Pouteria sapota
Pouteria sapota
Il sapote enorme o mammey zapote (Pouteria sapota (Jacq.) H.E.Moore & Stearn, 1967) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Sapotaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Ebenales,
Famiglia Sapotaceae,
Genere Pouteria,
Specie P. sapota.
Sono sinonimi i termini:
– Achras mammosa Bonpl.;
– Achras mammosa Bonpl. ex Miq.;
– Bassia jussaei Griseb.;
– Calocarpum huastecanum Gilly;
– Calocarpum mammosum subsp. bonplandii (Kunth) Pierre;
– Calocarpum mammosum subsp. candollei (Pierre) Pierre;
– Calocarpum mammosum subsp. ovoideum (Pierre) Pierre;
– Calocarpum mammosum var. bonplandii (Kunth) Pierre;
– Calocarpum mammosum var. candollei (Pierre) Pierre;
– Calocarpum mammosum var. ovoideum (Pierre) Pierre;
– Calocarpum sapota (Jacq.) Merr.;
– Calospermum mammosum subsp. bonplandii (Kunth) Pierre;
– Calospermum mammosum subsp. candollei Pierre;
– Calospermum mammosum subsp. ovoidea Pierre;
– Calospermum mammosum var. bonplandii (Kunth) Pierre;
– Calospermum mammosum var. candollei Pierre;
– Calospermum mammosum var. ovoidea Pierre;
– Calospermum parvum Pierre;
– Lucuma bonplandii Kunth;
– Sapota mammosa Mill.;
– Sideroxylon sapota Jacq.;
– Sideroxylum sapota Jacq..
Etimologia –
Il termine Pouteria è stato dato dal botanico francese Charles François Antoine Morren, che ha descritto la pianta per la prima volta nel 1838 e l’ha chiamata Pouteria in onore del botanico svizzero Marc Michel Poutereau, che ha effettuato importanti ricerche sulla flora delle Americhe.
L’epiteto specifico sapota deriva dal termine nahuatl “tzapotl”, che era il nome dato al frutto di una pianta tropicale originaria del Messico e dell’America Centrale. Il nome nahuatl “tzapotl” è stato successivamente adattato in “sapote” in spagnolo e poi trasformato in “sapota” in alcune lingue, come l’italiano, per riferirsi sia al frutto che alla pianta stessa.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Pouteria sapota è una pianta originaria di un areale che si estende dal Messico meridionale al Nicaragua. È diffusa in coltivazione in tutti gli Stati affacciati sui Caraibi ed anche in Florida. È molto diffusa nel nord-est del Brasile col nome saputi e a Cuba, conosciuto come mamey, viene anche utilizzato a scopi curativi.
Il suo habitat naturale è costituito da foreste tropicali umide e subtropicali, dove cresce preferibilmente su terreni ben drenati e fertili. Questa specie fruttifera si è evoluta a latitudini tropicali in zone di bassa elevazione fino a 600 m e raggiunge altezze superiori ai 1000 m solo in prossimità dell’equatore.
La pianta richiede un clima caldo e umido per prosperare. È in grado di sopportare temperature fino a circa 28-30 °C ma non tollera il freddo intenso o il gelo. Predilige una posizione soleggiata o parzialmente ombreggiata e richiede una buona quantità di precipitazioni durante l’anno.
Descrizione –
La Pouteria sapota è un albero perenne, che può raggiungere un’altezza tra i 15 ed i 45 metri e con una corona aperta e allargata con pochi grandi rami.
Le foglie sono lunghe fino a 30 cm e larghe fino a 10 cm. Possono essere sempreverdi o decidue.
I fiori di questa pianta sono generalmente piccoli, di colore bianco-crema o giallo pallido. Sono ermafroditi, il che significa che contengono sia organi maschili che femminili. Possono apparire solitari o in piccoli gruppi e sono generalmente poco appariscenti.
Nelle regioni tropicali, dove la Pouteria sapota è originaria, la fioritura può avvenire più volte durante l’anno, senza un periodo di fioritura specifico. In queste zone, l’albero può produrre fiori e frutti in modo continuo.
Tuttavia, in alcune regioni con stagioni più distinte, la fioritura può concentrarsi principalmente in determinati periodi dell’anno. Ad esempio, in alcune parti dell’India, tende a fiorire durante i mesi di marzo e aprile.
Il frutto ha forma in genere ellittica, ma può essere anche rotondo o ovale. Può superare i 10 cm di larghezza e i 30 di lunghezza e pesare oltre i 2 kg. La buccia è di color marrone, ruvida, e l’interno è di color arancio-salmone ma ci sono anche di colore marrone. La polpa commestibile ha consistenza molle e di sapore molto dolce, con un aroma che ricorda il caffè.
Ha uno o due grossi semi, lucidi di colore scuro.
Coltivazione –
La Pouteria sapota è un bell’albero sempreverde che può essere coltivata anche in altre regioni tropicali e subtropicali del mondo, come alcune parti dell’Africa, dell’Asia e delle isole del Pacifico, dove le condizioni climatiche sono adatte alle sue esigenze.
Questa pianta, per sviluppare i suoi grandi frutti, ha maggiori esigenze di calore di altre specie di Pouteria. Coltivazioni sperimentali nel sud della Florida hanno verificato che tollera brevi abbassamenti termici ma mai le gelate, che uccidono le piante giovani e danneggiano irrimediabilmente anche quelle adulte. L’albero necessita anche di molta acqua e non sopporta una prolungata stagione secca.
In generale viene coltivata con successo nei tropici umidi di pianura o subtropicali fino ad altitudini di 1.400 metri.
Nel suo areale nativo, la temperatura media è compresa tra 25 e 28 °C, anche se si possono ottenere buone rese e qualità dei frutti a temperature comprese tra 30 e 33 °C.
È molto intollerante alle basse temperature, venendo rapidamente danneggiata o uccisa se le temperature scendono molto al di sotto dei 2 °C.
Cresce bene nelle aree in cui la piovosità media annua varia da 800 a 2.500 mm. È molto suscettibile alla siccità e cresce bene nelle zone marittime, dove mostra una buona resistenza al vento.
Dal punto di vista pedologico predilige un terreno ricco, profondo, umido e una posizione in pieno sole; tollerante a un’ampia gamma di tipi di suolo, compresi i terreni sabbiosi e argillosi; richiede un terreno molto ben drenato e tollera un pH compreso tra 5 e 7.
Le piantine iniziano a dare frutti dopo 7 anni o più, mentre gli alberi innestati iniziano a dare frutti dopo 3-5 anni.
Ci vogliono dai 13 ai 24 mesi perché i frutti raggiungano la maturità e quindi gli alberi possono avere fiori, frutti immaturi e frutti maturi tutti allo stesso tempo.
Questa pianta da buone rese; gli alberi maturi possono dare da 200 a 500 frutti all’anno, mentre il doppio di questa quantità può essere ottenuto da alberi di grandi dimensioni.
All’interno di questa specie sono state prodotte alcune varietà.
Come la maggior parte degli alberi da frutto si propaga per innesto, pratica colturale che permette di trasmettere le qualità della pianta da cui si prelevano gli innesti, ed inoltre l’arrivo in produzione è così più rapido. Il fusto è eretto e il legno è ricco di un lattice gommoso similmente alle altre sapotaceae.
La propagazione può avvenire anche per seme che va rimosso dal guscio prima della semina. Il seme ha una breve vitalità di soli 7 – 14 giorni. I semi dovrebbero essere raccolti dai frutti maturi e piantati immediatamente in terreni ben drenati.
I semi che hanno un’incrinatura sottile nel rivestimento sembrano germinare più rapidamente.
Usi e Tradizioni –
La Pouteria sapota è una pianta di antichissima coltivazione presso le civiltà precolombiane dell’America Centrale per la produzione del suo grande frutto, che veniva chiamato chachaas o chachalhaas dai Maya e tzapotl dagli Aztechi. Nei luoghi di origine è anche chiamato “Mamey zapote”, che ha il significato di zapote enorme, essendo il maggiore fra quelli del genere Pouteria, o semplicemente “zapote”, termine però usato anche per altre sapotaceae, avendo il significato di “frutto dolce” in nahuatl.
In Italia non è finora stato diffuso nei mercati fruttiferi, per cui non è ancora stato deciso un nome vernacolare definito per la specie né è presente in alcun dizionario, ed i termini zapotone (traduzione di zapote mamey) e ciaciassa (italianizzazione dell’appellativo maya) sono stati raramente usati dai collezionisti di semi tropicali.
Questa pianta, originaria dell’America centrale e dal sapore ottimo, oggi è coltivata in Florida nella contea di Miami Dade. Il frutto viene consumato al naturale o utilizzato per preparare frullati, gelati e dolci.
Tradizionalmente viene usata per preparare una specie di frullato freddo, chiamato batido, o gelati.
Il frutto intero non si conserva molto a lungo, ma la polpa può essere congelata. La buccia è abbastanza sottile, come quella di un avocado. All’interno presenta un grande nocciolo che può essere facilmente rimosso: come forma ricorda la conchiglia dei molluschi con una superficie molto lucida. La polpa è di color salmone, ha la consistenza dell’avocado e può essere facilmente tagliata e separata dalla buccia. La parte attorno e vicino al nocciolo viene solitamente rimossa. Il frutto ha una resa molto buona, da un unico frutto maturo si possono ottenere più di 250 grammi di polpa. Il sapore è dolce e aromatico che ricorda una patata dolce, o la zucca con note che tendono alla mandorla, al cioccolato, al miele e alla vaniglia. Non presenta un retrogusto persistente. Buoni sono gli abbinamenti con il latte freddo e panna. La sua polpa inoltre potrebbe essere anche usata per preparare la crema pasticciera, o la panna cotta.
Il frutto fresco è disponibile da giugno a settembre.Una cultivar in particolare, conosciuta come “Pantin” è stata scoperta in Florida in una stazione di pompieri a Key West. Si pensa che i semi siano arrivati da Cuba, insieme ad alcuni dissidenti che nel XIX secolo avevano abbandonato il paese. Oggi la produzione di questa pianta rappresenta il 95 % della produzione totale in Florida su 350 acri di terreno. Ci sono molti produttori che ancora coltivano questo frutto nell’area di Redland e Miami-Dade.
