Un Mondo Ecosostenibile
Verso il Futuro

Aprire un Discorso

Aprire un Discorso*

(* Dalla prefazione del Libro di Guido Bissanti: Come il Titanic?)

Otto capitoli e sessantacinque paragrafi

per raccontare una storia ancora tutta da inventare.

Visione di un futuro prossimo venturo

che chiama ciascuno responsabilmente:

un appello a scienza, conoscenza e coscienza

rivolto ai passeggeri del pianeta, unica barca comune.

E non sembri retorico questo accenno a una imbarcazione

poiché l’autore porta come esempio il Titanic,

per spiegare con analogia stringente

il superficiale cammino della odierna società globale

distratta e noncurante, arrendevole e manchevole

delle più elementari nozioni per uno sviluppo consapevole.

La rotta che la nostra “barca comune” sta percorrendo

è la stessa che percorse il Titanic [. . . ] imperterrito,

teso a tutta velocità verso la conquista di un effimero primato:

mostrare i muscoli della galoppante industria,

la determinatezza del comando, l’ingegno e l’arguzia

per acquisire uno spicchio di gloria di pochi.

Quanto è simile la vicenda dell’“inaffondabile” Titanic

agli eventi che caratterizzano la nostra epoca?

Allora come ora:

Sulla “plancia del comando”, equipaggi e governo;

sulle “classi alte” i potenti, l’orchestra e il mondo scientifico e culturale;

più “in basso” i passeggeri comuni, la stragrande maggioranza degli uomini.

La domanda è complessa ed esige una risposta,

che l’autore sviluppa in modo eloquente ed esaustivo

a partire dalla considerazione che l’attuale società,

figlia della “certezza” della “ragione illuminista”

sappia vederne i limiti ed elaborare tesi capaci

di comprendere al meglio leggi, principi e regole dell’universo.

È questa la tesi al centro del volume dell’autore:

Un impegno costante e maturo dei governi,

affinché non operino in leggerezza come l’“equipaggio” del Titanic;

una maggiore ponderatezza della scienza e della cultura,

affinché la conoscenza non somigli alla sicumera delle “classi alte”;

un invito all’“orchestra” dei mass–media

affinché suoni una musica più consona al momento storico;

una più responsabile attenzione allo stile di vita

e un maggiore controllo sulle decisioni del potere,

affinché il popolo “in basso” cessi di ignorare quale futuro gli è riservato.

L’esame della vita odierna della nostra società

allunga lo sguardo al prossimo futuro

e non può non fare leva sul concetto filosofico dell’universalità

teso a richiamare l’umanità a un nuovo rapporto

armonico e sostenibile col pianeta Terra.

Un capitolo ampio si apre dinnanzi

e il desiderio di aprirsi è prepotente.

Lo grida con forza una società stressata

da affanni e inconcludenze;

lo grida la violenza di ogni giorno in ogni dove;

e la sopraffazione e il potere incontenibili;

la menzogna e il diniego dell’uomo [. . . ]

Tra le righe del libro serpeggia questo disagio,

ma rispondere alle grida col grido non giova,

il discorso vale in quanto nuovo dialogo;

e più vale se propone una valenza interculturale

e interreligiosa, obiettivo racchiuso, semplice e stringente,

in pochi elementi che richiamano

l’essenzialità della materia come veicolo di informazione:

pensieri evocativi di un sentimento

che intreccia e lega possibili intese,

civiltà e comunione dell’uomo con la verità.

L’autore dipana l’intricata matassa,

occorre trovare la cima, e inutile è cercarla d’intorno.

È lungo il nostro labirinto interiore

l’inizio del discorso che unisce volere e dovere;

laddove la forza dell’amore, della cultura e dell’arte

riscalda il cuore, nutre la mente

e muta il fenomeno tecnico e scientifico

in un processo creativo

capace di generare autentica promozione dell’uomo.

Le nuove dimensioni del futuro come nuovo rapporto tra uomo e pianeta

è percepito dall’autore come un appuntamento da non mancare;

e le argomentazioni si spostano sul capitolo dell’energia del pianeta

analizzata come “carburante” della storia;

sui valori che la società globale dovrà assumere;

su una revisione della scienza; su un’analisi di un modello economico

non più adatto alla centralità umana,

e su una revisione del rapporto tra uomo e territorio

partendo dall’agricoltura che ha generato tutta la civiltà.

La vasta bibliografia e oltre 100 note esplicative

tra termini tecnici e scientifici, eventi e autori di tutti i tempi

che hanno saputo offrire occasioni per una più vasta conoscenza,

affiancano e rendono fondate le tesi variegate

che l’autore ha voluto esporre in questa sua meticolosa opera

alla ricerca di una nuova armonia, un futuro possibile per tutti.

Dante Fasciolo




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