Come coltivare l’Aralia
Come coltivare l’Aralia
L’Aralia (Aralia L., 1753) è un genere di piante della famiglia Araliaceae, che comprende 68 specie arboree arbustive ed erbacee perenni, a foglie decidue o sempreverdi, utilizzate come piante ornamentali nei giardini, in zone riparate, e negli appartamenti. Il genere Aralia è originario del Nord America, dell’Asia e dell’Australia e di cui, la maggior parte delle specie è presente nelle foreste di montagna.
In questa scheda vedremo come coltivare l’Aralia, con le adeguate tecniche agronomiche e gli accorgimenti necessari.
All’interno del genere Aralia troviamo specie con diversi portamenti e dimensioni, con alcune specie erbacee che non superano i 50 cm di altezza ed altre arboree che raggiungono i 20 m.
Queste piante presentano grandi foglie bipennate, raggruppate alle estremità dei loro steli o rami. In alcune specie, le foglie sono ricoperte di setole. Gli steli di alcune specie legnose sono alquanto spinosi, come ad esempio nell’Aralia spinosa. I fiori sono biancastri o verdognoli e si ritrovano raggruppati in pannocchie terminali. I frutti, di forma sferica e simili a bacche, sono di colore viola scuro e sono molto apprezzati dagli uccelli.
Tra queste specie ricopre un ruolo interessante come pianta ornamentale la Fatsia japonica, conosciuta anche come Aralia japonica o Aralia sieboldii.
Questa pianta presenta un portamento arbustivo, ramificato e spesso tende ad accestire alla base. Le foglie sono persistenti, ampie, che si inseriscono sul fusto in modo alterno per mezzo di un lungo picciolo sono di forma palmato-lobata e hanno la lamina lucida di colore verde scuro sulla pagina superiore e più chiaro su quella inferiore.
L’ Aralia japonica, nel periodo di ottobre produce infiorescenze molto ramificate: all’estremità di ogni rametto si trova un’ombrella globosa di fiorellini di colore bianco-crema.
All’interno di questa specie citiamo due varietà:
– la varietà “Moseri”, che presenta un’altezza minore e foglie di dimensioni maggiori, risulta più adatta alla coltivazione in appartamento della specie tipo, che in assenza di adeguata luminosità perde velocemente vigore e bellezza;
– la varietà “Variegata”, che presenta foglie rese ancora più belle dalle variegature bianco-crema.
Per quanto riguarda le tecniche di coltivazione si ricorda che l’ Aralia japonica è una specie molto rustica, che sopporta temperature minime di 2-4 °C e può essere tenuta all’aperto in tutte le zone a inverno mite o comunque con gelate brevi e sporadiche.
L’area dove coltivare questa specie deve avere una buona luminosità ma al riparo dai raggi diretti del sole, specie nelle ore più calde. La Fatsia è una pianta che si adatta molto bene a crescere in locali chiusi ma bisogna avere l’accortezza, in inverno, di collocarla in ambienti non riscaldati. Con temperature invernali troppo elevate, infatti, anche incrementando l’umidità ambientale, la pianta deperisce velocemente.
Per quanto riguarda gli apporti idrici, questa pianta va innaffiata frequentemente in estate, riducendo gli interventi con l’approssimarsi del periodo invernale. Per quanto riguarda l’umidità relativa dell’ambiente di coltivazione è una pianta che cresce anche in locali con basso valore di questo parametro ma è bene che con cadenza frequente si provveda al lavaggio delle foglie.
Per quanto riguarda il substrato di coltivazione è opportuno preparare una miscela di terra concimata, terriccio di foglie ed aggiunta di sabbia, in parti volumetriche equilibrate. Per quanto riguarda impianto e rinvaso il periodo più adatto è quello primaverile.
Per quanto riguarda gli apporti nutritivi, come tutte le piante che devono essere coltivate in vaso ed in appartamento, nella stagione estiva è bene somministrare concime liquido, per piante verdi, ogni quindici-venti giorni.
L’ Aralia japonica è una pianta che si può riprodurre per seme. L’operazione va eseguita mettendo a germinare i semi in terrine, alla temperatura di 10-15°C.
Appena le nuove piantine saranno spuntate, dovranno essere ripicchettate e, dopo aver trascorso l’inverno in cassone freddo, andranno trapiantate definitivamente nell’aprile successivo. La Fatsia si può moltiplicare anche mettendo a radicare i polloni basali, prelevati in marzo-aprile, in una miscela di torba e sabbia, in cassone freddo.
Infine per le piante che presentino un fusto legnoso o semi-legnoso ben formato, si può adottare anche la propagazione per margotta.
La potatura di questa pianta va effettuata per dare una forma armoniosa alla stessa ed eliminando soprattutto i rami secchi, danneggiati, esili, troppo lunghi o malati. Attenzione ad usare attrezzi preventivamente sterilizzati ed immersi anche in una miscela di zolfo e rame per evitare il diffondersi di malattie crittogamiche.
Per quanto riguarda i sintomi di alcune avversità e malattie facciamo notare che:
– se le foglie presentano dei colori sbiaditi è possibile che ciò sia dovuto all’assenza di ferro e microelementi;
– se i fusti sono troppo allungati e con foglie rade è possibile che la pianta sia posta in luogo troppo caldo e asciutto.
Possono inoltre essere causa di deperimento la presenza di afidi che attaccano foglie e fiori, succhiano la linfa, rendendola pianta appiccicosa. Si possono eliminare usando del sapone di Marsiglia e diminuendo il contenuto di azoto del concime che utilizzate ed innalzando l’umidità del locale. Stessi accorgimenti vanno presi con le cocciniglie cotonose e cocciniglie brune. In ogni caso si può utilizzare la pulizia con un batuffolo di cotone inumidito passato delicatamente sulle parti infestate. Tra l’altro afidi e cocciniglie, con la produzione della melata (sostanza zuccherina) provocano la crescita di fumaggini (funghi) che imbrattano ulteriormente la pianta.
Tra i parassiti ricordiamo anche il Ragnetto rosso, che è un piccolissimo acaro, appena visibile ad occhio nudo, che si sviluppa facilmente in ambienti caldi e secchi.