Lophius budegassa
Lophius budegassa
Il rospo, budego o rana pescatrice (Lophius budegassa Spinola, 1807) è un pesce di mare appartenente alla famiglia dei Lophiidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Phylum Chordata,
Classe Actinopterygii,
Ordine Lophiiformes,
Sottordine Lophioidei,
Famiglia Lophiidae,
Genere Lophius,
Specie L. budegassa.
Sono sinonimi i termini:
– Lophius bugadessa Spinola, 1807;
– Lophius parvipinnis Cuvier, 1829;
– Lophius piscatorius subsp. budegassa Spinola, 1807.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Lophius budegassa che vive nel mar Mediterraneo, Mar Nero ed Oceano Atlantico tra il Senegal e le isole Britanniche.
In Italia è citata ovunque ma è più abbondante in Adriatico.
Il suo habitat tipico è quello dei fondali molli o anche compatti, tra i 50 e gli 800 m di profondità dove vive appollaiato direttamente sul fondale.
Descrizione –
Il Lophius budegassa è un pesce simile all’altra specie affine Lophius piscatorius, con un colore che tende al rossastro mentre il ventre tende al color nero (a causa del peritoneo nero, ben visibile se si eviscera il pesce) e con dimensioni che raggiungono al massimo i 70 cm. Inoltre presenta un pronunciato dimorfismo sessuale, con il maschio molto più piccolo della femmina.
La distinzione, inoltre, con la specie affine può essere fatta per avere l’esca (l’estremità carnosa del primo raggio della pinna dorsale usata appunto come esca per predare) sul raggio pescatore che è semplice (in L. piscatorius è biloba).
Le spine che si trovano dietro l’occhio sono prive di lembi di pelle e sono molto più corte della prima (quella portante l’esca) mentre nella specie L. piscatorius è al contrario.
La pinna dorsale ha un numero massimo di 9 raggi, mentre sono 12 in L. piscatorius.
Inoltre ha una testa meno larga e tutte le frange cutanee sono meno sviluppate.
Biologia –
Il Lophius budegassa è un pesce la cui epoca riproduttiva va dalla fine dell’autunno e all’inizio dell’inverno, e dovrebbe verificarsi verso i fondali maggiori. Tuttavia è stato riscontrato che il periodo riproduttivo di questa specie si protrae per diversi mesi; inoltre, il tasso di crescita dei giovani ha dimostrato di essere più veloce di quanto previsto in precedenza.
La riproduzione di questa specie è singolare.
Durante l’accoppiamento, il maschio morde la femmina nella sua zona ventrale, dissolve la sua pelle nella zona del morso e attraverso gli enzimi, rimane saldato al suo corpo per tutta la vita, condividendo con lei i vasi sanguigni. In questo modo il maschio si nutre dei nutrienti della femmina e diventa un serbatoio di sperma fecondante per le uova. I maschi alla nascita hanno un urgente bisogno di trovare una femmina, poiché il loro sistema digestivo si atrofizza rapidamente, essendo l’unico modo per sopravvivere prendendo i nutrienti dal flusso sanguigno di una femmina. In cambio, la femmina ha sempre a disposizione lo sperma per fecondare le uova. Quando questa specie fu documentata per la prima volta, si conoscevano solo le femmine, alle quali era attaccato un parassita. Successivamente si è appreso che questi parassiti erano in realtà maschi della loro stessa specie.
Si tratta di una specie bentonica che vive sui fondi costieri misti di sabbia e fango e provvisti di vegetazione e sui fondi fangosi tra 100 e 300 metri ma potendosi spingere fino a 800 metri di profondità soprattutto nel periodo estivo.
Ruolo Ecologico –
Il Lophius budegassa fu descritto da Maximilian Spinola nel 1807.
Questo pesce si nutre di qualunque organismo vivente passi alla sua portata. Si dice che possa predare perfino gabbiani ed altri uccelli marini, anche se non è stato verificato se questo risponda a verità; si sa comunque che le sue prede preferite sono i pesci piatti.
Si cattura con reti a strascico e con lenze di fondo o palamiti di qualsiasi tipo.
Le carni sono ottime ed alcuni autori le definiscono perfino migliori della specie affine L. piscatorius. È una specie tradizionalmente pescata e commercializzata.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Louisy P., 2016. Guida all’identificazione dei pesci marini d’Europa e del Mediterraneo. Il Castello Editore, Milano.
– Nikiforos G., 2008. Fauna del Mediterraneo. Giunti Editore, Firenze.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/60198003/original.jpg