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Copernicia prunifera

Copernicia prunifera

La palma carnauba (Copernicia prunifera (Mill.) H.E.Moore) èuna specie arborea appartenente alla famiglia delle Arecaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Liliopsida,
Ordine Arecales,
Famiglia Arecaceae,
Genere Copernicia,
Specie C. prunifera.
È basionimo il termine:
– Palma prunifera Mill..
Sono sinonimi i termini:
– Arrudaria cerifera (Arruda) Macedo;
– Copernicia cerifera (Arruda) Mart.;
– Corypha cerifera Arruda;

Etimologia –
Il termine Copernicia del è stato dedicato all’astronomo polacco Mikołaj Kopernik (in latino Nicolaus Coper- nicus; 1473-1543).
L’epiteto specifico prunifera è la combinazione del termine latino “pruina” = brina e del verbo “fero” = portare, con riferimento allo strato ceroso biancastro che riveste la lamina fogliare.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Copernicia prunifera è una pianta endemica della Caatinga, un esclusivo bioma brasiliano, che comprende un’area totale di 826.411 km². Quest’ultimo è presente in otto dei nove stati del Nordest: Piauí, Ceará, Rio Grande do Norte, Paraiba, Pernambuco, Alagoas, Sergipe, Bahia, ed è presente anche in una fascia settentrionale del Minas Gerais. La Caatinga copre circa il 10% del territorio nazionale e il 70% della regione nord-orientale e confina con altri tre biomi del paese, la foresta pluviale amazzonica, la foresta atlantica e la savana del Cerrado. Nella Caatinga prevale un clima semiarido, con circa 800 mm di pioggia all’anno scarsamente distribuita, con conseguenti lunghi periodi di siccità.
Il suo habitat in natura è quello delle aree forestali secche del Brasile, dove cresce lungo i fiumi nelle valli, spesso in aree soggette a periodiche inondazioni e periodiche siccità.

Descrizione –
La Copernicia prunifera è una palma monoica a fusto singolo, che può raggiungere un’altezza di 20 metri e un diametro del tronco, alto fino a 25 cm, di colore sul grigio, ricoperto spesso dai residui delle basi fogliari disposte a spirale e curiosamente concentrate più nella parte bassa del tronco che in quella prossima alla chioma.
La chioma è circolare, con foglie a ventaglio di 1,5 m, fiori bisessuali e piccoli frutti rotondi neri (2,5 cm).
Le foglie sono palmate, pressoché circolari di 1,5 m di diametro, con segmenti rigidi uniti alla base per metà della lunghezza, di colore da verde giallastro a verde bluastro, e ricoperte da uno strato ceroso più spesso nella parte inferiore; i piccioli sono lunghi circa 0,8 m e sono muniti di robuste spine ricurve ai margini.
Le infiorescenze sono lunghe circa 2 m; queste nascono tra le foglie e si estendono poco al di fuori della chioma; sono ramificate e portano fiori ermafroditi di colore giallastro.
I frutti sono di forma ovoidale, lunghi circa 2,6 cm, di colore nerastro a maturità e che contengono un solo seme. Questa palma può vivere fino a 200 anni.

