Couroupita guianensis
Couroupita guianensis
L’albero delle palle di cannone (Couroupita guianensis Aubl., 1755) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Lecythidaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Dilleniidae,
Infraclasse Eudicotiledoni,
Superordine Asteridi,
Ordine Ericales,
Famiglia Lecythidaceae,
Genere Couroupita,
Specie C. guianensis.
Sono sinonimi i termini:
– Couratari pedicellaris Rizzini;
– Couroupita acreensis R.Knuth;
– Couroupita antillana Miers;
– Couroupita froesii R.Knuth;
– Couroupita guianensis var. surinamensis (Mart. ex Berg) Eyma;
– Couroupita idolica Dwyer;
– Couroupita membranacea Miers;
– Couroupita peruviana O.Berg;
– Couroupita saintcroixiana R.Knuth;
– Couroupita surinamensis Mart.;
– Couroupita surinamensis Mart. ex Berg;
– Couroupita venezuelensis R.Knuth;
– Lecythis bracteata Willd.;
– Pekea couroupita Juss.;
– Pekea couroupita Juss. ex DC..
Etimologia –
Il termine Couroupita è il suo nome vernacolare, indigeno nativo, della Guyana Francese, proveniente da Couroupitoutoumou.
L’epiteto specifico guianensis è in relazione al suo luogo di origine.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Couroupita guianensis è un albero tropicale sempreverde originario dell’America Centrale e Meridionale tropicale (Brasile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guyana, Guyana Francese, Panama, Perù, Suriname e Venezuela).
Il suo habitat naturale è quello delle foreste pluviali dell’America centrale e del Sud America dove cresce nelle dense foreste umide, spesso lungo i fiumi, a bassa altitudine; in Perù cresce ad altitudini inferiori a 500 metri.
Inoltre è coltivato in molte altre aree tropicali a causa dei suoi larghi, profumati fiori, e dei suoi grandi, interessanti frutti.
Descrizione –
La Couroupita guianensis è un albero sempreverde o semisempreverde che può raggiungere un’altezza di circa 35 metri e con una chioma densa e oblunga.
Il fusto è cilindrico, con un diametro che può superare i 70 cm a la corteccia è di colore grigio brunastra, leggermente fessurata longitudinalmente.
Le foglie sono raggruppate all’apice dei rami, sono alterne, ovate o lanceolate a margine intero o leggermente dentato, lunghe 10-20 cm e larghe 4-10 cm, di colore verde intenso.
I fiori nascono in racemi lunghi fino a 80 cm. Alcuni alberi producono talmente tanti fiori che il tronco ne è interamente coperto; un albero può produrre anche fino a 1000 fiori al giorno. I fiori sono intensamente profumati, soprattutto di notte e la mattina presto. Il loro diametro può arrivare fino a 6 cm, hanno sei petali e colori che vanno dalle sfumature del rosa al rosso vicino alla base, al giallastro verso le estremità. Gli stami sono situati in due aree: un anello di stami al centro e un gruppo di stami che si è modificato in una specie di uncino. Anche se i fiori mancano del nettare, sono molto attrattivi per le api, che li visitano per il polline. I fiori producono due tipi di polline: fertile dagli stami dell’anello, sterile dalla struttura ad uncino. I fiori sono inoltre impollinati dai grandi pipistrelli dei tropici.
I frutti sono di forma sferica con un guscio legnoso e arrivano a un diametro di massimo 25 centimetri. Quelli più piccoli possono avere fino a 65 semi, ma i più grandi possono arrivare a 550 semi. Un albero può avere fino a 150 frutti, che possono richiedere anche più di un anno per maturare (fino a 18 mesi). Quando i frutti cadono a terra, spesso lo fanno con un rumore forte ed “esplosivo”. Si spaccano quasi sempre, permettendo agli animali di nutrirsi della polpa e disperdere così i semi. I frutti che restano interi possono essere rotti solo da animali come i pecari.
Coltivazione –
La Couroupita guianensis è un albero che viene talvolta raccolto allo stato selvatico per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali.
