Lepidium draba
Lepidium draba
La lattona o cardaria draba, crescione canuto, cima bianca, (Lepidium draba L.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Dilleniidae,
Ordine Capparales,
Famiglia Brassicaceae,
Tribù Lepidieae,
Genere Lepidium,
Specie L. draba.
Sono sinonimi i termini:
– Cardaria brachypetala Opiz;
– Cardaria brachysepala Opiz, 1852;
– Cardaria cochlearia Spach;
– Cardaria draba (L.) Desv.;
– Cardaria draba subsp. draba (L.) Desv.;
– Cardaria draba var. dunense Rouy & Foucaud;
– Cardiolepis dentata Wallr.;
– Cochlearia draba (L.) L.;
– Crucifera cardaria E.H.L.Krause;
– Draba ruderalis Baumg.;
– Hymenophysa macrocarpa Franch.;
– Jundzillia draba (L.) Andrz.;
– Jundzillia draba Andrz. ex DC.;
– Lepidium arvense J.S.Muell.;
– Lepidium arvense Mill.;
– Lepidium diversifolium Freyn & Sint. ex Freyn;
– Lepidium draba subsp. draba;
– Lepidium draba subsp. eudraba Thell.;
– Lepidium draba var. longistylum Trautv.;
– Lepidium draba var. matritense (Pau) Thell.;
– Lepidium drabifolium St-Lag.;
– Lepidium madritense Pau, 1887;
– Lepidium matritense Pau;
– Nasturtium draba (L.) Crantz;
– Nasturtium draba (Linnaeus) Kuntze.
Etimologia –
Il termine Lepidium proviene dal greco λεπίδιον lepídion diminutivo di λεπίϛ lepís squama (di pesce), scaglia: per la forma delle siliquette simili a piccole scaglie.
L’epiteto specifico draba viene dal greco δράβη, drábe nome di una pianta in Dioscoride (forse Cardaria draba o Lepidium draba); De Theis scrive che secondo Linneo (Phil. bot.) δράβη significa aspro, pungente, con riferimento al sapore delle foglie.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Lepidium draba è una pianta originaria dell’Asia occidentale e dell’Europa sud-orientale ma ampiamente introdotta in varie parti del mondo. È presente in gran parte del Mediterraneo, dove si estende a nord fino alla Russia europea meridionale e ad est fino al Kazakistan, al Pakistan e all’Arabia.
L’ampia distribuzione attuale riflette la sua adattabilità e capacità di crescere e riprodursi in diverse condizioni ambientali, da località costiere a montane. Sugli altipiani asiatici arriva fino a 4200 m di quota, sulle Alpi fino a 1520 m, in Iran e in Giordania a 1600 m, nell’altopiano di Baha (Arabia Saudita) da 1700-2400 m.
È una specie invasiva in alcune parti del mondo come nel Nord America, introdotta da semi contaminati agli inizi del 1900. È diffusa anche in gran parte dell’Australia sudorientale e sudoccidentale.
Nelle aree dove è stata introdotta (come Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti, Sudafrica, Australia, ecc.) si comporta da infestante dei seminativi, dei pascoli, ed è anche presente negli incolti, negli argini di fossi, nelle scarpate ferroviarie e lungo i bordi delle strade. I sistemi colturali, come l’aratura, possono favorirne la diffusione. Oggi è naturalizzata in gran parte del mondo, adatta com’è ad ogni clima, dal livello del mare a 1520 m di quota sulle Alpi e 4200 m negli altipiani asiatici.
Il suo habitat è così quello dei campi arabili, delle terre desolate e dei fossati dell’Europa mediterranea e del sud-est,
È propria delle aree aperte ma può sopportare un’ombra moderata, preferisce terreni secchi, ricchi di nutrienti, sabbiosi e ghiaiosi, talora argillosi ma non tollera ristagni d’acqua.
Descrizione –
Il Lepidium draba è una pianta erbacea, perenne, glabra o con peli semplici, che cresce fino 60-80 cm, provvista di radici rizomatose, color bruno, sia verticali (scendono in profondità fino a 75–80 cm) sia orizzontali dalle quali si formano le rosette di foglie.
Dal centro della rosetta si elevano i fusti, sub-glabri o grigio-pubescenti, semplici, ramificati in alto.
Le foglie basali non sono persistenti, sono picciolate, lanceolate, indivise con margine intero o dentato di 1-3 x 2-7 cm.
