Riproduzione della Roverella
Riproduzione della Roverella
La roverella (Quercus pubescens Willd., 1805) è una quercia della famiglia delle Fagaceae e particolarmente presente nel Bacino del Mediterraneo.
Habitat idoneo di riproduzione –
La roverella è distribuita nel bacino del Mediterraneo ed in Italia è presente con esclusione delle zone più interne e più elevate.
L’areale della roverella che, come detto, si estende prevalentemente nel bacino del Mediterraneo, ha un nucleo centrale rappresentato dalle regioni al di qua delle Alpi (Francia centro-meridionale, penisola italiana e grandi isole del Mediterraneo centrale e occidentale) in cui questa quercia è molto comune; da esso si diramano un prolungamento occidentale, che dai Pirenei si espande al territorio basco, uno settentrionale che risale la Francia fino al Belgio (non particolarmente numerosa e solamente su suoli di origine calcarea) e infine un terzo prolungamento molto ampio, che interessa la penisola balcanica fino al Mar Nero e penetra nella penisola anatolica, nei cui boschi è presente anche se non predominante.
In queste regioni la roverella è frequente, e spesso dominante, nei boschi compresi fra 200 e 800 m slm potendo arrivare a 1200-1300 m nelle zone meno fredde e meno umide.
In genere in questi boschi, quando la roverella è a portamento arboreo ed è dominante, per il suo temperamento eliofilo fra albero e albero restano ampi spazi che permettono lo sviluppo di numerose specie arbustive.
È una pianta a lento accrescimento che forma boschi puri o misti, in consociazione con il leccio e la sughera nelle zone meno elevate; tasso, agrifoglio, acero trilobo, carpino nero e orniello nelle zone più alte.
I boschi di roverella sono luminosi, sia per le foglie caduche, sia la tendenza a formare boschi radi e perché le chiome, anch’esse rade, lasciano filtrare la luce. Questi boschi sono governati tipicamente a fustaia rada, associate alle colture agrarie, o pascoli alberati con esemplari maestosi.
Propagazione –
Il Quercus pubescens è una specie eliofila e xerofila a foglie decidue che di solito cresce dai 15 ai 20 metri di altezza, ma a volte può raggiungere i 25 metri; non è esigente sulle qualità del suolo adattandosi bene anche su quelli di origine calcarea, aridi, rocciosi e poco fertili. È considerata una specie calcicola termica in quanto, verso i limiti latitudinali e altitudinali superiori (dove si registrano le temperature più basse), vegeta esclusivamente su suoli calcarei perché meno umidi e più caldi di quelli di origine silicea. Ha una dormienza molto accentuata e quindi germoglia tardivamente (fra aprile e maggio) evitando generalmente le gelate tardive.
Fiorisce ad aprile-maggio, fruttifica ad ottobre-novembre. La fioritura è contemporanea all’emissione delle nuove foglie. Pianta monoica a fiori unisessuali spesso riuniti in infiorescenze; infiorescenze maschili in amenti penduli lunghi 5 cm circa, colore verde-giallastro; quelle femminili solitarie o a piccoli gruppi terminali.
È un albero molto resistente al freddo, che tollera temperature fino a circa -25 °C quando è dormiente.
Predilige una posizione soleggiata, anche se le piante giovani tollerano livelli ragionevoli di ombra laterale.
La pianta è abbastanza indifferente al pH del suolo ma cresce in terreni ricchi di calcare e ben drenati nel nord del suo areale e spesso si trova su suoli acidi nel sud.
Il seme matura nel suo primo anno.
La propagazione avviene per seme che, comunque, perde rapidamente vitalità se viene lasciato asciugare. Può essere conservato umido e fresco durante l’inverno, ma è meglio seminare non appena è maturo in un semenzaio all’aperto, anche se deve essere protetto da topi, scoiattoli, ecc.
Piccole quantità di seme possono essere seminate in vasi profondi ma riparati.
Le piante producono un fittone profondo e devono essere trapiantate in pieno campo il prima possibile, infatti i semi seminati direttamente in campo producono gli alberi migliori. Per questo motivo i giovani alberelli non dovrebbero essere lasciati in un vivaio per più di 2 stagioni di crescita.
Si ricorda, inoltre, che la Quercus pubescens si ibrida liberamente in natura con altri membri del genere, tra cui Quercus pyrenaica, Quercus petraea e Quercus frainetto.
Ecologia –
La Roverella, come detto, è una pianta di origine europea con un areale che comprende l’Europa centro-meridionale e orientale, dai Pirenei all’Asia Minore. Nell’Europa meridionale e Sud-orientale la Roverella costituisce uno dei componenti fondamentali dei querceti e dei boschi misti a latifoglie.
Questa specie, che cresce tra 200 e 800 m slm, potendo arrivare a 1200-1300 m nelle zone meno fredde e meno umide, forma per lo più cenosi xerotermiche di latifoglie eliofile a cui si accompagna un corteggio di altre specie, fra cui orniello (Fraxinus ornus L.) e, nel settore occidentale, carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.) sostituito da specie di Celtis (Celtis australis L., Celtis glabrata Steven ex Planch. e Celtis tournefortii Lam.) nei Balcani e in Anatolia; soprattutto nelle isole mediterranee e nelle regioni anatoliche diventano più numerose le specie sempreverdi.
Alle altitudini più elevate vi entrano specie più mesofile fra cui cerro (Quercus cerris L.), rovere (Quercus petraea (Matt.) Liebl.), castagno (Castanea sativa Mill.), alcuni aceri e diverse rosacee legnose.
Il legno della roverella è molto duro e pesante, prevalentemente usato da ardere e per carbone; non è adatto per la lavorazione.
Tuttavia anche se il legno è simile a quello della Rovere, presenta fibre meno dritte, per cui è di più difficile lavorazione, inoltre tende ad imbarcarsi. Le travi che se ne ottengono vengono usate in edilizia, costruzioni navali e una volta traversine ferroviarie.
Le ghiande sono dolci e venivano utilizzate non solo per l’alimentazione dei maiali ma anche, nei periodi di carestia, per fare una specie di pane o piadina di ghianda.
Questa specie è, inoltre, uno degli ospiti più frequenti di tutti i tartufi fungini economicamente importanti.