Un Mondo Ecosostenibile
ArboreeSpecie Vegetali

Picea maximowiczii

Picea maximowiczii

L’Abete rosso giapponese (Picea maximowiczii Regel ex Mast., 1879) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Pinophyta,
Classe Pinopsida,
Ordine Pinales,
Famiglia Pinaceae,
Genere Picea,
Specie P. maximowiczii.
All’interno di questa specie viene riconosciuta la varietà:
– Picea maximowiczii var. senanensis Hayashi – che è endemica della Prefettura di Saitama.

Etimologia –
Il termine Picea proviene da picea, nome latino del pino selvatico in Virgilio e Plinio.
Il nome specifico maximowiczii è stato attribuito in onore del botanico ed esploratore russo Karl Maksimovič (1827 – 1891) che, durante le sue spedizioni in Giappone, collezionò numerose piante e semi, spedendole in Europa.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Picea maximowiczii è una conifera endemica del Fuji e dei monti Yatsugatake, nell’isola di Honshū, in Giappone.
Il suo habitat naturale è quello di piccole formazioni sparse, usualmente in associazione con Juniperus rigida, Pinus densiflora, e specie caducifoglie. La varietà senanensis anche con Picea alcoquiana e Picea koyamae.
In questi areali vegeta dai 1100 ai 2000 m di quota, su suoli di origine vulcanica, usualmente podzolici, con clima umido, con precipitazioni annue comprese tra 1000 e 2000 mm, caratterizzato da estati fresche e inverni freddi.

Descrizione –
La Picea maximowiczii è un albero che raggiunge i 20-25 metri di altezza ed in forma talvolta cespugliosa.
Il tronco è monopodiale diritto o biforcato, che può raggiungere 50–60 cm di diametro. La corteccia è rugosa, scanalata, di colore marrone o marrone-grigio.
I rami del primo ordine sono lunghi e slanciati, sviluppati orizzontalmente o ascendenti. I rami del secondo ordine sono corti, numerosi e pendenti negli esemplari anziani. La chioma è fitta, largamente conica. I virgulti sono snelli, flessibili, di colore marrone-giallastro o arancione-marrone, scanalati e rugosi, glabri o puberolenti; i pulvini sono numerosi, piccoli e più scuri.
Le foglie sono coriacee, lineari, quadrangolari, lunghe 10-20 mm, circa 1 mm di diametro, apice acuto, di colore verde intenso, con un solco stomatico su ciascuna superficie; canali resiniferi due, marginali.
I fiori sono degli strobili maschili giallastri, ascellari, spesso numerosi, lunghi 1-1,5 cm, eretti da immaturi e pendenti a maturazione; questi compaiono da maggio a giugno.
I coni femminili si trovano su un peduncolo corto, obliquo e sono ovali-cilindrici o ovoidali-oblunghi, inizialmente eretti, poi pendenti a maturazione, lunghi 4-6,5 cm e larghi 2,5-3,5 cm, inizialmente verdi, poi marroni-rossi, con apice ottuso. I macrosporofilli sono obovati-cuneati, lunghi 1,3-1,8 cm, con superficie striata o solcata longitudinalmente, glabra e spesso resinosa. Le brattee sono rudimentali, ligulate, ottuse, lunghe 2–3 mm, totalmente incluse.
I semi sono di color marrone scuro o marrone-grigio, sono ovoidali-oblunghi e lunghi 3-4,5 mm, con parte alata ovata-oblunga, lunga 7–10 mm, marrone-giallastra o arancione-marrone.

Coltivazione –
La Picea maximowiczii è una conifera endemica e rara dell’isola di Honshū, in Giappone.
Entrambe le varietà sono elencate come vulnerabili: confinate in popolazioni piccole e sparse in boschi montani degradati… Sia l’habitat che l’albero sono stati sovrasfruttati. Gran parte dell’habitat rimane degradato e la rigenerazione è scarsa.
Questa conifera vegeta in aree dai 1100 ai 2000 m di quota, su suoli di origine vulcanica, usualmente podzolici; in questi areali il clima è umido e le precipitazioni annue sono comprese tra 1000 e 2000 mm; le estati sono fresche e gli inverni freddi.
La riproduzione avviene tramite seme.

Usi e Tradizioni –
La Picea maximowiczii è una conifera che fu scoperta per la prima volta in Occidente nei giardini dei templi giapponesi, dove è una pianta ornamentale ampiamente coltivata. La prima raccolta in natura è stata effettuata da Sugawa Tschonoski, che ha trovato l’albero su Fuji-san. Era un collezionista di piante per Carl Maximowicz, curatore dell’erbario del giardino botanico di San Pietroburgo, che era stato in Giappone per esplorare la flora locale nel 1862. Tschonoski inviò semi e materiale per erbario a Maximowicz nel 1865; quando Regel pubblicò la specie più tardi quell’anno, la chiamò Maximowicz. Non fu più ritrovato allo stato selvatico fino alla sua riscoperta nell’ottobre 1911 da parte del signor Mitsua Koyama.
Questa specie è stata sovrasfruttata per il suo legname.
Anche se il suo legno non è di grande valore, nonostante questo in passato è stato sovra-sfruttato. In Giappone questa specie è molto apprezzata come albero ornamentale per la sua densa chioma e la crescita lenta, ritrovandosi frequentemente in giardini, soprattutto quelli dei templi buddisti; in commercio esiste anche una forma di bonsai. In Europa e Nordamerica non è molto comune, ritrovandosi solo in orti e giardini botanici specializzati, in particolare con la varietà senanensis
Dal punto di vista ecologico questa specie, che è stata sottoposta a sovra-sfruttamento in passato, per via della deforestazione intensa e sostituzione con altre specie forestali a più rapida crescita e maggiormente sfruttabili economicamente, è in pericolo di estinzione in natura.
Le popolazioni dell’areale primario, vasto solo 100 km², sono sparpagliate in gruppi poco numerosi, con carenza di individui maturi, e rigenerazione difficoltosa (si stima che la popolazione si sia dimezzata). Per questi motivi è classificata come specie in pericolo dalla Lista rossa IUCN.

Modalità di Preparazione –
La Picea maximowiczii è una pianta utilizzata un tempo per utilizzo del legno e deforestata per l’introduzione di altre specie che oggi è in pericolo di estinzione allo stato naturale nel suo areale.
Al di là degli utilizzi ornamentali non sono conosciuti altri impieghi.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://www.botanischetuinen.nl/en/plant_en/1009/japanese-bush-spruce

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *