Rincofillina
Rincofillina
La rincofillina, il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: Metil (2E)-2-[(1′R,6′R,7′S,8a′S)-6′-etil-2-osso-1,2,2′,3′,6′,7′ ,8′,8a′-ottaidro-5′H-spiro[indolo-3,1′-indolizin]-7′-il]-3-metossiprop-2-enoato, è un alcaloide presente in alcune specie di Uncaria (Rubiaceae). Si trova in particolare nell’Uncaria rhynchophylla e Uncaria tomentosa.
Questo alcaloide è presente, altresì, nelle foglie di Mitragyna speciosa un albero originario della Thailandia. Chimicamente, è correlato all’alcaloide mitraginina.
La rincofillina ha formula chimica: C22H28N2O4.
La rincofillina è un antagonista NMDA non competitivo (IC50 = 43,2 μM) e un bloccante dei canali del calcio.
Questa sostanza ha un’elevata attività biologica ed è stata ampiamente utilizzata negli studi antinfiammatori e neuroprotettivi.
È stato scoperto che la rincofillina aumentava l’attività SOD nel siero e l’espressione di TLR4 down-regolata nel tessuto ippocampale di ratti giovani con convulsioni prolungate, suggerendo che la rincolfillina può avere effetti protettivi sul danno cerebrale indotto da convulsioni sostenute.
L’uso della rincofillina è nato sulla scorta delle proprietà medicinali delle piante della specie Uncaria, che hanno avuto una varietà di usi nella medicina erboristica tradizionale, come vertigini, convulsioni, intorpidimento e ipertensione. Questi usi sono stati associati alla presenza di rincofillina e ne hanno incoraggiato la ricerca come farmaco candidato per diverse malattie cardiovascolari e del sistema nervoso centrale; tuttavia, sono stati condotti pochi studi clinicamente rilevanti.
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