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Piper auritum

Piper auritum

Il Pepe messicano (Piper auritum Kunth, 1815) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Piperaceae.

Sistematica –
Dalpunto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Magnoliidae,
Ordine Piperales,
Famiglia Piperaceae,
Genere Piper,
Specie P. auritum.
Sono sinonimi i termini:
– Artanthe aurita (Kunth) Miq.;
– Artanthe sancta Miq.;
– Artanthe seemanniana Miq.;
– Piper alstonii Trel.;
– Piper auritilaminum Trel.;
– Piper auritilimbum Trel.;
– Piper auritum var. amplifolium C.DC.;
– Piper auritum var. schiedeanum C.DC.;
– Piper auritum var. seemannianum (Miq.) Trel.;
– Piper heraldii Trel.;
– Piper heraldii var. amplius Trel.;
– Piper heraldii var. amplius Trel. ex Woodson & Schery;
– Piper heraldii var. cocleanum Trel.;
– Piper perlongipes Trel.;
– Piper sanctum (Miq.) Schltdl.;
– Piper sanctum (Miq.) Schltdl. ex C.DC.;
– Schilleria aurita (Kunth) Kunth.

Etimologia –
Il termine Piper proviene dal greco πέπερι péperi (in sanscrito píppali): pepe.
L’epiteto specifico auritum viene dal latino “auritus, a, um”, cioè che ha le orecchie lunghe, in riferimento alla forma delle foglie.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Piper auritum è una pianta originaria delle Americhe, in particolar modo di un areale che comprende Belize, Colombia, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua e Panama; è coltivato anche in California e nel sud-est della Florida ed è stato recentemente introdotto in Bolivia ed alle Hawaii.
Il suo habitat è quello di aree ai margini delle foreste umide e in spazi aperti dal livello del mare fino a circa 2000 m di altitudine; la pianta è caratteristica dei siti disturbati e lungo fiumi e strade, negli acahuales, in piantagioni come quelle di caffè o di cacao. In Guatemala cresce nelle foreste, nelle zone ripariali e nelle zone umide di tutto il paese. In El Salvador è conosciuto in tutto il paese. In Costa Rica è comune in tutte le zone umide. In queste aree tende a formare spesso fitti boschetti in terreni abbandonati, anche a causa della grande abbondanza di semi prodotti.

Descrizione –
Il Piper auritum è una pianta perenne, che cresce in forma di arbusto o piccolo albero, alto da 1,5 a 5 m, con fusti con nodi visibili e lisci. I fusti sono ramificati ed i rami giovani ricoperti da abbondante peluria morbida.
Può formare una radice principale o, eventualmente, a seconda del tipo di terreno, può formare radici laterali. Può anche formare radici avventizie.
Le foglie sono semplici, alterne, con lamine di 13-35 x 12-26 cm, di forma da ovate o da largamente ovate a ellittico-ovate, con apice acuto, la base da cuoriforme a profondamente auricolata (a forma di orecchio), il lobo più grande, lungo quanto il picciolato e spesso sovrapposto, il più corto fino a 1/3 della lunghezza del picciolo, il margine intero, poco pubescente, picciolato.
Le infiorescenze sono delle spighe che si trovano in posizione ascellare, lunghe da 6 a 35 cm e spesse 4-5 mm, di colore da bianco a verde chiaro, sottili con aspetto a “coda di topo”. I fiori sono minuscoli, fittamente raggruppati sul rachide senza formare fasce attorno alla spiga.
I frutti sono lunghi 0,8–1 mm, di forma obovoide, glabri, di colore verde chiaro, con un seme.

Coltivazione –
Il Piper auritum è una pianta che raramente diventa legnosa nella parte inferiore che viene talvolta raccolta allo stato selvatico per le sue foglie, che vengono utilizzate come aromatizzanti negli alimenti.
È una pianta di facile coltivazione e veloce crescita dal fogliame particolarmente ornamentale, coltivabile nei climi tropicali, subtropicali e marginalmente temperato caldi, dove può sopportare senza danno temperature fino a circa 0 °C, temperature inferiori, fino a circa -6 °C, distruggono la parte aerea, ma la pianta solitamente è in grado di ricrescere dalle radici in primavera.
Può crescere in pieno sole ma è preferibile una posizione parzialmente ombreggiata e non è particolarmente esigente riguardo al terreno, purché ben drenante; le innaffiature in estate devono essere regolari e abbondanti, richiedendo un suolo permanentemente umido.
Dove il clima non consente la permanenza con continuità all’aperto, può essere coltivata in vaso, in terriccio sabbioso, drenante, ricco di sostanza organica, per potere essere ricoverata in inverno in ambiente protetto, luminoso, con temperature preferibilmente non inferiori a 10 °C.
Questa pianta presenta una rapida proliferazione dalla superficie dei rizomi e può formare grandi popolazioni in brevi periodi di tempo. I fiori sono impollinati da piccoli coleotteri o mosche. I semi vengono dispersi da pipistrelli e uccelli, che rimuovono l’intera spiga.
È una pianta che può essere propagata asessualmente ed è comune nei giardini come pianta di uso quotidiano nella cucina messicana.

