Ecballium elaterium
Ecballium elaterium
Il cocomero asinino (Ecballium elaterium (L.) A. Rich.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Violales,
Famiglia Cucurbitaceae,
Genere Ecballium,
Specie E. elaterium.
È basionimo il termine:
– Momordica elaterium L..
Sono sinonimi i termini:
– Bryonia elaterium (L.) E.H.L.Krause;
– Cucumis agrestis Blackw. ex Rchb.;
– Ecballium agreste Rchb.;
– Ecballium officinale T.Nees;
– Ecballium officinarum Rich. ex M.Roem.;
– Ecballium officinarum Bubani, 1899;
– Ecballium purgans Schrad.;
– Elaterium cordifolium Moench;
– Momordica aspera Lam.;
– Momordica ecirrhata Stokes;
– Momordica elastica Salisb..
All’interno di questa specie vengono riconosciute due sottospecie:
– Ecballium elaterium subsp. dioicum (Batt.) Costich;
– Ecballium elaterium subsp. elaterium.
Etimologia –
Il termine Ecballium proviene dal greco ἐκβάλλειν ekbállein, lanciare: in riferimento alla caratteristica dei frutti maturi che espellono energicamente i semi lanciandoli lontano.
Anche l’epiteto specifico elaterium viene dal greco ἐλᾰτήριος elaterio, che espelle: per i frutti che a maturità espellono con un potente getto i semi.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Ecballium elaterium è una pianta annua a distribuzione euro mediterranea.
È presente in tutto il Mediterraneo, ad eccezione dell’Egitto, e ad est fino alla Moldavia, all’Ucraina e al Caucaso.
In Italia è presente in quasi tutte le regioni ma più comune nell’Italia mediterranea e avventizia in molte regioni settentrionali.
Il suo habitat è quello dei luoghi caldi e asciutti su terreni incolti e bordi stradali, solitamente vicino alla costa. Cresce infatti in vegetazioni ruderali come discariche e margini di strade, in siti assolati e su suoli abbastanza ricchi in composti azotati, aridi d’estate, con optimum nella fascia mediterranea.
Descrizione –
L’ Ecballium elaterium è una pianta erbacea perenne, alta fino a 50 cm ed oltre, che produce uno o più fusti prostrati, ispidi e verrucosi.
I rami fioriferi sono ascendenti.
Le foglie presentano un picciolo allungato e lamina ovale o cuoriforme (3-7 x 4-10 cm), con apice acuto e margine crespato e dentellato sul bordo.
I fiori sono piccoli, unisessuali, di colore giallo-bianchi, con calice e corolla divisi in 5 lobi.
Il periodo di fioritura è tra maggio e ottobre.
Il frutto è un pissidio di 3-4,5 x 1,5-2 mm, ovoide o ellissoide, con deiscenza esplosiva.
I semi sono mucillaginosi, oblunghi, appiattiti, neri a maturazione.
Coltivazione –
L’Ecballium elaterium è una pianta erbacea perenne che di solito si adagia sul terreno.
La pianta viene raccolta allo stato selvatico per uso locale come medicina.
A volte viene coltivata per uso medicinale e nei giardini come curiosità.
Nei climi più caldi può diventare una pianta infestante, tanto che è soggetta a controllo come pianta infestante in Australia.
È una pianta presente principalmente nei climi mediterranei e può essere coltivata all’aperto solo nelle regioni più miti della zona temperata.
È una pianta che tollera male il gelo anche se le radici riescono a sopravvivere a temperature più basse.
Per questo motivo, nelle regioni più fredde si consiglia di ricoprire il suolo con pacciamatura vegetale consentendo alla pianta di sopportare un freddo maggiore. Tuttavia la pianta soffre maggiormente l’eccessiva umidità invernale.
Per la coltivazione richiede un terreno umido ben drenato ed in posizione soleggiata.
È una pianta che riesce a crescere in terreni poveri ma diventa più rigogliosa in terreni più organici.
Questa pianta è stata a lungo coltivata per alcune sue proprietà medicinali, pratica abbandonata col passar del tempo.
La sua caratteristica saliente, a cui è legato il nome scientifico, è quella che i suoi frutti a maturazione sono gradualmente riempiti di liquido con un aumento della pressione. A maturità questa pressione costringe il frutto a staccarsi in modo esplosivo dalla pianta, espellendo i suo semi a notevole distanza, che può arrivare anche oltre 12 metri.
