Artocarpus altilis
Artocarpus altilis
L’albero del pane (Artocarpus altilis (Parkinson ex F.A.Zorn) Fosberg) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Moraceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Hamamelidae, Ordine Urticales, Famiglia Moraceae e quindi al Genere Artocarpus ed alla Specie A. astili.
Etimologia –
Il termine Artocarpus proviene dal greco ἄρτος artos pane e καρπός carpόs frutto, per l’infruttescenza edule ricca di amido: l’Artocarpus altilis è comunemente chiamato albero del pane (breadfruit, arbre à pain, árbol del pan). L’epiteto specifico astili deriva da altilis = pollo, animale da cortile: ingrassato, grosso, ma anche, come per questa pianta, nutriente, nutritizio.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’albero del pane ha le sue origini nella Nuova Guinea nord-occidentale, dove gli antenati dei Polinesiani trovarono questa pianta intorno a 3.500 anni fa. Gradualmente la coltivazione di questa pianta fu introdotta nel Pacifico (eccetto l’Isola di Pasqua e la Nuova Zelanda, che sono troppo fredde). La pianta si diffuse anche nell’Asia meridionale insulare e costiera. Oggi l’Artocarpus altilis è un albero diffuso nelle isole del Sud del Pacifico, dove costituisce una delle principali fonti di cibo.
Descrizione –
L’ Artocarpus altilis è una specie arborea che può crescere sino a 12 m di altezza. Le folgie sono lunghe, di colore verde lucido, profondamente incise e coriacee.
Il frutto, della grandezza di un piccolo melone, ha una scorza coriacea e rugosa e una polpa biancastra, farinosa.
I fiori sono unisessuali, portati dalla stessa pianta su racemi separati.
Coltivazione –
L’albero del pane è una pianta che cresce elusivamente nelle aree caratterizzate da un clima tropicale o sub tropicale, con caldo umido, temperature comprese tra i 23 -25° C per tutto l’arco dell’anno ed esposizioni soleggiate per molte ore al giorno. Tollera abbastanza bene i venti salmastri ma non tollera i venti freddi e le basse temperature.
La pianta cresce bene su terreni umidi sciolti, misti a sabbia e ben drenati con valori di pH leggermente acido o alcalino con valori di pH compresi tra 6,5 /7,5.
La pianta va irrigata abbondantemente soprattutto nei periodi di siccità e in estate evitando che il terreno si asciughi del tutto. Le irrigazioni vanno praticate regolarmente anche durante il periodo invernale riducendo però gli apporti idrici.
Per i dettagli della tecnica di coltivazione si rimanda alla seguente scheda.
Usi e Tradizioni –
La storia dell’Albero del pane è legata a doppio filo alle ondate migratorie, già 3.500 anni fa, a partire dall’Asia sud-orientale; qui il popolo dei lapita utilizzò enormi canoe a doppio scafo per migrare verso sud attraverso paesi conosciuti oggi come Nuova Guinea, Nuova Caledonia, Vanuatu, Figi e ancor più lontano nel Pacifico centrale. Fare questi viaggi significava compiere autentiche imprese di navigazione, tenendo conto che per raggiungere certe isole bisognava navigare per centinaia di chilometri in mare aperto.
Le canoe a doppio scafo dei lapita che solcavano i mari potevano trasportare molte persone, ma anche animali domestici, vettovaglie e diversi semi, talee e piante in vaso. Man mano che si distribuirono nel Pacifico, i lapita scoprirono e popolarono a nord le isole della Melanesia della Polinesia e della Micronesia, a sud la Nuova Zelanda. Si diffusero come le onde di una marea, raggiungendo infine luoghi remoti come l’Isola di Pasqua e le Hawaii. Comunque sia, ovunque andassero, fra i loro “passeggeri” più illustri c’era il resistente albero del pane.
Oggi nelle Figi e in molte altre parti del mondo l’albero del pane è molto apprezzato per il valore nutrizionale e il basso costo. Certe varietà sono resistenti e fruttuose dato che spesso portano frutto tre volte l’anno anche per un periodo di 50 anni, pure in condizioni climatiche non ottimali. Il frutto ha una consistenza simile a quella del pane e le sue tante varietà hanno sapori diversi. Il gusto viene di solito definito una via di mezzo tra il pane e la patata. Può essere bollito, cotto al vapore, arrostito o fritto e con esso si fa spesso un dessert. Può essere essiccato e ridotto in farina per cucinare. Se la polpa viene fatta fermentare si conserva per anni.
Le foglie possono essere usate per avvolgere alimenti quali il pesce e il pollo, affinché conservino l’umidità e il sapore durante la cottura. È commestibile anche il seme sbucciato, che sa di noce. A volte viene raccolta la linfa, che i bambini si divertono a masticare come chewing gum.
Il frutto commestibile, che ha le dimensioni di un piccolo melone, ha una scorza ruvida e coriacea e una polpa bianca e farinosa che può essere preparata e consumata in diversi modi.
Questo frutto contiene il 20% d’amido e 1-2% di albumina, si può cuocere, friggere, arrostire al forno o seccare. I semi dei frutti maturi – le noccioline del pane – si mangiano tostate.
Dalla corteccia interna si ricavano fibre tessili; con il legno, tenero e leggero, si costruiscono mobili e piccole imbarcazioni, mentre dalla linfa si ottengono preparati impermeabilizzanti.
Modalità di Preparazione –
Il frutto dell’albero del pane si può preparare in vari modi: si può cuocere, friggere, arrostire al forno o essiccato e ridotto in farina per cucinare. Può essere anche bollito, cotto al vapore, e con esso si fa spesso un dessert. Se la polpa viene fatta fermentare si conserva per anni.
Anche i semi dei frutti maturi (noccioline del pane), che sanno di noce, si mangiano tostate.
Anche le foglie vengono usate per avvolgere alimenti quali il pesce e il pollo, per mantenere l’umidità e il sapore durante la cottura. Di questa pianta si raccoglie anche la linfa, che viene masticata dai bambini dei popoli dove si coltiva l’albero del pane, come se fosse un chewing gum.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.