Le foglie superiori sono pelose o glabre, lanceolate con margine poco dentato, lunghe 1-5 (-8) cm e larghe 1-3 cm, alterne, sessili, semi-amplessicauli con base bi-auricolata.
L’infiorescenza è un racemo simile a un corimbo piatto con fiori sorretti da pedicelli lunghi 2-10 mm, più o meno patenti alla fruttificazione.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi con quattro petali bianchi spatolati, artigliati, lunghi 3-5 mm e sepali, circa la metà dei petali (1,5-2,5 mm), glabri, caduchi, di colore verde a volte con margine biancastro. L’androceo è formato da sei stami tetradinami con filamenti di 2-3 mm e antere ovate di 0,4-0,5 mm. L’ovario è costituito da 2 carpelli saldati. Lo stilo è lungo 0,7-1,5 mm.
L’impollinazione è entomogama (attuata da insetti) ma, talora, autogama. La pianta in genere fiorisce da maggio a luglio e fruttifica dopo uno o due mesi ma, in condizioni climatiche favorevoli, può produrre semi anche in autunno.
I frutti sono delle siliquette obcordate di 3-4 mm, bilobate, glabre, reticolate e ricoperte di piccole scaglie, con stilo di 0,7-1,5 mm.
All’interno è presente un seme per loculo di 1,5-2,3 mm, ovoidale, bruno-rossiccio, con una depressione longitudinale.
Coltivazione –
Il Lepidium draba è una pianta perenne che viene raccolta allo stato selvatico per uso locale come alimento e medicinale.
Questa pianta è diffusa in una vasta gamma di habitat; alle alte e basse latitudini. Si trova in terreni irrigui e ad alto contenuto di umidità ed esiste anche nelle regioni aride. Invade tutti i tipi di terreno, anche se preferisce quelli alcalini e può germinare in terreni salini. Tutte queste caratteristiche e adattamenti forniscono vantaggi eccezionali a questa pianta e riflettono il suo elevato potenziale di invasione di diversi sistemi agricoli. La pianta può invadere sia gli ecosistemi agricoli che quelli naturali.
In determinate condizioni questa pianta rappresenta una seria minaccia per l’agricoltura e l’ambiente. Presenta un’elevata tolleranza ecologica ed è potenzialmente dannosa per la salute umana e animale. La sua capacità di invadere e riprodursi con diversi mezzi e di ospitare agenti fitopatogeni rendono questa pianta infestante invasiva con notevoli problemi per l’uomo e le risorse naturali.
Si tratta di una pianta moderatamente resistente al freddo, essendo in grado di tollerare temperature che scendono fino a circa -20 °C.
Per la sua crescita è una pianta molto versatile, anche se per prosperare ha bisogno di una posizione soleggiata. Cresce nella maggior parte dei terreni, sebbene preferisca condizioni da neutre a alcaline. Tollera terreni ad alto contenuto di umidità e può crescere anche in condizioni semiaride e nei terreni salini.
Introdotta ed invasiva in vari paesi come in Gran Bretagna dove è stata introdotta intorno al 1802 nel porto di Swansea, probabilmente come zavorra. Nel 1840 arrivò nell’area intorno a Newhaven, assieme ai semi del grano d’importazione. Nel 1887 era presente in diverse parti della Gran Bretagna meridionale, nelle contee orientali e nel Galles. In America settentrionale la pianta è stata probabilmente introdotta da coloni europei assieme a semi di erba medica o alla zavorra delle navi. In Canada è stata segnalata nel 1878 e negli Stati Uniti, a Long Island (New York) nel 1862.
In Europa invade le coltivazioni di mais, cereali, patate, barbabietola da zucchero, girasole, tabacco, ortaggi e vigneti. Nell’ex Unione Sovietica è una delle principali infestanti dell’orzo, in Australia si rinviene nei campi di cereali e in Giordania, Spagna e Svizzera nei frutteti, in Iran si trova nelle coltivazioni della barbabietola da zucchero e in Africa meridionale e negli Stati Uniti nei pascoli.
È stato verificato che una singola pianta può estendersi, in un anno, su un’area di 3,6 m². La maggior parte della biomassa, circa il 76 %, si trova sotto terra e le radici striscianti e profondamente penetranti ne rendono difficile l’estirpazione.
La L. draba è una pianta difficile da controllare con le normali tecniche colturali, sopravvive anche alla pacciamatura e alla lavorazione del terreno con le macchine agricole, che frantumando le radici ne favoriscono la riproduzione vegetativa.
