Come coltivare la Palma nana
Come coltivare la Palma nana
La palma nana (Chamaerops humilis L., 1753), conosciuta anche col nome di palma di San Pietro, è una pianta della famiglia delle Arecaceae, unica specie del genere Chamaerops e pianta tipica della macchia mediterranea. È una pianta largamente usata come pianta ornamentale, nei giardini privati e nei parchi pubblici, per la sua naturale tendenza a formare grandi cespugli molto decorativi. È, inoltre, apprezzata per contrastare l’erosione, la desertificazione dei suoli e per la sua capacità di rigenerarsi anche dopo gli incendi.
In questa scheda vedremo come coltivare la Palma nana seguendo le tecniche più appropriate.
La palma nana è una specie termoxerofila con sviluppati tessuti vegetali che le consentono di resistere a periodi di prolungata siccità e ad alte temperature, anche grazie ad un apparato radicale fascicolato e robusto che si estende a diversi metri di profondità.
La palma nana, con il passare degli anni, tende assumere un portamento cespuglioso grazie allo sviluppo e alla crescita dei diversi polloni basali che si formano ai suoi piedi.
Le foglie sono coriacee e colore verde intenso, con la forma lanceolata con pagina percorsa da evidenti nervature parallele che, via via si segmentano, si sfrangiano, assumendo la tipica forma a ventaglio con evidenti residui filamentosi sui bordi delle foglie che tra l’altro si biforcano verso le punte.
I fiori sono riuniti in vistose e penduli infiorescenze a pannocchia visibili alla base delle foglie. Ciascuna infiorescenza è formata da piccoli fiori di colore giallo-verdognoli, unisessuali o ermafroditi, generalmente su piante distinte. I frutti sono delle bacche ovoidali e carnose di colore giallo oro in piena maturazione. Il seme, uno per bacca è legnoso.
La palma nana, per la sua coltivazione, predilige i luoghi luminosi e soleggiati con temperature ottimali tra 22 e 30 °C. I suoli più idonei sono quelli sciolti, tipici delle terre rosse delle aree assolate dei litorali mediterranei, a cui, per avere una crescita più rigogliosa va aggiunta sostanza organica prima dell’impianto.
Per quanto riguarda l’irrigazione, anche se la palma nana resiste alla siccità, se si vuole una crescita un po’ più veloce e rigogliosa, bisogna irrigarla subito dopo l’impianto e poi, con turni anche di quindici giorni durante il periodo estivo.
Se la palma nana va allevata in vaso va innaffiata con regolarità da marzo a ottobre solo quando il terreno è completamente asciutto anche in inverno sempre e solo se il substrato è asciutto.
Se la palma nana viene coltivata in vaso va va concimata una volta al mese, dall’inizio della primavera fino alla tarda estate somministrando ai suoi piedi del concime liquido oppure, ogni 2 mesi, del granulare a lento rilascio ricco di macroelementi quali azoto (N), fosforo (P) e potassio (K) e con una buona percentuale di microelementi quali il ferro (Fe), il manganese (Mn), il rame (Cu), lo zinco (Zn), il boro (B) e il magnesio (Mg).
Se coltivata in piena terra è bene apportare, alla fine dell’inverno, mescolandolo con i primi strati di terreno, del letame maturo o della sostanza organica ben umificata. In piena terra evitare assolutamente l’uso di fertilizzanti azotati per non indebolire la resistenza della pianta a parassiti quali afidi e cocciniglie e soprattutto dalla mosca bianca.
Per la propagazione della palma nana si può operare o partendo da seme o, meglio ancora, per via agamica mediante la divisione dei cespi o dei polloni che si formano alla base della pianta.
Nella moltiplicazione per seme, poco consigliata per i lunghi tempi di crescita, bisogna reperire dei semi freschi, appena raccolti dalla pianta, che vanno messi subito a macerare in acqua per almeno 7 giorni, tempo richiesto all’involucro esterno che lo protegge di raggiungere una morbida consistenza.
Per l’operazione di semina poi si procede a stratificare i semi sulla superficie di un substrato composto da sabbia e torba in parti uguali. Si avvolge il contenitore in una busta di plastica e lo si colloca in un luogo ombreggiato a temperatura costante di 30° C. Il terriccio va mantenuto sempre umido fino alla comparsa dei germogli, che avviene in circa 2 mesi.
Una volta ottenute le nuove piantine queste vanno trasferite in vasi singoli ed allevate in essi per almeno 2 anni prima che possano essere messe a dimora definitiva.
Nella divisione operata invece per cespi si opera nel periodo primaverile, tra aprile e maggio, mettendo a radicare i polloni che si formano alla base della pianta, in un vaso contenente terriccio, torba e sabbia in parti uguali. Per questa operazione si consiglia di scegliere i germogli che abbiano almeno 2-3 foglie.
I vasi, su cui sono stati messi i polloni, vanno tenuti in un luogo protetto con temperatura minima che non deve scendere al disotto dei 10°C e per i primi 2 – 3 mesi, inoltre il substrato va mantenuto sempre leggermente umido. Le giovani palme nane così ottenute vanno allevate in vaso prima di piantarle all’aperto.
Per le piante coltivate in vaso, periodicamente va effettuato il rinvaso. Questa operazione va fatta quando le radici hanno occupato tutto lo spazio a disposizione e fuoriescono dai fori di drenaggio dell’acqua di sgrondo. Quando il vaso è di grandi dimensioni basta rimuovere del terriccio (2-5 centimetri) vecchio e sostituirlo con altrettanto del terriccio fresco.
La palma nana, come tutte le altre palme, non richiede interventi di potatura ma si procede semplicemente a togliere le foglie secche, recidendole con cesoie ben affilate e disinfettate dal punto in cui partono dal fusto. Nelle foglie che presentano la parte apicale secca si provvede ad eliminare solo le punte per non compromettere l’estetica della pianta.
La palma nana pur se è una pianta molto resistente agli attacchi parassitari può essere soggetta alla mosca bianca, soprattutto se l’insolazione non è ottimale o se avete utilizzato fertilizzanti a base di azoto nitrico. È, inoltre, resistente anche alle malattie fungine come l’oidio (mal bianco) e la ruggine.
Per la coltivazione della palma nana, all’aperto, si consiglia di pacciamare la base della pianta con pietrisco grossolano per limitare la perdita di acqua e per proteggerla dal freddo dell’inverno.
Per quanto riguarda i suoi utilizzi alternativi si ricorda che germogli apicali più teneri della palma nana sono commestibili. In tempo di carestia venivano consumati lessi come verdura, in sostituzione della patata e anche come farina per farne dolci.
Inoltre i frutti sono ricchi di tannini e di composti liposterolici che possono essere utilizzati come astringenti, per sostenere la funzionalità della prostata e delle vie urinarie.
Le foglie, per la loro consistenza fibrosa, erano usate un tempo per la fabbricazione di ceste, scope, cappelli, ventagli, stuoie, corde, ecc..