Esistono due forme principali di questa pianta, contraddistinte dai fiori. Uno produce fiori monoici (i fiori maschili e femminili sono separati ma entrambi sono sulla stessa pianta), mentre l’altro produce fiori dioici (ogni pianta produce o tutti i fiori maschili o tutti i fiori femminili).
Nella coltivazione la propagazione può avvenire per seme, con semina all’inizio della primavera in un ricco compost. Si consiglia di porre 2-3 semi per vaso o in terra per lasciar crescere poi la pianta più vigorosa.
Il seme germina generalmente in 10 – 21 giorni a 25 °C.
Usi e Tradizioni –
Questa pianta è l’unica specie del genere Ecballium.
Si tratta di una pianta di antico uso medicinale, ma contiene diversi alcaloidi che la rendono tossica.
Nell’antichità Teofrasto ne consigliava l’uso della radice per combattere la scabbia delle pecore.
Questa pianta risulta essere tossica in grandi quantità.
Il succo del frutto è considerato tossico, colpisce i sistemi respiratorio, cardiaco e gastrico oltre a qualsiasi membrana mucosa con cui entra in contatto.
Nonostante ciò è stato usato come pianta medicinale per oltre 2000 anni, sebbene abbia un effetto molto violento sul corpo e attualmente ha poco uso nell’erboristeria moderna.
In medicina, la pianta è nota soprattutto per il suo alto contenuto di cucurbitacine, che possono fornire alla specie varie attività biologiche. La più alta concentrazione di cucurbitacine si trova nei frutti, seguiti da steli e foglie. Oltre alle cucurbitacine, la specie contiene altri importanti composti, che possono anche potenziare le sue attività biologiche.
C’è stato un notevole interesse di ricerca sul potenziale di questa pianta per uso medicinale. Gli studi suggeriscono che ha vari effetti benefici, tra cui attività epatoprotettive e neuroprotettive oltre a un effetto benefico sul danno polmonare indotto dalla sepsi. L’attività protettiva può essere dovuta alla sua capacità di ridurre l’adesione addominale e può essere uno strumento utile per l’attività antinfiammatoria nella prevenzione dell’adesione peritoneale postoperatoria.
I semi contengono uno specifico polipeptide, in realtà un inibitore della proteasi, che agisce specificamente contro la tripsina, essendo uno dei più potenti inibitori della tripsina.
La cucurbitacina E non è studiata solo per il suo effetto citotossico, ma anche per la sua capacità di stimolare il sistema immunitario, che può essere vitale per la possibile attività antitumorale. Allo stesso tempo, sembra avere effetti citotossici minori su linee cellulari normali.
Il succo del frutto è antimicrobico, antinfiammatorio, antiossidante, antireumatico, cardiaco, citotossico e purgante.
La pianta è un potentissimo purgante che provoca l’evacuazione dell’acqua dalle viscere.
Viene utilizzata internamente nel trattamento dell’edema associato a disturbi renali, problemi cardiaci, reumatismi, paralisi e fuoco di Sant’Antonio.
La pianta è anche tradizionalmente utilizzata come trattamento per otite, sinusite, febbre malarica, mal di testa o sinusite e reumatismi.
Il succo, applicato esternamente, è stato utilizzato per curare sinusiti e dolori articolari. Tuttavia questo rimedio dovrebbe essere usato con molta cautela e solo sotto la supervisione di un professionista qualificato.
Dosi eccessive hanno causato infatti gastroenterite e persino la morte. Inoltre non dovrebbe essere usato dalle donne incinte poiché può causare l’aborto.
La radice contiene un principio analgesico.
Tra gli altri usi si riporta che le cucurbitacine presenti nella composizione di questa specie (principalmente cucurbitacina D e cucurbitacina I) possono svolgere un ruolo importante nei meccanismi di difesa della pianta. Ad esempio, sono attivi contro Botrytis cinerea Pers., a causa dell’inibizione della formazione di laccasi.
Gli estratti di foglie mostrano una potente attività insetticida che può essere il risultato dei meccanismi di difesa interni della pianta. Questo è anche il motivo principale della possibilità di utilizzare gli estratti della pianta per inibire la germinazione o la crescita di alcune altre specie vegetali.
Modalità di Preparazione –
L’ Ecballium elaterium è una pianta utilizzata ed anche coltivata per scopi medicinali il cui uso è andato scemando col tempo.
Era pratica usuale raccogliere i frutti completamente cresciuti ma acerbi durante l’estate e lasciati in contenitori fino a quando il contenuto non veniva espulso e il succo era raccolto e quindi essiccato per un uso successivo.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/202644434/original.jpeg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.