Coltivazione –
La Copernicia prunifera è una grande palma ampiamente coltivata, quasi interamente in Brasile, per la cera che si può ricavare dalle foglie. Inoltre viene spesso coltivata anche come pianta ornamentale nelle zone tropicali.
Sebbene questa palma resista bene alla siccità, ha un elevato fabbisogno idrico per la crescita. Una composizione leggermente salina nel terreno produce gli alberi migliori. In natura crescono nelle zone alluvionali o vicino ai fiumi.
Le piante crescono quindi in climi tropicali umidi dove le temperature non scendono mai sotto i 10 °C, anche se resistono a temperature fino a -3 °C sia pure per breve periodo. La piovosità media annua è di 1.500 mm o più e il mese più secco ha 25 mm o più di pioggia.
Possono crescere, comunque, anche in aree più secche con precipitazioni annuali di appena 250 mm e un mese o più in cui le precipitazioni sono inferiori a 25 mm.
Si ricorda che le piante crescono bene in pieno sole, anche se piccole e prediligono un terreno umido e ben drenato, anche in suoli salini.
È, tuttavia, una pianta a crescita lenta.
Questa palma ha un buon valore ornamentale, non ancora interamente sfruttato.
La palma riveste ancora una notevole importanza economica per le popolazioni locali per la produzione della cera ricavata dalle foglie dopo averle fatte seccare al sole; malgrado l’alto prezzo del prodotto e la concorrenza di quelli di sintesi, esistono ancora molte aziende dedite alla sua raccolta, sia per il mercato locale, che per l’esportazione.
La raccolta viene effettuata nella stagione secca quando la sua secrezione è più abbondante, è infatti un sistema di protezione naturale contro la perdita eccessiva di acqua per traspirazione.
Per produrre la cera, le operazioni di raccolta devono essere quindi effettuate durante la stagione secca per assicurare la completa essiccazione delle foglie. La raccolta si effettua normalmente da agosto a dicembre. Tuttavia, durante i periodi con inverni più lunghi, il raccolto può essere ritardato.Una palma Carnuaba può produrre fino a 60 foglie per pianta, soprattutto dopo una stagione delle piogge molto intensa.
La raccolta viene effettuata con un lungo palo che termina con una lama uncinata; le foglie superiori vengono rimosse per un contenuto di cera superiore.
La produzione di materiali derivati dalla carnauba è diminuita all’inizio degli anni ’70, soprattutto a causa dell’invenzione di prodotti sintetici e petroliferi.
Da allora, la produzione è aumentata dall’inizio degli anni 2000 e ha raggiunto circa 20.000 tonnellate di polvere e circa 2.500 tonnellate di cera.
Questa palma si riproduce per seme, che germina in 1-3 mesi, utilizzando contenitori alti 15-20 cm.
Nella semina non è necessario separare i semi dal frutto prima della semina. Se si utilizzano semi conservati, si consiglia di immergerli per 24 ore in acqua tiepida.
La germinazione è lenta, con un basso tasso di germinazione e le giovani piantine crescono lentamente.