È un albero molto ornamentale, soprattutto quando si ammanta di fiori o dei grandi frutti che si producono sul tronco.
È uno degli alberi più curiosi e ornamentali, il tronco degli esemplari adulti può essere coperto dai fiori e frutti, presenti contemporaneamente, i fiori durano un solo giorno, ma prodotti in successione e in gran numero. Questo albero viene utilizzato, per lo più, come curiosità botanica, in parchi e giardini di grande estensione con l’accortezza di evitare luoghi di passaggio e stazionamento per la pericolosità dei pesanti frutti che possono cadere in qualsiasi momento.
C’è infatti lo svantaggio che i frutti grandi e pesanti, che hanno un cattivo odore, possono causare incidenti quando cadono dall’albero.
È una pianta molto sensibile al gelo dove può sopportare eccezionali abbassamenti di temperatura fino a -1 °C per brevissimo periodo.
Per essere coltivata preferisce una posizione soleggiata. In natura è una pianta che ama terreni da umidi a bagnati, sebbene possa avere successo anche su terreni asciutti.
Sebbene in natura viva su suoli pressoché permanentemente umidi, a volte inondati, si adatta anche a climi spiccatamente stagionali, sopportando periodi di secco.
Per quanto riguarda l’impollinazione, sebbene i fiori siano privi di nettare, sono molto attraenti per le api, che vengono per il polline. I fiori producono due tipi di polline: polline fertile dagli stami anulari e polline sterile dalla struttura del cappuccio. Gli impollinatori devono farsi strada tra le due aree di stami mentre raccolgono il polline. L’ape Xylocopa brasilianorum è un impollinatore comune di alberi coltivati a Rio de Janeiro, appena fuori dall’areale nativo dell’albero. È noto che anche altre api come Xylocopa frontalis, così come vespe, moscerini dei fiori e bombi visitano i fiori.
La propagazione avviene normalmente per seme; il seme va seminato il più presto possibile dopo la raccolta, non richiede pretrattamento. I semi possono essere seminati in penombra, sia in aiuole che in contenitori singoli.
Quando si utilizzano semi freschi, un tasso di germinazione superiore all’80% si verifica solitamente entro 8-15 giorni.
Le piantine devono essere collocate in contenitori singoli quando raggiungono i 6-10 cm di altezza e sono pronte per essere piantate quando hanno 7 mesi.
In natura i semi vengono dispersi dagli animali che si nutrono dei frutti. Quando i frutti cadono a terra, il guscio duro e legnoso solitamente si apre, esponendo polpa e semi. I frutti che rimangono interi possono essere aperti da animali come i pecari. Molti animali si nutrono della polpa e dei semi, compresi i pecari, la paca, i polli e i maiali domestici. I semi sono ricoperti di tricomi che possono proteggerli mentre attraversano il sistema digestivo degli animali.
Usi e Tradizioni –
L’albero fu chiamato Couroupita guianensis per la prima volta dal botanico francese Jean Baptiste Christophore Fusée Aublet nel 1755.
Questa pianta è conosciuta con vari nomi comuni, tra cui: cannonball-tree (inglese); abricot sauvage, arbre à bombres, arbre à boulet de canon (francese); abricó-de-macaco, abricoteiro-de-macaco, amêndoa-dos-andes, castanha de macaco, curupita, macacarecuia (portoghese – Brasile); bala de cañón, bola de cañón, coco de mono, granadillo de las huaca, mamey hediondo, maraco, muco, palo de paraíso, palo santo, taparo de monte (spagnolo); kanonenkugelbaum (tedesco).
L’albero viene spesso confuso, dagli induisti e dai buddhisti del sud est asiatico, con la Shorea robusta (in thai: สาละ – salà) l’albero sotto cui il Buddha è morto.
