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Camellia japonica

Camellia japonica

La Camelia del Giappone (Camellia japonica L., 1753) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Theaceae.

Sistematica –
Da un punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Dillenidae,
Ordine Theales,
Famiglia Theaceae,
Genere Camellia,
Specie C. japonica.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Camellia bonnardii Berl.;
– Camellia bonnardii Berl. ex Lem.;
– Camellia bononicana Anon.;
– Camellia fimbriata P.B.Mead;
– Camellia florida Salisb.;
– Camellia hayaoi Yanagita;
– Camellia hayaoi Yanagita ex Kusaka;
– Camellia hozanensis (Hayata) Hayata;
– Camellia imbricata P.B.Mead;
– Camellia imperialis Van Houtte;
– Camellia incarnata P.B.Mead;
– Camellia japonica f. albipetala H.T.Chang;
– Camellia japonica f. ilicifolia Makino;
– Camellia japonica f. lancifolia H.Hara;
– Camellia japonica f. leucantha Makino;
– Camellia japonica f. leucantha Makino ex H.Hara;
– Camellia japonica f. lilifolia Makino;
– Camellia japonica f. longifolia Uyeki;
– Camellia japonica f. macrocarpa (Masam.) Tuyama;
– Camellia japonica f. otome Makino;
– Camellia japonica f. parviflora Makino;
– Camellia japonica f. polypetala Makino
– Camellia japonica f. trifida Makino;
– Camellia japonica subsp. hortensis (Makino) Masam. & Yanagita;
– Camellia japonica subsp. hozanensis (Hayata) Yamam.;
– Camellia japonica var. adelaideae Drapiez;
– Camellia japonica var. anemoniflora-rosea C.Morren;
– Camellia japonica var. chandleri Herb.;
– Camellia japonica var. concava Makino;
– Camellia japonica var. conferta Herb.;
– Camellia japonica var. curvatifolia C.Morren;
– Camellia japonica var. delicatissima C.Morren;
– Camellia japonica var. donckelarii C.Morren;
– Camellia japonica var. eburnea Herb.;
– Camellia japonica var. foliolosa Herb.;
– Camellia japonica var. halleyi Scheidw.;
– Camellia japonica var. haylockii Herb.;
– Camellia japonica var. hexapetala Makino;
– Camellia japonica var. hortensis (Makino) Makino;
– Camellia japonica var. hozanensis (Hayata) Yamam.;
– Camellia japonica var. imbricata-alba C.Morren;
– Camellia japonica var. japonica;
– Camellia japonica var. kurtzii Van Mons;
– Camellia japonica var. latifolia C.Morren;
– Camellia japonica var. leeana-superba C.Morren;
– Camellia japonica var. longifolia Koidz.;
– Camellia japonica var. longifolia Nakai;
– Camellia japonica var. lysantha Herb.;
– Camellia japonica var. macrocarpa Masam.;
– Camellia japonica var. minuta C.Morren;
– Camellia japonica var. modesta Herb.;
– Camellia japonica var. nakaii (Hayata) Yamam.;
– Camellia japonica var. picta Herb.;
– Camellia japonica var. picturata C.Morren;
– Camellia japonica var. porrecta Herb.;
– Camellia japonica var. pumila Herb.;
– Camellia japonica var. punctata-major C.Morren;
– Camellia japonica var. resplendens C.Morren;
– Camellia japonica var. rosigena Herb.;
– Camellia japonica var. spofforthiae Herb.;
– Camellia japonica var. spontanea Makino;
– Camellia japonica var. sporrorthiana Herb.;
– Camellia japonica var. tamponea Drapiez;
– Camellia japonica var. triumphans C.Morren;
– Camellia japonica var. ulantha Herb.;
– Camellia japonica var. variegata Standish;
– Camellia japonica var. variegata Standish ex J.Dix;
– Camellia japonica var. venosa Herb.;
– Camellia japonica var. victrix Herb.;
– Camellia japonica var. woodsii Herb.;
– Camellia kaempferia Reboul;
– Camellia maeleniana Scheidw.;
– Camellia marginata Hally;
– Camellia marginata Hally ex J.Dix;
– Camellia mutabilis Paxton;
– Camellia nakaii (Hayata) Hayata;
– Camellia planipetala Lem.;
– Camellia reticulata var. wabiske Makino;
– Camellia sylvestris Berl.;
– Camellia tsubakki Crantz;
– Camellia tuckiana Anon.;
– Camellia wabiske (Makino) Kitam.;
– Kemelia japonica (L.) Raf.;
– Thea camellia Hoffmanns.;
– Thea hortensis Makino;
– Thea hozanensis Hayata;
– Thea japonica (L.) Baill.;
– Thea japonica var. hortensis Makino;
– Thea japonica var. spontanea Makino;
– Thea nakaii Hayata;
– Thea reticulata var. wabiske Makino.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti varietà:
– Camellia japonica var. japonica;
– Camellia japonica var. rusticana (Honda) T.L.Ming.