Usi e Tradizioni –
La Copernicia prunifera è una palma nota per il suo sfruttamento industriale nella produzione della cera di carnauba.
Questa pianta è conosciuta anche come “albero della vita” per i suoi molteplici usi, la Carnaúba è anche l’albero simbolo del Ceará. L’iniziativa di usarla come simbolo mira a promuoverne la conservazione e l’uso sostenibile.
La cera ricavata da questa pianta è tra le più pregiate, ha un punto di fusione elevato (tra 80 e 87 °C) che le conferisce particolare durezza, la più elevata tra le cere vegetali, e resistenza; è utilizzata per la lucidatura dei pavimenti, delle auto, dei mobili, nell’industria alimentare e farmaceutica come rivestimento, nell’industria cosmetica ed in tanti altri campi; aggiunta ad altre cere naturali e di sintesi ne migliora le caratteristiche. Le foglie sono ancora utilizzate anche per estrarne fibre per cordami e oggetti artigianali e come copertura di capanne e ripari di fortuna, mentre i fusti, per la loro resistenza, sono impiegati nelle costruzioni. Le radici secche erano utilizzate nella medicina tradizionale come diuretico e, bruciate e polverizzate, contro i reumatismi, ma anche in sostituzione del sale da cucina.
La cera di carnauba è costituita da miricilcerotato e piccole quantità di acido cerotico e alcol miricilico.
L’attività economica della carnauba comprende l’estrazione e l’utilizzo di foglie, fusto, coda e fibre, frutti e radici. Questi materiali sono tutti trasformati in prodotti artigianali e industrializzati. Tuttavia, la polvere utilizzata nella produzione di cera è la parte più redditizia della pianta a causa del grande interesse del mercato. La produzione di Carnauba si trova principalmente nel nord-est del Brasile, in particolare nello stato del Rio Grande do Norte (5%), nello stato del Ceará (35%) e nello stato del Piauí (45%). Il Brasile è l’unico paese esportatore, e i principali importatori sono il Giappone, gli Stati Uniti e anche l’Europa.
La Copernicia prunifera ricopre anche interesse alimentare.
Il midollo del tronco è ricco di amido e si usa per fare il sago. Dal tronco si ricava una gomma commestibile mentre il seme viene utilizzato come sostituto del caffè.
Le foglie si consumano cotte ed il germoglio apicale, spesso noto come “cuore di palma”, viene consumato come verdura.
Tuttavia se si asporta questo germoglio porta alla morte dell’albero perché non è in grado di fare germogli laterali.
I suoi frutti, inoltre, possono essere usati come mangime per bovini, asini, capre e maiali o possono anche essere usati per produrre gelatine per il consumo umano. La polpa viene estratta ed essiccata per produrre farina di carnauba, largamente consumata dai nativi. L’olio da cucina può essere estratto dai semi, anch’essi commestibili.
Da questa palma si ricavano prodotti e principi attivi per uso medicinale.
Le radici sono depurative e diuretiche. Un decotto è considerato un trattamento specifico per la sifilide, ed è utilizzato anche nel trattamento di artrite, reumatismi, affezioni cutanee ed edemi.
Una cera ricavata dalle foglie è usata nella preparazione di unguenti e cataplasmi.
Tra gli altri sui si ricorda che dalle superfici inferiori delle foglie si ottiene una cera di alta qualità che è molto dura e ha un alto punto di fusione. Viene utilizzata per realizzare vari lucidanti e vernici di alta qualità, dischi fonografici, lubrificanti, saponi, candele, ecc.
Le foglie possono essere utilizzate per la copertura di paglia e la tessitura in articoli come stuoie, cesti e cappelli.
La fibra ricavata dalle foglie serve per fare corde.
Dai semi si ricava un olio.
Il legno è tenero, moderatamente pesante, di lunga durata in acqua salata, facile da lavorare. Si usa per recinzioni, costruzioni rustiche, listelli, lavori al tornio come bastoni da passeggio, ecc. Grazie alla sua naturale resistenza contro i più comuni parassiti del legno, come le termiti, il legno di carnauba è un prezioso materiale da costruzione locale. Sebbene sia utilizzato principalmente da persone a basso reddito, la sua funzione nelle tende da spiaggia – non solo come pilastro/colonna/palo centrale, ma anche come tetto a foglie – è molto comune.
Il Mercado de Carne de Aquiraz, nel Ceará, è un notevole esempio dell’efficacia del legno di carnauba come materiale da costruzione versatile. Mentre il tetto dell’edificio è sostenuto da capriate e travi costituite dall’intero tronco di carnauba, le tegole in ceramica sono accuratamente montate su travi dello stesso legno, tagliate in quattro sezioni uguali.
Gli steli interi servono per fare pali.
La legna è usata come combustibile.
Dal punto di vista sociale ed ecologico la palma carnauba, è una specie facilmente adattabile e, quindi, è diffusa su vasti territori, incidendo notevolmente sui luoghi. Oltre agli impatti economici e culturali, ha una notevole influenza ecologica sugli ambienti. Il fatto che la palma carnauba sia una specie che cresce lungo fiumi e torrenti in genere, contribuisce a prevenire l’insabbiamento nei corpi idrici e a controllare l’erosione del suolo nelle zone in cui è ubicata. I frutti della palma carnauba servono come cibo per animali come pipistrelli, maiali, cinghiali e alcuni Psittacidae (pappagalli e parrocchetti), uno dei migliori fattori di aiuto nella diffusione dei semi di questa specie. Le api consumano anche nettare e polline dai suoi fiori per fare il miele, contribuendo a impollinare questa specie. Tuttavia, il rapporto tra la palma carnauba e gli animali non si limita all’alimentazione, ma è anche legato all’aiuto ai processi migratori e all’equilibrio dell’ecosistema. Gli uccelli, ad esempio, usano spesso questa palma per nidificare e riposare quando si radunano in stormi.

Modalità di Preparazione –
La Copernicia prunifera, come detto, è la pianta da cui si ricava la cera di carnauba che viene estratta dalle foglie.
Dopo la raccolta, le foglie vengono lasciate sul campo ad essiccare al sole. Il sottile strato di materiale vegetale che ricopre la cera si disintegra in una polvere, che viene poi separata sbattendo ripetutamente le foglie essiccate. La polvere viene concentrata in un mortaio, da miscelare con acqua e sciolta per produrre cera liquida. Dopo l’essiccazione viene concentrata in pezzi e venduta.
Il frutto e il midollo della pianta vengono mangiati; le foglie sono variamente utilizzate e il legno è un materiale da costruzione.
Le fibre fogliari sono un sottoprodotto della produzione della cera, noto come “bagana”. La biomassa può essere utilizzata come compost, copertura del suolo per mantenere l’umidità o compressa in bricchette di biocarburante ad alto contenuto energetico per la produzione di energia.
Le fibre fogliari, o “palha”, vengono tessute anche nella fabbricazione di oggetti come cappelli, ceste, borse e molti altri prodotti domestici.
Questi prodotti artigianali sono molto amati dai turisti e rappresentano un’importante fonte di reddito per la popolazione locale. Le foglie di palma da cera possono essere utilizzate anche nella realizzazione di tetti rustici.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/153594841/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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