Un Mondo Ecosostenibile
ArboreeSpecie Vegetali

Ostrya carpinifolia

Ostrya carpinifolia

Il carpino nero, chiamato anche ostria o carpinella (Ostrya carpinifolia Scop.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Betulacee.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fagales, Famiglia Betulaceae, Sottofamiglia Coryloideae e quindi al Genere Ostrya ed alla Specie O. carpinifolia.

Etimologia –
Il termine Ostrya proviene dal greco ὄστρειον óstreion, ostrica: in riferimento ai frutti formati da capsule agglomerate simili a conchiglie. L’epiteto specifico carpinifolia deriva da da Carpinus, cioè carpino, a sua volta proveniente dalla radice sanscrita kar, essere duro e dal latino pínus, pino e da folium foglia, cioè con foglie da carpino.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Ostrya carpinifolia è una pianta originaria dell’Europa sud-orientale e si trova in un vasto areale che va dalla Francia meridionale, all’Italia, ai Balcani fino al medio Oriente ed al Caucaso. si tratta di un areale con centro attorno al Mar Nero (clima continentale steppico con inverni freddi, estati calde e precipitazioni sempre molto scarse). È una specie che presenta una elevata adattabilità ecologica. In Italia è presente, con circa 800.000 ettari, soprattutto in consociazione ai querceti di roverella e di cerro, nell’area prealpina centro-orientale e nell’area peninsulare (dall’Appennino settentrionale alla Calabria), con presenze sporadiche nelle isole maggiori e nell’isola d’Elba.

Descrizione –
Il carpino nero è un albero alto fino a 15 metri con chioma piramidale leggera e di colore verde chiaro, con palchi orizzontali. Il tronco è diritto, a volte policonico, con corteccia bruna, rugosa e screpolata in piccole placche rettangolari. Ha foglie decidue, alterne, picciolate, con lamina ovata, apice acuminato e parte basale arrotondata, doppia seghettatura. Le nervature secondarie sono parallele. Le infiorescenze maschili (amenti) sono lunghe fino a 10 cm mentre quelle femminili (spighe) sono più corte. L’antesi è nel periodo di aprile-maggio. Ogni fiore femminile è avvolto da una brattea che, dopo la fecondazione, si ingrandisce e si rinchiude a sacco su se stessa includendo il pericarpio. Questo sacco leggero facilita il volo del frutto e protegge il seme durante le prime fasi della germinazione. Il frutto composto è un achenocono, costituito da 6-20 frutticini indeiscenti, in una struttura pendula simile ad un cono, di 3-8 cm. I frutticini sono piccoli acheni (nucule) di 2-4 mm, chiusi in brattee biancastre, poi bruno-rossastre, ovoidi o ellissoidi, striati longitudinalmente, brunastri.

Coltivazione –
L’ Ostrya carpinifolia è una pianta che necessita di un lungo periodo vegetativo ed in Italia vegeta fino a 1000-1200 m s.l.m. e negli ambienti collinari peninsulari occupa soprattutto i versanti nord. Per quanto riguarda le esigenze idriche queste sono superiori a quelle della roverella e predilige i suoli calcarei e marnosi, teme il ristagno idrico, e non sopporta i terreni troppo argillosi.

Usi e Tradizioni –
Il Carpino nero è un’essenza rustica, resistente alla siccità e agli incendi; cresce su tutti i tipi di terreni, emette con facilità polloni e un tempo, governato a ceduo, era molto usato per la produzione del carbone. Il legno compatto, di colore rosso-bruno e resistente, serviva un tempo per la costruzione dei raggi delle ruote e di attrezzi agricoli, anche se di difficile lavorazione per la presenza di molte fibre irregolari.
Negli ultimi anni è stato rivalutato anche come essenza di interesse paesaggistico, anche per le sue limitate esigenze di substrato e viene anche usato per formare siepi e alberature stradali, anche per la sua elevata capacità pollonifera.

Modalità di Preparazione –
Le foglie del carpino essendo sono ricche di tannino hanno proprietà astringenti mentre le setole dell’infiorescenza femminile sono irritanti per la pelle.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *