Delphinus delphis
Delphinus delphis
Il delfino comune (Delphinus delphis Linnaeus, 1758) è un mammifero marino appartenente alla famiglia dei Delphinidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Superphylum Deuterostomia,
Phylum Chordata,
Subphylum Vertebrata,
Infraphylum Gnathostomata,
Superclasse Tetrapoda,
Classe Mammalia,
Sottoclasse Theria,
Infraclasse Placentalia,
Superordine Laurasiatheria,
Ordine Artiodactyla,
Sottordine Odontoceti,
Famiglia Delphinidae,
Genere Delphinus,
Specie D. delphis.
Sono sinonimi i termini:
– Delphinus albimanus Peale, 1848;
– Delphinus algeriensis Loche, 1860;
– Delphinus bairdi Norris & Prescott, 1961;
– Delphinus capensis Gray, 1828;
– Delphinus capensis subsp. capensis Gray, 1828;
– Delphinus delphus Linnaeus, 1758;
– Delphinus fluvofasciatus Wagner, 1853;
– Delphinus forsteri Gray, 1846;
– Delphinus frithii Blyth, 1859;
– Delphinus fulvofasciatus True, 1889;
– Delphinus loriger Wiegmann, 1846;
– Delphinus major Gray, 1866;
– Delphinus marginatus Lafont, 1868;
– Delphinus microps Burmeister, 1866;
– Delphinus moorei Gray, 1866;
– Delphinus novaezealandiae Gray, 1850;
– Delphinus novaezeelandiae Wagner, 1846;
– Delphinus novaezelandiae Quoy & Gaimard, 1830;
– Delphinus pliocaenicus (Gervais, 1859);
– Delphinus pliocaenus (Gervais, 1859);
– Delphinus ponticus Barabash, 1935;
– Delphinus sao Gray, 1850;
– Delphinus zelandae Gray, 1853;
– Eudelphinus delphis (Linnaeus, 1758);
– Eudelphinus pliocaenus (Gervais, 1859);
– Lagenorhynchus decastelnau Van Beneden, 1873.
All’interno di questa specie vengono riconosciute le seguenti sottospecie:
– Delphinus delphis subsp. bairdii Dall, 1873;
– Delphinus delphis subsp. bairdii Tomilin, 1957;
– Delphinus delphis subsp. capensis Gray, 1828;
– Delphinus delphis subsp. curvirostris Riggio, 1883;
– Delphinus delphis subsp. delphis Linnaeus, 1758;
– Delphinus delphis subsp. ponticus Barabash, 1935;
– Delphinus delphis subsp. tropicalis van Bree, 1971.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Delphinus delphis, grazie alle sue numerose sottospecie si è adattato a vivere nelle acque temperate e tropicali di tutto il mondo. Questa specie si trova con maggiore frequenza nell’Oceano Atlantico, nel Mar Rosso e nel Mar Nero, mentre nel Mar Mediterraneo, dove era assai abbondante almeno fino alla Seconda guerra mondiale (in base a quanto osservabile dai numerosissimi reperti sparsi per i musei di tutti i Paesi mediterranei), la specie pare aver subito un declino abbastanza drastico e la si trova con relativa frequenza solo nei mari Tirreno, Ionio ed Egeo e nei pressi dello Stretto di Gibilterra.
È una specie pelagica che può trovarsi sia sotto costa sia al largo (anche in gruppi numerosi di 30-50 individui) ed il suo habitat preferenziale è quello delle acque profonde e con una temperatura superiore ai 10 °C; l’intervallo ottimale di temperatura è compreso fra i 10 ed i 28 °C, al di sotto dei quali la specie tende a compiere movimenti migratori: durante i mesi caldi, si spinge anche nelle zone subpolari. Il suo ambiente d’elezione è la piattaforma continentale, dove tende a restare quasi sempre nei pressi delle coste.
Descrizione –
Il Delphinus delphis è un mammifero lungo da 170 a 240 cm e con un peso di 100-135 kg; questa specie è fra i delfini più piccoli.
Si distingue per la presenza di una macchia sui lati del corpo a forma di clessidra di colore grigio chiaro verso la coda e bianco-crema in direzione della testa.
Il dorso è di colore grigio ed il ventre tende invece al bianco, per mimetizzarsi meglio sia nei confronti di predatori o prede provenienti dal basso (il bianco si confonde con le acque chiare, illuminate dal sole) che dall’alto (il grigio aiuta l’animale confondersi con il resto dell’acqua).
La testa presenta inoltre due strisce scure intorno agli occhi ed alla bocca. Le pinne pettorali sono scure.
La bocca è allungata in un rostro al cui interno trovano posto fino a 110 denti appuntiti e affilati: il rostro del delfino comune lo differenzia da un’altra specie, il Delphinus capensis, molto affine al delfino comune, tanto da essere un tempo considerata una sottospecie di quest’ultimo (Delphinus delphis capensis).
Quando dorme, non chiude mai entrambi gli occhi contemporaneamente ma li alterna ogni 5-10 minuti. In questo modo l’animale riposa ciascun occhio per 3 o 4 ore e rimane sempre vigile.
Biologia –
Nel Delphinus delphis l’accoppiamento avviene durante il periodo estivo; si tratta di un evento piuttosto promiscuo, nel senso che ciascuna femmina si accoppia con numerosi maschi, i quali a loro volta si accoppiano con il maggior numero di femmine possibile ed a volte anche con altri maschi più giovani: I delfini comuni, assieme ad altre specie di delfino ed alcuni primati, sono fra i pochi animali che si accoppiano anche senza un fine riproduttivo, ossia solo per divertimento.
La maturità sessuale è raggiunta tardi, mediamente a 6-7 anni, e l’aspettativa di vita è di poco superiore ai 20 anni.
L’atto riproduttivo è preceduto da un corteggiamento durante il quale il maschio strofina le sue pinne pettorali con quelle della femmina e nuota perpendicolarmente ad essa, fino a quando quest’ultima non si gira lateralmente e si lascia coprire.
La gestazione dura circa undici mesi; le femmine partoriscono un unico piccolo, raramente due, che allattano per un anno e mezzo.
Il parto è podalico ed il cucciolo appena nato viene aiutato dalla madre a raggiungere la superficie per poter respirare. La femmina ed il cucciolo tornano al gruppo d’origine subito dopo il parto, e la madre, aiutata anche dalle altre femmine del gruppo, si prende cura dei cuccioli, per più di tre anni, anche se lo svezzamento del piccolo può dirsi completato quando il piccolo ha, come detto, un anno e mezzo circa d’età. Si noti che il cucciolo non può succhiare il latte dal capezzolo come gli altri mammiferi, poiché si trova sott’acqua. Per tale motivo, è la madre stessa a inoculare il latte nella bocca del cucciolo spruzzandolo fuori tramite la contrazione di appositi muscoli.
I cuccioli imparano a cacciare ed a comportarsi osservando gli adulti, che a loro volta canzonano gli allievi indisciplinati. La maturità sessuale viene raggiunta dopo i cinque anni.
Ruolo Ecologico –
Il Delphinus delphis è un animale molto socievole che mangia, nuota e respira isieme ad altri esemplari all’unisono. La dimensione del gruppo varia da pochi individui fino a più di 100mila, in base alla disponibilità di cibo.
Alle alte latitudini, i delfini tendono a vivere in gruppi a base sessuale, con le femmine che si spostano in grossi banchi specialmente durante i mesi freddi.
I delfini sono animali molto intelligenti e traggono divertimento nel giocare fra loro, saltando e spruzzando l’acqua, oltre che nello sfruttare le onde generate dalla chiglia delle imbarcazioni o dalle grandi balene per potersi muovere senza sforzi: sono però dei grandi nuotatori, tanto che, coi loro 40 km/h ed oltre di velocità massima, sono considerati fra i cetacei più veloci.
Questi animali comunicano attraverso una vasta gamma di suoni e si mostrano affettuosi e solidali verso chi è malato o in difficoltà. Inoltre, sono giocosi acrobati che non perdono l’occasione di “surfare” sulla scia delle navi ed esibirsi fuori dall’acqua in spettacolari salti mortali. Sono eccellenti predatori e fanno razzia di calamari, polpi e pesci piccoli come le sardine e le acciughe. I pericoli maggiori per questi cetacei vengono dalle reti da pesca e dall’inquinamento, mentre in natura devono temere solo gli squali e le orche.
Rispetto al “cugino” tursiope, il delfino comune è assai meno conosciuto, principalmente perché i tursiopi, molto più facili da allevare ed addestrare, sono molto più comuni nei parchi acquatici: il delfino comune, invece, in cattività si dimostra estremamente timido.
I delfini comuni si nutrono essenzialmente di piccoli pesci, cefalopodi e crostacei, che inghiottono interi. Il foraggiamento è un’azione comunitaria, durante la quale tutto il gruppo collabora, ad esempio, nel radunare un grosso banco di pesce per rendere poi più agevole ai vari esemplari di gettarsi a turno nella mischia ed ingollare quanto più nutrimento possibile. Ciascun delfino mangia in media 5–6 kg di cibo al giorno.
Dal punto di vista ecologico la specie è inserita nell’ allegato IV della Direttiva Habitat e nell’allegato II della Convenzione di Berna, nell’allegato II del Protocollo SPA/BIO della Convenzione di Barcellona e nell’allegato I e II della Convenzione di Bonn. La specie è inclusa nella Convenzione CITES e nell’Accordo ACCOBAMS.
La popolazione della specie è sottoposta a diverse pressioni e minacce. In Mediterraneo negli ultimi decenni ha subito un forte declino (circa il 50% negli ultimi 30-45 anni), in particolare nel settore centro-occidentale.
Le principali pressioni sono costituite dalle catture volontarie ed accidentali con attrezzi da pesca (F02), dal degrado dell’habitat, dal cambiamento climatico (M). In Mediterraneo l’impigliamento in attrezzi da pesca, negli ultimi anni è un fenomeno in riduzione grazie all’entrata in vigore di nuovi regolamenti EU che limitano l’uso di reti derivanti. Una minaccia per la salute della specie è rappresentata dell’alto livello di contaminanti e metalli pesanti nei tessuti. L’incremento delle prospezioni ed estrazioni di petrolio e gas (C02) previste nel breve futuro potrebbero rappresentare una minaccia per la specie.
Questa specie è legalmente protetta a livello nazionale dagli anni ’80 e internazionale e inclusa in numerose aree protette (Reeves & Notarbartolo di Sciara 2006).
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, la Facilidad Global de Información sobre Biodiversidad.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.
Fonte foto:
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