Veratrum californicum
Veratrum californicum
Il falso elleboro (Veratrum californicum Durand, 1855) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Liliaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Liliopsida,
Ordine Liliales,
Famiglia Liliaceae,
Genere Veratrum,
Specie V. californicum.
All’interno della specie vengono riconosciute le seguenti varietà:
– Veratrum californicum var. californicum Durand;
– Veratrum californicum var. caudatum (A.Heller) C.L.Hitchc..
Etimologia –
Il termine Veratrum viene da vērātrum, che designava varie piante tossiche e medicinali, appartenenti a generi diversi, accomunate dall’essere ritenute rimedi contro l’epilessia e la pazzia: alcune specie di elleboro, note come veratro nero, e il veratro comune, chiamato veratro bianco, distinti per il colore delle radici. Il termine è presumibilmente di origine prelatina ed è stato connesso alla radice protoindoeuropea *wreyt- attorcigliarsi, contorcersi; spiegazioni come vere atrum veramente scuro o la connessione con verum (perché la pianta sarebbe il “vero” rimedio contro la pazzia o schiarirebbe la mente) rientrano nell’ambito della paraetimologia.
L’epiteto specifico californicum è in riferimento alla California per le sue origini o luogo di distribuzione.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Veratrum californicum è una pianta estremamente velenosa originaria del Nord America occidentale, compresa la Sierra Nevada e le Montagne Rocciose, fino a Washington e a sud fino a Durango;
Il suo habitat è quello dei terreni piuttosto umidi e può ricoprire vaste aree in fitti boschi umidi, paludi, vicino a corsi d’acqua o prati umidi, dove cresce, a seconda della latitudine, dal livello del mare fino a circa 4.000 metri.
Descrizione –
Il Veratrum californicum è una specie erbacea, perenne, che può raggiungere un’altezza da 1,5 a 2 metri.
Le foglie, di colore verde brillante, possono misurare da 20 a 30 cm di lunghezza e da 7 a 15 cm di larghezza, sono di forma lanceolata e con profonde venature verticali.
I fiori sono color crema, crescono in grappoli nella parte superiore di un unico stelo non ramificato in un modo che ricorda il mais. Ogni fiore ha 6 tepali bianchi, un centro verde, 6 stami e un pistillo a 3 rami.
L’antesi è, solitamente, in piena estate, da luglio ad agosto.
I frutti sono dei follicari, frutti schizocarpici formati da monocarpi simili a follicoli, derivati da carpelli concresciuti nell’ovario che si separano alla maturazione e deiscono lungo la loro sutura ventrale; diventano neri man mano che maturano.
Coltivazione –
Il Veratrum californicum è una pianta perenne, altamente velenosa in tutte le sue parti.
Questa pianta per crescere ha bisogno di un terreno profondo, fertile e ricco di humus che trattiene l’umidità. Può crescere in pieno sole in terreni umidi ma preferisce una posizione a mezz’ombra. Non ama i terreni asciutti e preferisce le esposizioni a nord.
Cresce, normalmente, su prati e colline umidi e aperti ad altitudini comprese tra 1500 e 4000 metri. Emerge non appena, in primavera, la neve si scioglie. I fiori compaiono in luglio e agosto e la pianta produce semi a settembre.
La propagazione avviene per seme. Il seme, a meno che non venga conservato in sabbia umida a circa 4 °C, ha una breve vitalità.
Il seme va seminato in zone ombreggiate ed umide.
I semi conservati devono essere stratificati ma possono essere molto lenti a germinare. La germinazione può essere irregolare anche per il seme seminato fresco, avviene solitamente entro 3 – 12 mesi a 15 °C ma può essere molto più lunga.
La pianta produce solo una foglia nel suo primo anno, questa forma un bulbo svernante. Ci vogliono fino a 10 anni affinché la pianta raggiunga la maturità.
Si può propagare anche per divisione tra marzo e metà primavera o ad ottobre.
Usi e Tradizioni –
Il Veratrum californicum è una pianta conosciuta con vari nomi, quali: California corn lily, white false hellebore, California false hellebore.
Questa pianta è velenosa dal momento in cui inizia a crescere ma la tossicità diminuisce man mano che le piante maturano. Le radici sono da 5 a 10 volte più velenose delle foglie o degli steli. Le sostanze velenose contenute sono alcaloidi steroidei.