Etimologia –
Il termine Camellia è stato dedicato da Linneo al missionario e botanico ceco Georg Joseph Kamel (in ceco Jiří Josef Camel, in spagnolo Jorge Camello), dalla forma latinizzata Georgius Josephus Camellus o Camelius; farmacista e fratello laico gesuita, fu assegnato al Collegio di Sant’Ignazio a Manila, nell’isola di Luzon, dove creò la prima farmacia dell’arcipelago e un orto dei semplici e raccolse piante, animali e minerali; corrispose Samuel Brown, medico della Compagnia delle Indie a Madras, e Willem Ten Rhyne, medico della Compagnia delle Indie olandese a Batavia, che fecero da tramite con Petiver e Ray, cui si deve la pubblicazione dei suoi lavori sulla flora e la fauna delle Filippine.
L’epiteto specifico japonica è in riferimento al Giappone, giapponese, per la sua origine o distribuzione.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Camellia japonica è una pianta originaria della Corea del Sud e del Giappone (Honshu, Isole Ryukyu, Kyushu e Shikoku) ma che cresce allo stato naturale anche nella Cina continentale (Shandong, Zhejiang orientale), Taiwan, Corea meridionale e Giappone sudoccidentale.
Il suo habitat è quello delle foreste, ad altitudini di circa 300–1.100 metri.

Descrizione –
La Camellia japonica è una pianta che cresce in forma di arbusto o piccolo albero, che può raggiungere una dimensione di 1,5-6 (-11) m di altezza, anche se nel suo habitat naturale cresce fino a 6-9 m di altezza.
I rami giovani sono di colore bruno grigiastri; i rametti dell’anno in corso sono bruno-porpora, glabri.
Le foglie sono alterne, largamente ellittiche o oblungo-ellittica, di 5-10,5 (-12) × 2,5-6 (-7) cm, coriacee, con pagina inferiore chiara punteggiata di ghiandole e di colore verde e marrone, superficie superiore verde scuro, apice corto acuminato e con una punta ottusa e margine dentato.
Il picciolo è lungo 5-10 mm, pubescente o glabro adassialmente.
I fiori sono ascellari o subterminali, sessili, solitari o in coppia, di 6-10 cm di diametro. Hanno 9-12 sepali di colore verde, ovati, lunghi 1-2 cm, ricoperti da un sottile tomento biancastro, e 6-7 petali obovati, lunghi 3-4,5 cm e larghi 2-3 cm, di colore bianco, rosa o rossi; i 5 petali interni sono uniti alla base per 0,5-1,5 cm di lunghezza. Gli stami sono di colore giallo, lunghi 2,5-3,5 cm, e l’ovario ovoide triloculare.
In natura la fioritura avviene tra gennaio e marzo.
Il frutto è una capsula globosa di 2,5-4,5 cm di diametro con 1 o 2 semi per loculo; pericarpo spesso 5-8 mm quando secco, legnoso.
I semi sono bruni, di forma da semiglobosi a globosi, di 1-2 cm di diametro.

Coltivazione –
La Camellia japonica è una pianta originaria della Corea del Sud e del Giappone.
Questa pianta è apprezzata per i suoi fiori, che possono essere semplici, semidoppi o doppi. Esistono più di 2.000 cultivar sviluppate da C. japonica. La tonalità dei fiori può variare dal rosso, al rosa, al bianco; talvolta presentano strisce o macchioline multicolori.
Questa pianta fu popolarissima per circa un secolo, a fine ‘800 ci fu un calo di interesse, ma dalla seconda metà del ‘900 l’interesse è ritornato, in particolare in quelle zone climaticamente favorevoli alla sua coltivazione.
Questa pianta a crescita lenta, per la sua coltivazione predilige climi freschi ed umidi ed è abbastanza resistente alle basse temperature, fino a circa -10 °C e ancora meno in alcune varietà, anche se i fiori si rovinano quando la temperatura scende sotto 0 °C.
Dal punto di vista pedologico preferisce terreni fertili, sciolti, ricchi di sostanza organica, ben drenati, subacidi o neutri (pH 5-7) e mantenuti umidi; la posizione ottimale è sotto leggera ombreggiatura e al riparo dal vento.
Per mantenere il terreno umido e proteggere le radici da eccessivo calore è utile predisporre una pacciamatura alla base della pianta.
Si consiglia di fare concimazioni, moderate, alla ripresa vegetativa, utilizzando preferibilmente concimi organici o a lenta cessione, specifici per acidofile.
Inoltre si adatta bene alla coltivazione in vaso utilizzando substrati per piante per piante acidofile con aggiunta, intorno al 25%, di sabbia silicea o agriperlite per migliorare il drenaggio, tenendo presente che, soprattutto in estate, deve essere assicurata una costante umidità.
Ricordiamo che se si utilizza acqua calcarea per le innaffiature può verificarsi un ingiallimento delle foglie (clorosi ferrica), in tal caso trattare con chelati di ferro. Eventuali potature vanno effettuate alla fine della fioritura. È abbastanza resistente alle malattie. In condizioni di coltivazione non favorevoli può essere soggetta a malattie fungine, alcune delle quali danneggiano le foglie o i bocci (in particolare Sclerotinia camelliae e Sclerotinia sclerotiorum), sono utili trattamenti preventivi da effettuare a fine inverno con fungicidi da contatto a base di rame e zolfo. Va periodicamente controllata per potere intervenire prontamente in caso di attacchi di acari, afidi e cocciniglie.
La pianta si riproduce per seme, nel qual caso la prima fioritura avviene dopo 4 o più anni. Se si scegli la propagazione agamica, cosa che consente di mantenere le caratteristiche genetiche della pianta madre, si può fare ricorso al sistema per margotta, da effettuare a inizio inverno, ed innesto a inizio primavera.
Tuttavia il sistema più diffuso è però tramite talea, nel periodo estate-inizio autunno, utilizzando porzioni di ramo dell’anno, lunghe 10-15 cm, semilegnose, con quattro nodi, lasciando le foglie nei due superiori, poste a radicare in sabbia silicea o agriperlite all’ombra e in ambiente umido; la radicazione avviene in 100-120 giorni.

Usi e Tradizioni –
La Camellia japonica è una pianta conosciuta con vari nomi comun; riportiamo: camellia, camellian rose, common camellia, japanese camellia (in- glese); shan cha (cinese trascritto); dong- baegnamu (coreano trascritto); camélia, camélia du Japon, rose du Japon (fran- cese); tsubaki (giapponese trascritto); camelia, rosa del Giappone (italiano); camélia, rosa-do-Japão (portoghese); camelia (spagnolo); japanische kamelie, kamelie (tedesco).
Di questa pianta, con tutte le sue cultivar, si ritiene che ne esistano, come detto, almeno 2000, dalle infinite sfumature che vanno dal bianco al rosa, al rosso, oltre che screziate e maculate, e differenti forme: a fiore singolo, semidoppio, doppio, a fiore di peonia, di anemone o di rosa.
Questa pianta si diffuse in Europa nella seconda metà dello stesso secolo; in Italia la prima fu messa a dimora a Caserta nel 1786, divenendo subito famosa e ben presto da Caserta si diffuse verso il nord Italia, in particolare in Toscana, dove iniziò una intensa opera di selezione e di incroci per ottenere nuove varietà. Inoltre, secondo una ricerca condotta nel 1959 dal dottor Frederick Meyer, del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, le camelie di Campo Bello (Portogallo) sono gli esemplari più antichi conosciuti in Europa, che sarebbero stati piantati intorno al 1550, cioè, questi alberi hanno oggi circa 460 anni. Tuttavia si dice che la camelia fu portata per la prima volta in Occidente nel 1692 da Engelbert Kaempfer, capo chirurgo della Compagnia olandese delle Indie Orientali. Si pensa che Robert James dell’Essex, in Inghilterra, abbia riportato la prima camelia viva in Inghilterra nel 1739. Al suo ritorno da Dejima, Carl Peter Thunberg fece un breve viaggio a Londra dove conobbe Sir Joseph Banks. Thunberg ha donato ai Kew Botanic Gardens quattro esemplari di Camellia japonica. Si suppone che uno di questi sia stato donato nel 1780 al giardino botanico del castello di Pillnitz vicino a Dresda in Germania, dove attualmente misura 8,9 metri di altezza e 11 metri di diametro.
Nella zona centrale del Cile, la città di Bulnes è conosciuta come la città delle camelie.
Questa pianta è presente in dipinti e porcellane cinesi fin dall’XI secolo. I primi dipinti della pianta sono solitamente del tipo a fioritura rossa singola. Tuttavia, nel rotolo delle Quattro Gazze della Dinastia Song è mostrata una singola pianta dai fiori bianchi.
Per quanto riguarda altri Paesi, le prime testimonianze di camelie in Australia riguardano una spedizione ad Alexander Macleay di Sydney che arrivò nel 1826 e fu piantata a Sydney presso Elizabeth Bay House. Nel 1838 sei piante di C. japonica furono importate dal botanico, orticoltore e agricoltore William Macarthur. Negli anni che seguirono portò diverse centinaia di varietà e le coltivò a Camden Park Estate. Per molti anni il vivaio di Macarthur fu una delle principali fonti di approvvigionamento della colonia australiana di piante ornamentali, oltre che di alberi da frutto e viti.
Negli Stati Uniti, le camelie furono vendute per la prima volta nel 1807 come piante da serra, ma presto furono distribuite per essere coltivate all’aperto nel sud.
A Charleston, nella Carolina del Sud, il giardino della tenuta di Magnolia-on-the-Ashley ha introdotto centinaia di nuove cultivar di Camellia japonica dal 19° secolo in poi, e la sua collezione recentemente restaurata è stata designata Giardino Internazionale di Eccellenza della Camelia. “Debutante”, una varietà popolare, fu originariamente introdotta da Magnolia come “Sarah C. Hastie”.
Inoltre la C. japonica è il fiore ufficiale dello stato americano dell’Alabama.
I fiori sono raramente usati come fiore reciso per la loro breve durata (2-3 giorni) e delicatezza, che rende difficile il trasporto, mentre il fogliame reciso è di lunga durata (2-4 settimane) e viene utilizzato per composizioni floreali.
In Cina i fiori vengono usati come antiemorragici ed il loro estratto ha proprietà antibatteriche. I semi contengono fino al 40% di olio ricco in acidi grassi insaturi (acido oleico, linoleico e linolenico) utilizzato nell’industria cosmetica, come lubrificante, ma anche ampiamente per uso alimentare, con proprietà antiossidanti e antibatteriche.
Tra gli altri impieghi si riporta che questa pianta è una preziosa coltura per biocarburanti in alcune parti dell’Asia ed è comunemente coltivata lì. È molto utilizzata anche per le sue virtù medicinali.
Tuttavia è ampiamente utilizzata in orticoltura, ma viene anche raccolta per olio alimentare, medicine e coloranti.
In ambito ecologico è una pianta che nei suoi habitat svolge importanti ruoli, come pianta rifugio, alimentare, tanto che le foglie di C. japonica vengono mangiate dai bruchi di alcuni lepidotteri, come l’inciso (Ectropis crepuscularia).
La sottopopolazione proveniente dal Giappone è abbondante, anche se sono note minacce per le sottopopolazioni di Taiwan e della Repubblica di Corea, mentre è stata giudicata rara in Cina. Tuttavia, a livello globale la pianta è classificata come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate (2013).