Si tenga in considerazione il luogo di origine della pianta (Americhe del centro sud), scoperta da Colombo (1492 d.C.) e la data della morte del Buddha (486 a.C.), per non dire dell’induismo. Logico presupporre che la pianta non poteva trovarsi nel sub continente indiano circa 2.000 anni prima della scoperta del continente americano.
L’albero, infatti, oltre ad essere sacro per gli indigeni dell’Amazzonia, lo è diventato anche presso gli Indù ed è piantato nei templi dedicati a Shiva in India.
Per questo motivo, in India, l’albero è sacro per gli indù, che credono che i suoi fiori incappucciati assomiglino al nāga sotto il quale lo stigma bianco assomiglia a un Lingam, e quindi viene coltivato nei templi di Shiva. Da allora l’albero è stato piantato nei siti religiosi buddisti e indù in Asia nella convinzione che sia l’albero delle sacre scritture. Nello Sri Lanka, in Tailandia e in altri paesi buddisti Theravada è stato piantato nei monasteri buddisti e in altri siti religiosi
Il frutto di questa pianta è commestibile ma in genere non è mangiato dalle persone, perché può avere uno sgradevole odore. Tuttavia viene usato dall’uomo come foraggio per animali domestici.
È stato usato per trattare l’ipertensione, i tumori, il dolore e l’infiammazione, il comune raffreddore, il mal di stomaco, le malattie e le ferite della pelle, la malaria e il mal di denti, sebbene manchino dati sulla sua efficacia.
Tutte le parti della pianta sono utilizzate nella medicina tradizionale. Il guscio esterno (esocarpo) legnoso del frutto viene localmente usato come contenitore, la parte superiore del frutto si stacca infatti facilmente come un coperchio, e per ornamento.
Tra gli altri usi si ricorda che i fiori hanno un profumo meraviglioso e possono essere usati per profumare profumi e cosmetici.
I gusci duri del frutto vengono talvolta utilizzati come contenitori.
Il durame è di colore giallo chiaro; non è chiaramente delimitato dall’alburno. La tessitura è da media a grossolana; la fibratura diritta o intrecciata; c’è un odore sgradevole dal legno verde. Il legno è da leggero a molto leggero; da molto morbido a morbido; non durevole, essendo sensibile ai funghi, ai tarli del legno secco e alle termiti. La stagionatura è piuttosto lenta, con lievi rischi di screpolature o distorsioni; una volta asciutto risulta moderatamente stabile in servizio. Il legno si lavora facilmente con gli attrezzi comuni, anche se presenta tendenza alla lanosità e per ottenere una buona finitura è consigliabile la stuccatura; la chiodatura e l’avvitamento sono scadenti; l’incollaggio è corretto. Il legno viene utilizzato per vari scopi di valore inferiore, tra cui giocattoli, scatole e gabbie, fiammiferi, falegnameria e pannellature interne, componenti di mobili, articoli in legno, galleggianti, pannelli listellari e pannelli in fibra.
Dal punto di vista ecologico la Couroupita guianensis è molto diffusa, ma non è comune da nessuna parte. L’habitat di questa specie è ampiamente diminuito a causa del disboscamento per gli insediamenti, il legname e l’agricoltura, con il risultato che le popolazioni sono diventate minacciate a livello nazionale. La sottopopolazione panamense è limitata a pochi alberi in due province. La pianta è classificata come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate (2013).
Modalità di Preparazione –
La Couroupita guianensis è una pianta che produce dei frutti la cui polpa è edule ed a volte localmente consumata, ma l’odore ne scoraggia l’uso alimentare, tranne che per gli animali.
Nell’uso medicinale si utilizza la polpa del legno, dopo l’esposizione, nella cura delle malattie della pelle degli animali.
La polpa del frutto e i semi vengono ingeriti come rinfrescante.
Inoltre si utilizza il legno che viene lavorato per vari scopi e oggetti di valore inferiore, tra cui giocattoli, scatole e gabbie, fiammiferi, falegnameria e pannellature interne, componenti di mobili, articoli in legno, galleggianti, pannelli listellari e pannelli in fibra.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/117761728/original.jpg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.