La storia di questa pianta è molto antica e legata ai Maya del Centro America e alla storia di Cuba. È un frutto molto importante per la comunità latina e per la comunità di agricoltori locali. La maggior parte delle sapote vendute provengono dalle coltivazioni di Home stead in Florida. Tuttavia i coltivatori sono oppressi da fattori come lo sviluppo incontrollato dei terreni, i danni causati dagli uragani, gli alti prezzi e le tasse sulle proprietà terriere.
Parti della pianta trovano impiego anche in campo medicinale.
È un frutto assai rispettato nella medicina di alcuni paesi dei Caraibi. Si utilizza molto ritenendosi che sia molto efficace nei confronti delle infermità gastrointestinali. In alcune regioni si utilizza anche contro il mal di testa e malattie veneree. Si utilizza talvolta come antisettico.
L’olio di nocciolo di semi è usato come unguento per la pelle e come medicazione per capelli che si ritiene fermi la caduta dei capelli.
Nel 1970, i test clinici presso l’Università della California a Los Angeles non hanno rivelato alcuna attività di promozione della crescita dei capelli, ma hanno confermato che l’olio di semi di sapote è efficace nell’arrestare la caduta dei capelli causata dalla dermatite seborroica.
Si dice che l’olio sia diuretico ed è anche impiegato come sedativo nei disturbi degli occhi e delle orecchie.
Il residuo del seme, dopo l’estrazione dell’olio, viene applicato come cataplasma su affezioni cutanee dolorose.
Il nocciolo del seme è considerato un digestivo.
Un infuso di semi viene usato come collirio.
Si dice che il tegumento polverizzato sia un rimedio per i disturbi coronarici e, preso con il vino, sia utile contro i calcoli renali e i reumatismi.
Gli Aztechi lo impiegavano contro l’epilessia.
La corteccia è amara e astringente e contiene lucumina, un glicoside cianogenico.
Un decotto di corteccia viene preso come pettorale. Un tè ricavato dalla corteccia e dalle foglie viene somministrato nell’arteriosclerosi e nell’ipertensione.
La linfa lattiginosa è emetica e antielmintica ed è stata utilizzata per rimuovere le verruche e le escrescenze fungine sulla pelle.
Il seme ha proprietà stupefacenti, e ciò può essere dovuto al suo contenuto di HCN.
Si avverte di non strofinarsi gli occhi dopo aver maneggiato il frutto verde a causa della linfa che trasuda dal gambo tagliato o spezzato.
La linfa lattiginosa dell’albero è altamente irritante per gli occhi e caustica e vescicante sulla pelle.
Secondo quanto riferito, le foglie sono velenose.
Tra gli altri usi si ricorda che estratti di questa pianta sono utilizzati per fissare i colori su zucche dipinte e altri oggetti di artigianato.
Il nocciolo del seme produce dal 45 al 60% di un olio bianco, semisolido, simile alla vaselina, commestibile quando appena estratto e raffinato. A volte viene utilizzato nel sapone e si ritiene che abbia un potenziale maggiore nell’industria del sapone, nella cosmesi e nel settore farmaceutico.
Viene anche usato come olio per i capelli e si dice che promuova la crescita dei capelli e ne prevenga la caduta.
I semi molto lisci erano anticamente molto usati nell’America centrale per lisciare la biancheria inamidata, come un ferro da stiro, e si dice che siano ancora usati a questo scopo in Guatemala.
Gli alberi sono raramente tagliati per il legname, a meno che non diano frutti di scarsa qualità.
C’è pochissimo alburno. Il durame è color cuoio o marrone quando è fresco, diventando rossastro con l’età; a volte ricorda il mogano ma è più rosso e più o meno screziato di toni più scuri. È di grana fine, compatta, generalmente dura e abbastanza pesante, resistente, facilmente lavorabile e discretamente durevole. È classificato come adatto per l’ebanisteria e viene trasformato in mobili, ma serve principalmente per la costruzione di carrelli, scaffalature e telai di case.
Modalità di Preparazione –
La Pouteria sapota è una pianta coltivata per i suoi grossi frutti.
Il frutto maturo viene consumato crudo, trasformato in sorbetti, gelati, bevande ecc. e può anche essere essiccato.
I frutti acerbi vengono cotti come un ortaggio.
La polpa del frutto maturo è di colore dal rosso salmone al bruno-rossastro, ha una consistenza soda, finemente granulosa e un sapore ricco, simile alla mandorla dolce.
I semi macinati vengono aggiunti al texate, trasformati in una confezione o mescolati con farina di mais, zucchero e cannella per fare una bevanda nutriente chiamata pozol.
Il seme può essere macinato per preparare un cioccolato amaro.
Il nocciolo del seme produce un olio bianco, semisolido, simile alla vaselina, che è commestibile appena estratto e raffinato.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/2819309/original.jpg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.