Mappa Geografica del Ciad
Mappa Geografica del Ciad
Il Ciad, ufficialmente Repubblica del Ciad, è uno Stato della zona centrale dell’Africa che confina a nord con la Libia, a est con il Sudan, a sudovest col Camerun e la Nigeria, a ovest col Niger e a sud con la Repubblica Centrafricana.
Il Ciad è uno Stato esteso 1.284.000 km² ed ha una popolazione di circa 11.500.000 abitanti che parlano le lingue ufficiali francese e arabo.
La capitale del Ciad è N’Djamena.
Il territorio del Ciad si stende dal tropico del Cancro fino a 7°30’ di latitudine a nord dell’equatore, praticamente al centro dell’Africa settentrionale ed ha una morfologia molto particolare.
Questo Stato, infatti, è caratterizzato nell’area nord-occidentale dal poderoso massiccio del Tibesti, dominato dal grande rilievo vulcanico dell’Emi Koussi che ha un’altezza di 3.415 m.
Questo massiccio, sede di una intensa attività vulcanica, con emissione di lave riolitiche o basaltiche durante il Pliocene e il Quaternario, poggia su un basamento di arenarie paleozoiche a loro volta sovrapposte a uno zoccolo cristallino precambriano. Qui troviamo dei rilievi vulcanici che si spingono a notevoli altezze, come il Pic Touside (3.265 m) e il Tarso Emisou (3.376 m), creando al centro del deserto sahariano un ambiente ricco di contrasti morfologici e altamente suggestivo.
Nell’area orientale del Ciad, che si spinge fino al confine con il Sudan, troviamo vasti altipiani confromati su rocce arenacee del periodo paleozoico e che si elevano a formare rilievi di notevole altitudine, come l’Ennedi (1.310 m), sezionati da profonde incisioni vallive.
Nella zona meridionale del Paese troviamo il basamento cristallino del periodo precambriano, di media altezza, che è massiccio di Guéra (1.800 m).
Sita tra questa elevazione e il Tibesti, in corrispondenza della zona centrale del Ciad, si sviluppa una depressione, in corrispondenza del Bodélé, che è un’ampia conca di origine lacustre in passato collegata, attraverso il Bahr el Ghazal, al lago Ciad, di cui costituiva un’estensione.
Dal punto di vista idrografico la zona sud-occidentale del Paese è occupata dal bacino del lago Ciad, un lago alimentato prevalentemente dal fiume Chari (1600 km), che nasce sulla dorsale centro-africana, e dal suo affluente di sinistra, il Logone, i cui rami sorgentiferi provengono dall’altopiano di Adamaoua.
Sul lato sinistro il Chari riceve gli apporti idrici anche dell’Ouham, mentre da sinistra viene alimentato dal Bahr Kéita e dal Bahr Salamat che provengono dal massiccio del Darfur (Sudan).
Dalle stesse montagne scende anche il Batha che sfocia nell’alveo del lago Fitri.
Il lago Ciad ha una profondità media di pochi metri e presenta una superficie variabile da 10.000 a 25.000 km² a causa dell’irregolarità dell’alimentazione, dell’evaporazione e dell’intensità dei prelievi per scopi agricoli.
Purtroppo dal 1962 al 2014, le acque si sono abbassate di quattro metri, riducendo la superficie del 90%. Questo a causa della diminuzione delle precipitazioni e dell’utilizzo in continuo aumento di acqua per l’irrigazione, prelevata dal lago o dai suoi affluenti, il maggiore dei quali è il sistema di lagune di Chari. Essendo poco profondo (solo 7 metri nel punto più profondo, con una profondità media di 1,50 metri), la sua dimensione è molto sensibile al cambiamento di profondità media e, di conseguenza, ha forti variazioni stagionali.
Le condizioni climatiche del Ciad infatti rivelano notevoli variazioni nelle varie regioni ma anche rilevanti fluttuazioni negli ultimi decenni.
In generale il clima del Ciad passa dal tipo tropicale umido delle regioni meridionali caratterizzato da due stagioni, una asciutta in inverno e l’altra umida in estate, con precipitazioni che raggiungono i 1200 mm annui a Moundou e a Sarh, a quello tropicale desertico delle regioni settentrionali, con notevoli escursioni termiche diurne e scarse precipitazioni. Verso nord la stagione umida diventa sempre più breve, con appena 60 mm di pioggia a Faya-Largeau, fino ad annullarsi. Così la stagione secca, che viene alimentata soprattutto dal tipico vento sahariano, l’harmattan, diventa sempre più calda e torrida fino a far registrare, già ad aprile, temperature massime di 45 °C.
Flora –
In seguito all’inaridimento progressivo del Sahara, iniziato presumibilmente in epoca post-glaciale, sia la flora e la fauna hanno subito uno spostamento verso sud, di cui anche il Ciad conserva testimonianza nelle incisioni e nelle pitture rupestri del Tibesti e dell’Ennedi, dove appaiono specie animali, raffigurate dagli antichi abitatori della regione, che oggi si ritrovano soltanto nella parte più meridionale del Paese.
La flora, che è legata soprattutto alle condizioni climatiche, varia progressivamente da nord a sud.
Così nelle zone più a sud del Ciad (intorno al 10° parallelo, troviamo le foreste rade e le savane boscate, caratterizzate da alberi a galleria lungo i fiumi, a foglie caduche, a cui succede gradualmente una zona di savane a piante rade, con acacie, tamarischi, mimose e talvolta anche il gigantesco baobab e formazioni arbustive di giuggiolo selvatico, pistacchio, acacia spinosa, ecc..
Da sottolineare come le foreste, estese 11,4 milioni di ettari, coprono il 9 per cento del territorio e forniscono legna da ardere (la principale fonte di energia disponibile) e gomma arabica. Purtroppo secondo le Nazioni Unite, nel periodo 1990-2010 hanno subito una diminuzione del 12,1 per cento.
Verso nord le conformazioni vegetazionali cambiano gradualmente per cedere il passo ad arbusti, che progressivamnet cedono il posto alle graminacee della fascia saheliana, battuta dai nomadi allevatori.
Proseguendo oltre si passa poi al deserto, dove la vegetazione è limitata alle palme dattilifere delle oasi, una pianta spontanea del Sahara. Nelle zone meno crude non mancano però vegetazioni di arbusti come quelli che si ritrovano nella savana.
Fauna –
La fauna del Ciad è varia, numerosa ma anch’essa legata alla grande variabilità climatica del Paese. Nel deserto e nelle steppe del sahel vivono numerose specie di gazzelle e di struzzi. La parte più popolate e con numerose specie di animali è quella delle savane boscate della parte meridionale.
Qui l’animale più imponente è l’elefante, frequente nel Salamat, che purtroppo è una tradizionale zona di caccia a questi pachidermi.
Questi grandi mammiferi hanno subito in passato gravi e vere e proprie “persecuzioni” ad opera dei trafficanti d’avorio; oggi sono rigorosamente protetti e il loro abbattimento comporta il pagamento di una forte tassa.
In questa zona si trovano in numero ancora numeroso le giraffe e le grandi antilopi e non mancano i carnivori, quali leoni, leopardi e, più raramente, da ghepardi.
Nel lago Ciad e nei fiumi troviamo numerose quantità di pesce tanto che la pesca è una delle principali attività delle popolazioni locali.
Per fortuna, a partire dal secolo scorso, lo Stato del Ciad, onde proteggere l’ingente patrimonio ecologico del suo Paese, ha istituito vari Parchi ed aree protette; tra questi ricordiamo:
– Il Parco nazionale di Zakouma, ad Ovest di Am Timan ed a nord di Sarh, si estende per 300.000 ettari, attraversato dal Bahr Salamat, nel sud-est ciadiano, ci vivono numerosi animali anche di grossa taglia;
– La Riserva faunistica e della caccia di Abou Telfan, ad est di Mongo, istituita nel 1955 è estesa per 1.100 km²;
– La Riserva faunistica di Manda, ad ovest di Sarh, istituita nel 1969 è estesa per 138.000 ettari;
– La Riserva forestale di Djoli-Kéra ad ovest di Sarh;
– La Riserva forestale di Yamba-Berete ad est di Pala;
– La Riserva forestale di Bédouma, a nord di Goré
– La Riserva faunistica del Basso Chari, nord-ovest di N’Djamena.
Guido Bissanti