Modalità di Preparazione –
La Camellia japonica è una pianta molto diffusa e coltivata principalmente nelle regioni da temperate calde a subtropicali della Cina meridionale.
Oltre all’uso ornamentale viene impiegata anche nell’uso commestibile.
Inoltre dal seme si ottiene un olio commestibile che si chiama “olio di Tsubaki”, utilizzato principalmente per cucinare.
I fiori secchi vengono mangiati cotti, utilizzati come verdura o mescolati con riso gelatinoso per preparare un cibo giapponese chiamato “mochi”.
Le foglie sono, inoltre, un sostituto del tè.
In campo medicinale i fiori sono astringenti, antiemorragici, emostatici, unguenti e tonici; se mescolati con olio di sesamo vengono utilizzati nel trattamento di ustioni e scottature.
L’olio è usato in medicina anche se non vengono fornite ulteriori informazioni, ma è probabile che l’olio venga utilizzato come emolliente sulla pelle.
La pianta ha mostrato attività antitumorale.
I frutti contengono vari composti medicinali attivi che hanno proprietà citotossiche e sono di potenziale utilizzo nel trattamento del cancro.
In altre ricerche, la pianta ha dimostrato di possedere attività antibatterica; per inibire la proteasi di tipo 1 del virus dell’immunodeficienza umana; per inibire il virus Epstein-Barr; avere attività antimetastatica; attività antiossidante, ecc.
Tra gli altri usi si riporta che dai petali rosa o rossi si ottiene un colorante verde.
La Camellia japonica, inoltre, viene utilizzata nella selezione delle colture per la Camellia sinensis per la resistenza all’antracnosi del tè, alla peronospora e ai danni da freddo.
Dal seme si ottiene un olio non essiccante usato per conciature dei capelli.
Un olio leggero, può essere utilizzato per lubrificare macchinari delicati come le parti mobili di un orologio.
L’olio è costituito principalmente da acido oleico che non è soggetto a polimerizzare né ossidarsi, né forma solidi a basse temperature.
L’olio può essere utilizzato come rivestimento antiruggine sul metallo.
È probabile che l’olio ottenuto dal seme di questa specie sia di qualità molto simile a quello ottenuto dalla Camellia oleifera.
Dai semi vengono estratti vari composti una volta rimosso l’olio. Questi includono saponine (utilizzate come agente emulsionante nei pesticidi, negli estintori schiumogeni e nei detergenti), tannini e pentosano.
Il panello di semi ha attività insetticida ed è stato dimostrato che offre un controllo efficace su una serie di parassiti.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/139717347/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.







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