Usi e Tradizioni –
Il Piper auritum è una pianta conosciuta con vari nomi comuni; tra questi riportiamo: anison, ear-leaf pepper, false kava, mexican pepper leaf, root beer plant, sacred pepper, Vera Cruz pepper (inglese); acoyo, acullo cimarrón, acuyo, alajan, anisillo, cordoncillo, cordoncillo blanco, hierba santa, hinojo sabalero, hoja de estrella, hoja de jute, hoja santa, hoja de Santa María, momo, monca blanca, pimienta sagrada, Santa María, santilla de comer (spagnolo); anispfeffer, mexikanischer blatpfeffer (tedesco).
Una leggenda messicana narra che la Vergine Maria asciugò i pannolini di Gesù Bambino in un cespuglio di questa pianta da cui deriva uno dei nomi.
Questa pianta viene spesso utilizzata nella cucina messicana, soprattutto nei tamales di alcune zone del Messico meridionale, dove pesce o carne vengono avvolti nelle sue foglie profumate per cucinare piatti squisiti, come il tapixtle e il pilte del sud di Veracruz e del Tabasco. In Guatemala si usa nella regione Maya-Q’eqchi’ per preparare il pachay, che sostanzialmente è pesce con peperoncino e achiote, avvolto in foglie di Santa María, per avvolgerlo ulteriormente in foglie di banana, si possono usare anche le foglie di maxán, viene sepolto e sopra viene acceso un falò sul quale viene cotta sopra una zuppa di pesce. Una volta pronta la zuppa, si dissotterrano i pesci e si cuoce il pachay al vapore, questa è un’autentica ricetta preispanica.
Oltre ad essere utilizzate come condimento, le foglie vengono utilizzate come calmanti per lo stomaco, analgesici e stimolanti nella medicina tradizionale. Il sapore particolare dell’acuyo è stato paragonato a quello di varie piante: eucalipto, liquirizia, sassofrasso, anice, noce moscata, menta, dragoncello e pepe nero.
In omeopatia si utilizzano la tintura della pianta intera e le diluizioni contro l’asma, la bronchite, la laringite acuta o cronica, la dispnea e le infiammazioni in genere.
L’olio fogliare di Piper auritum contiene una concentrazione relativamente elevata di safrolo epatotossico, circa il 70%. Alcuni degli altri 40 costituenti presenti in quantità minori erano α-tujene, α-pinene, canfene, β-pinene, mircene e limonene.
Le foglie contengono elevate concentrazioni di safrolo, che conferisce loro il tipico aroma, composto aromatico tossico, sospetto cancerogeno, il loro uso andrebbe quindi in qualche modo scoraggiato o comunque limitato evitando gli eccessi; le foglie inoltre sono utilizzate da tempi remoti nella medicina popolare per varie patologie.
Quando vengono schiacciati, i fusti e le foglie emanano un forte odore di anice.

Modalità di Preparazione –
Le foglie, fresche o essiccate di Piper auritum sono utilizzate, in particolare nella cucina messicana, per aromatizzare varie pietanze e avvolgere carne o pesce per la cottura, per preparare una tipica salsa verde e un liquore.
Viene spesso utilizzato nella cucina messicana nei tamales, pesce o carne avvolti nelle sue foglie profumate per cucinare, e come ingrediente essenziale nel mole verde, una salsa verde originaria della regione di Oaxaca in Messico.
Viene utilizzato anche per aromatizzare uova e zuppe come il pozole. Nel Messico centrale viene utilizzato per aromatizzare le bevande al cioccolato. Nel Messico sudorientale, dalla hoja santa si ottiene un liquore verde chiamato verdín.
Sebbene venga tipicamente utilizzato fresco, viene utilizzato anche essiccato, sebbene il processo di essiccazione rimuova gran parte del sapore e renda la foglia troppo fragile per essere utilizzata come involucro.
Le foglie giovani, occasionalmente cotte, vengono mangiate come verdure.
Le foglie hanno il sapore e l’aroma della salsapariglia.
Le foglie vengono avvolte attorno all’impasto tamale prima che venga confezionato in foglie di mais e cotto a vapore.
In campo medicinale le foglie vengono utilizzate come calmanti per lo stomaco, analgesici e stimolanti nella medicina tradizionale.
Viene impiegato anche in omeopatia dove viene preparata una tintura (e sue diluizioni), ottenuta dalla pianta intera per curare asma, bronchite, laringite acuta o cronica, dispnea e infiammazioni in genere.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/310563757/original.jpeg
https://sernecportal.org/imglib/seinet/sernec/USCH/USCH0051/USCH0051722.JPG

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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