Pseudophoenix ekmanii
Pseudophoenix ekmanii
La palma dominicana (Pseudophoenix ekmanii Burret, 1929) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Arecaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Liliopsida,
Ordine Arecales,
Famiglia Arecaceae,
Sottofamiglia Ceroxyloideae,
Tribù Cyclospatheae,
Genere Pseudophoenix,
Specie P. ekmanii.
Etimologia –
Il termine Pseudophoenix proviene dalla parola grecha ψευδο, pseudo, cioè falso e del genere Phoenix, per la supposta somiglianza tra i due generi.
L’epiteto specifico ekmanii è stato dato in onore del botanico svedese Erik Leonard Ekman (1883-1931).
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Pseudophoenix ekmanii è una palma endemica della Repubblica Dominicana (Penisola di Barahona e l’antistante Isola Beata).
Il suo habitat è quelle della macchia secca collinare, dove cresce su suoli poveri calcarei, a basse altitudini.
Descrizione –
La Pseudophoenix ekmanii è una palma monoica, a stelo singolo, di piccole dimensioni che cresce da 4 a 6 m di altezza.
Il fusto è eretto di 5-6 m con un diametro di circa 20 cm alla base, crescente gradualmente fino a 60-80 cm verso l’apice per poi restringersi bruscamente a circa 15 cm sotto la chioma; questo è di colore grigio e ricoperto da uno spesso strato di cera bianca nella parte più giovane su cui spiccano gli anelli delle foglie cadute.
Le foglie sono sessili e pennate, ascendenti e distiche nelle piante giovani, ricurve e disposte a spirale in quelle adulte, lunghe fino a circa 2,5 m, con foglioline lineari-lanceolate con apice acuminato, rigide, disposte più o meno regolarmente lungo il rachide su più piani, lunghe nella parte mediana fino a circa 40 cm e larghe 2 cm, di colore grigioverde e ricoperte da una patina cerosa glauca.
Inoltre la base fogliare, aperta obliquamente, avvolge interamente il fusto solo per pochi centimetri.
Le infiorescenze si formano tra le foglie e sono lunghe fino a 1,5 m, con ramificazioni di terzo ordine, fiori ermafroditi disposti singolarmente a spirale sulle rachille, tranne nella parte terminale dove sono presenti pochi fiori maschili, con calice trilobato, 3 petali, 6 stami e gineceo triloculare e corti stimmi sessili.
I frutti sono globosi, di circa 1,3 cm di diametro, oppure bi- o triglobosi; sono di colore rossastro, cerosi.
All’interno troviamo 1-3 semi globosi di circa 1 cm di diametro.
Coltivazione –
la Pseudophoenix ekmanii è una palma sempreverde che un tempo era una fonte molto popolare di linfa per la fermentazione nel vino, essendo comunemente raccolta in natura per uso principalmente locale.
Divenuta rara col tempo, attualmente non è molto utilizzato per tale scopo.
Questa palma viene considerata la più ornamentale del genere, per la particolare forma dei fusti e le fasce di cera bianca nella parte più giovane intervallate dalle cicatrici fogliari brune, ma poco coltivata probabilmente per la crescita estremamente lenta.
Come la sua parente P. vinifera, ha una parte del tronco molto allargata, apparendo come una specie di “pancia” che le conferisce una bellezza particolare.
La pianta è coltivabile nelle regioni a clima tropicale e subtropicale; tuttavia se ne può tentare la coltivazione in posizione riparata in quelle temperato-calde più miti, dove temperature intorno a 0 °C sono eccezioni di breve durata.
Richiede una posizione in pieno sole e suoli drenanti, preferibilmente calcarei; è una pianta che resiste alla siccità, alla salsedine e ai forti venti, può quindi essere impiegata in giardini di tipo desertico, insieme a cactacee ed altre specie xerofite, anche in prossimità del mare.
La specie si riproduce per seme; questo va preventivamente tenuto in acqua per 3 giorni, in substrato sabbioso, mantenuto leggermente umido alla temperatura di 26-28 °C; in queste condizioni i tempi di germinazione iniziano a partire da 3-4 mesi.
