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Greta oto

Greta oto

La farfalla di vetro (Greta oto Geyer, 1837) è un lepidottero appartenente alla famiglia dei Nymphalidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Protostomia, Phylum Arthropoda, Subphylum Tracheata, Superclasse Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Endopterygota, Superordine Oligoneoptera, Sezione Panorpoidea, Ordine Lepidoptera, Sottordine Glossata, Infraordine Heteroneura, Divisione Ditrysia, Superfamiglia Papilionoidea, Famiglia Nymphalidae, Sottofamiglia Danainae, Tribù Ithomiini, Sottotribù Godyridina e quindi al Genere Greta ed alla Specie G. oto.
È sinonimo il termine:
– Ithomia oto Hewitson, 1855.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La farfalla di vetro vive in un areale che va dal Centro al Sud America fino al sud del Cile, con apparizioni a nord come il Messico e il Texas.
Il suo habitat preferenziale è quello dei climi tropicali delle foreste pluviali che si trovano nei paesi dell’America centrale e meridionale.

Morfologia –
La Greta oto si riconosce per le sue ali trasparenti che la rendono difficile da individuare e seguire per gli uccelli predatori. Le ali hanno dei bordi opachi di colore marrone scuro a volte con striature rosse o arancioni. L’apertura alare è compresa tra 5,6 e 6,1 cm.
I bruchi hanno corpi verdi con strisce viola e rosse brillanti. Si trovano sulle piante ospiti del genere Cestrum, di cui si alimentano, dove, precedentemente sono state deposte le uova.
I bruchi sono di forma cilindrica con sporgenze dorsali lisce con filamenti. Queste proprietà li rendono estremamente riflettenti e quindi essenzialmente invisibili ai predatori.
Le pupe sono di colore argento. Durante la quinta fase producono un dischetto di seta sulla superficie inferiore delle foglie attraverso quattro movimenti rotanti, a cui si attacca. Le fibre di seta sono importanti nel fornire una maggiore flessibilità all’attacco della pupa. La pupa, si attacca a questo cuscinetto di seta con una serie di movimenti laterali dell’addome posteriore. Il fallimento dell’attacco Pupa si verifica quando il cuscinetto di seta si rompe. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che l’attaccamento della pupa ha un’elevata resistenza a trazione e tenacità, cosa che impedisce alla pupa di essere tirata dai predatori o di rompersi a causa del vento, consentendo alla stessa di oscillare in sicurezza.

Attitudine e Ciclo biologico –
I bruchi della farfalla di vetro si nutrono, come detto, delle piante velenose del genere Cestrum; studi sperimentali hanno dimostrato che quando le larve usano altre piante ospiti, spesso muoiono nel primo stadio di metamorfosi o si sviluppano più lentamente. I bruchi si nutrono di queste piante tossiche e sono forse tossici per i predatori attraverso sostanze chimiche secondarie immagazzinate nei loro tessuti. Ad esempio, gli estratti chimici del bruco sono sgradevoli alle formiche di Paraponera clavata.
Allo stadio adulto le farfalle si nutrono principalmente del nettare dei fiori del genere Lantana, che comprende 150 specie di piante perenni. Si nutrono anche di fiori delle famiglie delle Asteraceae e Boraginaceae e degli escrementi degli uccelli insettivori, assorbendo gli aminoacidi che vengono successivamente convertiti in proteine. Anche le farfalle adulte sono tossiche a causa dei maschi che consumano fiori di Asteraceae il cui nettare contiene alcaloidi pirrolizidinici.
In questo genere di farfalle i maschi tentano di accoppiarsi con più femmine per stagione riproduttiva.
Al fine di attirare le femmine, i maschi formano dei grandi raduni in cui competono per l’accoppiamento. Si formano aggregazioni in zone ombreggiate della foresta pluviale e si esibiscono in modo competitivo per attirare le compagne.
I maschi adulti rilasciano feromoni per attirare le femmine. I feromoni prodotti sono derivati dagli alcaloidi della pirrolizidina che le farfalle ricavano attraverso l’alimentazione di piante della famiglia delle Asteraceae. Gli alcaloidi vengono quindi convertiti in feromoni attraverso la formazione di un anello pirrolico, seguito da scissione estere e ossidazione.

Ruolo Ecologico –
Anche se le ali della Greta oto sembrano delicate, questa farfalla è in grado di trasportare fino a 40 volte il proprio peso. Inoltre questa farfalla è nota per le sue lunghe migrazioni.
Nelle sue migrazioni si sposta fino a circa 19 km al giorno a velocità fino a 13 km all’ora.
La farfalla migra per cambiare quota e questa migrazione provoca differenze di densità di popolazione in diverse aree geografiche.
Questa farfalla e predata da alcuni uccelli. La Greta oto combatte i predatori tramite le tossine metabolizzate con l’alimentazione delle piante del genere Cestrum e le Asteraceae. Il consumo di tossine conferisce alla farfalla un sapore disgustoso che scoraggia i predatori.
Inoltre questa farfalla utilizza la sua trasparenza per nascondersi dai predatori mimetizzandosi sullo sfondo durante il volo. Da notare che la trasparenza è una caratteristica rara tra i Lepidotteri, poiché più comunemente usano il mimetismo per allontanare i predatori.
Per scongiurare una diminuzione preoccupante di questa farfalla si stanno attuando alcune misure di tutela. In alcuni parchi si lavora a misure di conservazione. Tra questi ricordiamo: Parco nazionale Guanacaste, Parco nazionale Rincón de la Vieja, Riserva della foresta pluviale di Monteverde, Parco nazionale Palo Verde, Parco nazionale Carara, Parco nazionale del vulcano Poás, La Riserva e stazione biologica di Selva, Parco nazionale Juan Castro Blanco, Parco nazionale del vulcano Irazú, Parco nazionale Chirripó e Parco internazionale La Amistad.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.



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