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Artemisia alba

Artemisia alba

L’Artemisia bianca o Assenzio maschio (Artemisia alba Turra, 1764) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Asterales,
Famiglia Asteraceae,
Sottofamiglia Asteroideae,
Tribù Anthemideae,
Sottotribù Artemisiinae,
Genere Artemisia,
Specie A. alba.
Sono sinonimi i termini:
– Abrotanum brachylobum Jord. & Fourr., 1868;
– Absinthium viridiflorum Besser;
– Absinthium viridiflorum var. viridiflorum;
– Artemisia abrotanum Savi, 1805;
– Artemisia alba subsp. canescens Priszter & Soó, 1966;
– Artemisia alba subsp. saxatilis (Willd.) P.Fourn., 1939;
– Artemisia alba var. alba;
– Artemisia alba var. mesatlantica Quézel;
– Artemisia alba Turra subsp. lobelii (All.) Hegi;
– Artemisia biasolettiana Vis.;
– Artemisia camphorata Vill.;
– Artemisia camphorata subsp. canescens (DC.) Arcang., 1882;
– Artemisia camphorata var. camphorata;
– Artemisia camphorata var. canescens DC.;
– Artemisia camphorata var. peduncularis (Jord. & Fourr.) Cariot & St.-Lag., 1889;
– Artemisia camphorata var. saxatilis (Waldst. & Kit. ex Willd.) DC., 1838;
– Artemisia fruticosa Asso, 1779;
– Artemisia garganica DC.;
– Artemisia humilis Wulfen, 1791;
– Artemisia incanescens Jord.;
– Artemisia incanescens var. incanescens;
– Artemisia lobelii Auct.;
– Artemisia lobelii var. canescens (DC.) Briq. & Cavill., 1916;
– Artemisia saxatilis Waldst. & Kit. ex Willd., 1803;
– Artemisia subcanescens Willd..
All’interno di questa specie vengono riconosciute le seguenti sottospecie e varietà:
– Artemisia alba subsp. alba;
– Artemisia alba subsp. chitachensis Maire;
– Artemisia alba subsp. glabrescens (Willk.) Valdés Berm.;
– Artemisia alba subsp. kabylica (Chabert) Greuter;
– Artemisia camphorata var. canescens Guss..

Etimologia –
Il termine Artemisia viene da Ἄρτεμις Artemis Artemide, nome greco della dea Diana, genere già citato in Plinio; secondo alcuni autori, Artemisia II di Caria (Αρτεμισία Artemisía ?-350 a.C.), sorella e moglie di Mausolo, che avrebbe dato il suo nome a questa pianta.
L’epiteto specifico alba viene da albus, bianco, termine riferito ai fiori, alle foglie, alla corteccia o altre parti delle piante.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Artemisia alba è una specie originaria dell’Europa meridionale e presente in un’areale che comprende Spagna, Francia, Belgio, Italia, Sicilia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Balcani.
In Italia è presente in tutte le regioni salvo che in Sardegna e forse in Valle d’Aosta; tuttavia è comune al nord e centro, mentre è più rara al sud. Nelle Alpi manca in qualche provincia (Sondrio), altrimenti è comune. Nelle Alpi, fuori dai confini italiani, si trova nei dipartimenti francesi di Alpes-de-Haute-Provence, Hautes-Alpes, Alpes-Maritimes, Drôme, Isère e Alta Savoia; mentre in altri rilievi europei si trova in Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Alpi Dinariche, Monti Balcani e Carpazi.
Il suo habitat tipico sono i prati aridi e le praterie rase dei piani collinari e montani, ma anche i pendii sassosi e ripari sotto roccia. Il substrato preferito è calcareo con terreno a pH basico, bassi valori nutrizionali e arido.
La distribuzione altitudinale arriva fino a 1300 m s.l.m., anche se al sud (in Sicilia) può raggiungere la quota di 1800 m s.l.m..

Descrizione –
L’ Artemisia alba è una pianta perenne, legnosa alla base, la cui altezza può arrivare fino 20 – 40 cm ma potendo raggiungere anche un metro di altezza.
La pianta sopravvive nel periodo freddo con gemme svernanti poste ad un’altezza dal suolo tra i 2 ed i 30.
Le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose. Hanno inoltre un forte odore aromatico simile alla canfora.
Le radici sono secondarie da fittone.
I fusti sono legnosi alla base e ramificati, in alto sono semplici, con portamento ascendente e superficie è più o meno pubescente.
Le foglie sono di colore variabile tra il verdastro e il bianco-tomentoso, con peli del tipo contorto-uncinato. Le foglie sono picciolate e il picciolo alla base è allargato in due orecchiette. Le foglia hanno forma della lamina bi-pennata o anche tri-pennata. I segmenti di secondo ordine sono interi a forma di lacinie strettamente lineari. La superficie delle foglie è cosparsa di ghiandole puntiformi affondate nel parenchima. Le foglie cauline sono progressivamente più piccole verso l’infiorescenza. Le dimensione dei segmenti finali sono in larghezza di 0,3 – 0,5 mm e lunghezza 5 – 8 mm.
I fiori sono riuniti in infiorescenze in forma di pannocchie lineari, fogliose, terminali e formate da diversi (da 25 a 30) piccoli capolini subsferici e subsessili, di colore biancastri e lievemente penduli composti solamente da fiori tubulari.
Nei capolini il peduncolo sorregge un involucro più o meno cilindrico composto da diverse brattee/squame embricate, lanose disposte in diversi ordini che fanno da protezione al ricettacolo peloso sul quale s’inseriscono fiori centrali tubulosi, con quelli periferici femminili e quelli centrali ermafroditi. Il diametro dei capolini è di 2 – 3 mm.
I fiori sono attinomorfi, tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi)[4]. Dimensione dei fiori: 3 – 6 mm.
I sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame quasi inesistenti.
I petali della corolla sono 5 a forma di lacinie; nella parte inferiore sono saldati a tubo (corolla di tipo tubuloso). Il colore della corolla è bianco.
L’androceo è composto da 5 stami con filamenti liberi ma antere saldate che formano una specie di manicotto avvolgente lo stilo.
Nel gineceo i carpelli sono due e formano un ovario bicarpellare infero uniloculare. L’ovario porta un solo uovo anatropo. Lo stilo unico è terminante in uno stigma profondamente bifido.
L’antesi è da agosto a ottobre.
I frutti sono degli acheni (cipsele) ellissoidi, compressi, lunghi 1,5 mm, glabri, di colore marrone chiaro. Il pappo è assente.

Coltivazione –
L’Artemisia alba è una pianta molto polimorfa sia nella pelosità che nell’odore, come pure in importanti caratteri morfologici, fattore che ne ha determinato un’ampia sinonimia.
Inoltre è una pianta che si sviluppa in un ampio cuscino grigio-verde dai riflessi argentati, con un fogliame finemente profumato, il che la rende un’ottima pianta da includere in un giardino aromatico.
Tuttavia si tratta di una specie, come altre dello stesso genere, spesso naturalizzata.
Per la sua coltivazione è una pianta che richiede poca manutenzione dal punto di vista della rimozione delle malerbe: le sue proprietà allelopatiche vanno infatti ad inibire la crescita di infestanti nelle immediate vicinanze.
La propagazione può avvenire per seme anche con semina primaverile in pieno campo.