Usi e Tradizioni –
La Pseudophoenix ekmanii è una palma che cresce in natura solo nel Parco Nazionale Jaragua, nel sud-ovest della Repubblica Dominicana (isola Hispaniola). La sua distribuzione comprende popolazioni sulla terraferma (a sud della penisola di Barahona) e sull’isola Benedetta.
È stata descritta per la prima volta da Max Burret e pubblicata in Kongliga Svenska Vetenskaps Academiens Handlingar, n.s. 6:19, t. 3° 1929.789.
Viene conosciuta con vari nomi comuni, quali: cacheo o cacheo de Oviedo, essendo Oviedo il nome del comune e della località più vicina alla sua zona di maggior distribuzione, una località chiamata Sabana de Algodón, nel Parco Nazionale del Jaragua.
In alcune pubblicazioni è stata chiamata anche “Ekman’s frisk”, dal nome dell’importante botanico svedese da cui prende il nome specifico.
Altri nomi sono: Dominican cherry palm (inglese).
Questa palma un tempo veniva utilizzata nella produzione del vino di palma. Gli alberi venivano abbattuti e veniva estratto il midollo, soprattutto dalla parte rigonfia del fusto. La linfa veniva quindi estratta e fatta fermentare. In conseguenza di questo taglio per la produzione del vino di palma, la specie è divenuta rara e considerata in grave pericolo di estinzione.
Le minacce attuali includono la perdita di habitat dovuta al pascolo è il taglio del tronco per spremere il succo zuccherino contenuto nella polpa. Durante quasi tutto l’anno, questa operazione viene eseguita sporadicamente da alcune persone della zona di Oviedo che cacciano o raccolgono diverse risorse nel Parco Jaragua. Tuttavia, ogni anno, tra aprile e maggio, molte persone entrano nella zona di ricerca di Oviedo alla ricerca di pulcini di pappagalli ed è in questo periodo che si osserva la maggiore distruzione di queste palme per bere il loro succo. Un’altra minaccia crescente è il traffico dei loro semi, che sembra essere in aumento, con i loro semi e piantine attualmente offerti ai collezionisti di tutto il mondo.
Per la ristretta area di origine, il numero ridotto di esemplari e la raccolta della linfa, la specie è stata inserita nella lista rossa della IUCN (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources) come “Critically Endangered” (ad altissimo rischio di estinzione in natura nell’immediato futuro).
Inoltre, questa palma è estremamente importante per l’ecologia della nidificazione del pappagallo di Hispaniola (Amazona ventralis), considerato una specie vulnerabile (VU) nella lista rossa IUCN. Questo perché nel Parco Nazionale Jaragua (che fa parte della Riserva della Biosfera Jaragua-Bahoruco-Enriquillo, dichiarata patrimonio dell’UNESCO nel 2002) questo pappagallo sceglie i suoi tronchi secchi come cavità in cui deporre le uova e incubare i pulcini.
Modalità di Preparazione –
Dalla linfa zuccherina della Pseudophoenix ekmanii, raccolta tagliando una porzione rettangolare del fusto nella zona rigonfia, si ottiene una bevanda dolce (mabí de cacheo) e per fermentazione una bevanda alcolica molto apprezzata dalle popolazioni locali, pratica che porta spesso alla morte della pianta e che ha ridotto drasticamente il numero di esemplari minacciandone la sopravvivenza.
Tra gli usi commestibili si riporta quindi il prelievo della linfa che viene fatta fermentare per fare il vino.
Tuttavia il suo utilizzo dovrebbe essere valutato e controllato, soprattutto nel suo areale di origine, in quanto, come detto, è una specie ad altissimo rischio d’estinzione in natura per il prelievo locale della gustosa linfa zuccherina.
Oltre ad essere una palma estremamente rara, osservazioni indicano che la sua crescita è estremamente lenta (forse 100 anni fino all’età adulta) in condizioni naturali, cosa che ne rende più difficile la sua propagazione e diffusione.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/156005418/original.jpeg
– https://www.kew.org/herbcatimg/99976.jpg
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