Nel Regno Unito, si eseguono tagli regolari e frequenti delle parti aeree evitando la produzione di semi e nello stesso tempo riducendo le riserve nelle radici. Anche in Canada si pratica questo tipo di controllo. L’aratura profonda, almeno 40 cm, e la successiva messa a riposo del terreno (maggese) possono essere efficaci.
La pianta invade anche gli ambienti naturali rappresentando una seria minaccia per le specie autoctone e per gli ecosistemi che s’impoveriscono di biodiversità. Anche la fauna selvatica è influenzata negativamente dalla presenza di questa pianta.
Si stima che una pianta matura possa produrre da 1.200 a 4.800 semi. La disseminazione è anemocora, cioè operata da vento, e i semi possono rimanere vitali nel terreno per circa due-tre anni.
La specie può riprodursi vegetativamente da frammenti delle radici. Infatti, le gemme possono formarsi da quelle in prossimità del suolo, dando origine alle rosette, mentre le radici profonde possono produrne di nuove che si portano verso la superficie.
In genere è una pianta invadente, allelopatica verso le specie che la circondano, e difficile da estirpare.
Usi e Tradizioni –
Il Lepidium draba è una pianta conosciuta con alcuni nomi comuni; tra questi si riportano: “whitetop”, “hoary cress”, “Thanet cress”, “Heart-Pod Hoary Cress” (inglese); “lattona”, “cardaria draba”, “crescione canuto”, “cima bianca” (italiano); “flor bábol”, “capellanes”, “mastuerzo oriental”, “mastuerzo bárbaro”, “coroneta” (spagnolo).
È una pianta da sempre usata nella medicina tradizionale, per cui mostra, in compenso, promettenti virtù medicinali e in Spagna trova anche impieghi culinari.
Infatti, si è provato che la pianta presenta attività antibatterica su Staphylococcus aureus e Bacillus subtilis (Gram-positivi) e su Pseudomonas aeruginosa ed Escherichia coli (Gram-negativi).
In Spagna, come detto, Lepidium draba è considerata una specie selvatica commestibile e di alto valore nutritivo. Le foglie giovani e i germogli si adoperano crudi in insalata, mentre le foglie mature vengono cotte come erbe aromatiche. Il seme si usa nei condimenti come succedaneo del pepe.
Inoltre si presta ad essere utilizzata come pianta ornamentale in particolare nei giardini ma con tutti gli accorgimenti necessari.
Nella medicina tradizionale Lepidium draba si utilizzava contro un’ampia gamma di disturbi come antinfiammatorio, antitumorale, antimicrobico, antiossidante, ipoglicemizzante. In infuso, i semi e le foglie si usavano come espettorante, purgante e ipoglicemizzante (diminuzione del livello di glucosio nel sangue). Negli anni il suo uso è stato ridotto perché ritenuto di limitata efficacia. Recentemente sono stati fatti studi sul contenuto delle parti aeree e sono stati riscontrati alcaloidi, saponine, flavonoidi, terpenoidi, tannini, triterpenoidi e leucoantociani.
Inoltre, nei germogli e nei semi sono presenti glucosinolati allelopatici che servono alla pianta a impedire la crescita delle altre piante vicine. In uno studio di screening per sostanze antimicrobiche è stato notato che gli estratti di parti aeree di Lepidium draba avevano attività citotossica e interferivano con il metabolismo degli acidi nucleici dei batteri.
Modalità di Preparazione –
Il Lepidium draba è una pianta di cui si fa un uso alimentare o medicinale.
Le foglie giovani e i germogli si consumano crudi in insalata o cotti come verdura.
Le foglie e i gambi hanno un livello di proteina grezza più elevato rispetto agli spinaci o al cavolo, con livelli riportati compresi tra il 7,7 e il 28,8%.
Un rapporto afferma che le foglie giovani contengono la tossina acido cianidrico, ma non fornisce ulteriori dettagli.
Le foglie dal sapore pungente vengono usate come condimento.
Il seme viene utilizzato come condimento, è un sostituto del pepe.
In campo medicinale è un’erba antiscorbutica.
I semi sono stati usati come cura per la flatulenza.
L’infuso preparato con le sue foglie è diuretico.
La pianta un tempo era tradizionalmente utilizzata per scopi medicinali, compresi trattamenti antinfiammatori e antibatterici.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/266921450/original.jpg
– https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b7/Lepidium_draba_%E2%80%94_Flora_Batava_%E2%80%94_Volume_v14.jpg
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