La pianta è una fonte di jervina, muldamina e ciclopamina, agenti teratogeni che possono causare una gestazione prolungata associata a difetti congeniti, come oloprosencefalia e ciclopia, in animali come pecore, capre, bovini, cavalli e altri mammiferi che la pascolano.
Se le pecore, le capre e le mucche lo mangiano all’inizio della gravidanza, la pianta provoca deformità nella prole. Le pecore e le capre mangiano facilmente foglie e cime delle piante. I bovini possono mangiarlo se gli altri foraggi scarseggiano.
L’avvelenamento può verificarsi entro 2 o 3 ore dopo che un animale ha mangiato la pianta. Le pecore possono mostrare segni lievi o marcati di avvelenamento dopo aver mangiato da 150 a 300 grammi di steli o foglie verdi. Se le pecore gravide mangiano il V. californicum il 14° giorno dopo la riproduzione, i piccoli potrebbero avere deformità congenite della testa. Questi discendenti, comunemente chiamati agnelli dalla faccia di scimmia, possono avere una mascella inferiore sporgente, una mascella superiore sottosviluppata, un naso a proboscide, ciclopia, idrocefalia e una varietà di altre deformità degli occhi. Quando le pecore mangiano la pianta tra i giorni 17 e 19, danno alla luce agnelli affetti da stenosi tracheale. Le pecore che consumano il veratro tra i giorni 28 e 31 danno alla luce agnelli con ossa metatarsali e metacarpali accorciate. Le pecore che portano feti gravemente deformati possono non riuscire a partorire alla fine del normale periodo di gestazione. Il feto continua quindi a crescere fino a raggiungere dimensioni anormali e alla fine potrebbe uccidere la pecora a meno che l’agnello non venga partorito mediante intervento cesareo. Le pecore avvelenate dal veratro possono essere trattate con successo con l’epinefrina.
I segni di avvelenamento si manifestano con andatura irregolare, vomito, battito cardiaco veloce e irregolare, respirazione lenta e superficiale ed infine coma e convulsioni.
Le perdite di animali appena nati a causa di deformità possono essere evitate tenendo pecore, capre e bovini lontani da questa pianta durante le prime fasi della gestazione.
Il V. californicum è stato controllato applicando sali amminici di 2,4-D in ragione di 1 kg per meno di 0,5 ettari, con un secondo trattamento i certi casi. Tuttavia l’uso dei diserbanti produce effetti negativi peggiori nella microbiologia del suolo, nell’entomofauna e nella fauna in generale, oltre che nella composizione floristica degli habitat, per cui il rimedio può idoneo è il diserbo meccanico ed evitare di far pascolare gli animali in queste aree, soprattutto in determinati periodi.
Modalità di Preparazione –
Il Veratrum californicum è una pianta che, seppur velenosa, veniva spesso impiegato in medicina da un certo numero di tribù native di indiani nordamericani che lo usavano principalmente come applicazione esterna per curare ferite, ecc.
Aveva anche una certa reputazione come contraccettivo.
È poco, se non del tutto, utilizzato nell’erboristeria moderna. Tuttavia qualsiasi utilizzo di questa pianta, soprattutto quello interno, deve essere effettuato dietro consulto di un medico.
La radice è analgesica, disinfettante e febbrifuga.
Un decotto è stato utilizzato nel trattamento delle malattie veneree.
Le radici venivano grattugiate poi masticate e il succo deglutito come cura contro il raffreddore.
Un impiastro di radice cruda schiacciata è stato utilizzato come trattamento per reumatismi, foruncoli, piaghe, tagli, gonfiori e ustioni.
La radice essiccata e macinata è stata utilizzata come medicazione su contusioni e piaghe.
Un impiastro della radice masticata è stato applicato sui morsi dei serpenti a sonagli per estrarre il veleno.
La radice polverizzata è stata strofinata sul viso per alleviare il dolore del mal di denti.
Un decotto della radice è stato assunto per via orale sia dagli uomini che dalle donne come contraccettivo.
Si dice che una dose di un cucchiaino di questo decotto tre volte al giorno per tre settimane assicuri la sterilità permanente nelle donne.
Tra gli altri usi si riporta che la radice essiccata e polverizzata viene utilizzata come insetticida e antiparassitaria. È efficace anche contro bruchi e mammiferi, quindi si consiglia molta cautela.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/291506000/original.jpeg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.