agrumi, mele, meloni e pere, se rivestiti con uno strato di questa cera, rimangono freschi più a lungo e vengono detti “incerati”.
I rivestimenti in carta e cartone, la colla fluida, i prodotti per la pulizia delle scarpe, l’inchiostro per scrivere, la vernice protettiva per i mobili, le gomme per cancellare, la carta carbone e le candele: l’elenco dei prodotti nei quali o sui quali la cera Candelilla dona lucentezza, consistenza e protezione contro l’umidità e la collosità non ha fine. La gomma stessa e i dischi ne sono rivestiti.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.