Usi e Tradizioni –
L’Artemisia alba è una pianta le cui foglie vengono localmente utilizzate per la preparazione di liquori digestivi; come le altre specie congeneri, contiene il tossico thujone, per cui la commercializzazione dell’assenzio era vietata, per esempio, in Francia sino a poco tempo fa.
La droga della pianta è costituita sia dalle radici che dalla parte aerea; in particolare, si utilizzano le punte dei ramoscelli secchi.
Queste piante sono prive di lattice ma contengono però oli eterei lattoni esquiterpenici.
L’olio essenziale è ricco in terpeni e tuioni; sono presenti inoltre flavonoidi, sostanze amare, idrossicumarine.
Tra le proprietà di questa specie, comuni ad altre Artemisie, ricordiamo che viene considerata utile per favorire la digestione e come antispasmodica contro i dolori mestruali. Mancano comunque dati sufficienti di carattere scientifico circa la sua efficacia e sicurezza.
La medicina popolare e la tradizione descrivono l’artemisia come una pianta diuretica, amaro-tonica, emmenagoga, antispasmodica, sudorifera, febbrifuga, colagoga, sedativa, antielmintica, anoressizzante e digestiva.
In liquoreria, l’artemisia trova impiego nella preparazione di amari.
All’artemisia sono ascritte numerose proprietà che vengono attribuite principalmente all’olio essenziale e all’estratto acquoso ottenuti dalla pianta stessa.
Fra le diverse proprietà che questa pianta vanta, a suscitare un maggior interesse sono, probabilmente, quelle digestive e antispastiche.
L’attività digestiva dell’artemisia è riconducibile alle sostanze amare in essa contenute che agiscono stimolando la secrezione gastrica.
Per quanto riguarda l’attività antispasmodica, invece, uno studio condotto sull’estratto grezzo di artemisia ha dimostrato che quest’ultimo è dotato di attività anticolinergica. È proprio questo meccanismo d’azione che potrebbe essere alla base dell’attività spasmolitica attribuita alla pianta.
Tuttavia, le evidenze scientifiche attualmente disponibili non sono sufficienti per l’approvazione delle sopra citate applicazioni dell’artemisia in ambito terapeutico.
Oltre agli usi popolari contro disturbi gastrointestinali, contro il vomito persistente e perfino contro l’epilessia, la pianta è stata impiegata per riattivare le cessate mestruazioni, calmando i dolori che le accompagnano; inoltre nella medicina popolare si utilizza l’artemisia anche come rimedio antielmintico e sedativo, oltre che come trattamento di diversi disturbi psichiatrici, fra cui ritroviamo la depressione, l’irritabilità, gli stati d’ansia e l’insonnia.
In ambito omeopatico, invece, l’artemisia viene impiegata come rimedio contro le convulsioni, contro le dermatosi ed altre affezioni cutanee, contro il ciclo mestruale irregolare o abbondante e come tonico muscolare.
Tra le controindicazioni si ricorda che la sua assunzione può avere effetti collaterali , quali: nausea, vomito, diarrea e crampi addominali; sono state riportate anche reazioni allergiche.
Tuttavia i prodotti contenenti artemisia e suoi estratti – se utilizzati rispettando le indicazioni fornite – sembrano essere ben tollerati, anche se l’artemisia e i prodotti che la contengono o che contengono i suoi estratti sono da evitare in gravidanza per la potenziale abortività; altre controindicazioni riguardano i soggetti con gastrite, ulcera peptica, epilessia o ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.

Modalità di Preparazione –
Dell’Artemisia alba si utilizzano sia le radici che la parte aerea ed, in particolare, le punte dei ramoscelli secchi.
Con questi si possono preparare infusi, decotti ed altri estratti, come anche oli essenziali.
Gli estratti di Artemisa sono disponibili anche all’interno di diversi integratori alimentari e preparazioni omeopatiche da assumersi per via orale. Tuttavia, si ricorda che – anche se di origine naturale e liberamente acquistabili – simili prodotti sono potenzialmente in grado di causare effetti indesiderati e presentare controindicazioni; pertanto, il consiglio del medico è sempre opportuno.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
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https://intermountainbiota.org/imglib/h_seinet/seinet/KHD/KHD00005/KHD00005234_lg.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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