Vaccinium macrocarpon
Vaccinium macrocarpon
L’Ossicocco americano o mirtillo rosso americano (Vaccinium macrocarpon Aiton, 1789) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Ericaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Ericales,
Famiglia Ericaceae,
Genere Vaccinium,
Sottogenere Oxycoccus,
Specie V. macrocarpon.
Sono sinonimi i termini:
– Oxycoccus macrocarpos (Aiton) Pers.;
– Oxycoca macrocarpa (Aiton) Raf.;
– Oxycoccus palustris macrocarpos (Aiton) Pers.;
– Schollera macrocarpa (Aiton) Steud.;
– Vaccinium propinquum Salisb.
Etimologia –
Il termine Vaccinium viene dal latino vaccinium, una pianta con bacche nere citata da Virgilio, di oscura derivazione; la spiegazione più comune lo connette a vaccinus: delle vacche; Oxford Latin Dictionary e altri lo collegano al greco Ὑάκινθος Hyákinthos attraverso la forma corrotta vakinthos: nome di una pianta dai fiori violetti; respingendo l’una e l’altra ipotesi, Vander Kloet ed altri lo connettono a baccínium diminutivo di bácca bacca: che produce piccole bacche.
L’epiteto specifico macrocarpon proviene dal greco antico μακρός (makrós, “grande”) + καρπός (karpós, “frutto”).
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Vaccinium macrocarpon è una pianta originaria del Canada centrale e orientale (dall’Ontario a Terranova) e degli Stati Uniti nordorientali e centro-settentrionali (nordest, regione dei Grandi Laghi e Appalachi fino all’estremo sud della Carolina del Nord e del Tennessee). Successivamente la pianta si è anche naturalizzata in alcune parti dell’Europa e in località sparse nel Nord America lungo il Canada occidentale (Columbia britannica) e gli Stati Uniti occidentali (costa occidentale).
Il suo habitat naturale è quello dei terreni paludosi e delle paludi, acquitrini, coste umide e promontori, ad un’altitudine dal livello del mare fino a 1.400 metri.
Descrizione –
L’ossicocco americano è un piccolo arbusto, sempreverde e latifoglia, con portamento di basso cespuglio legnoso, prostrato e pulvinato, cioè con forma a cuscino, e ricoprente il suolo per una altezza non superiore ai 20 cm, ed una larghezza fino a circa 1-2 metri.
Ha rami sottili ed esili che portano foglie coriacee alterne di piccola dimensione.
I fiori sono piccoli, di colore rosato ed hanno petali ricurvi all’indietro ed antere e stigma sporgente.
La fioritura avviene in maggio-giugno.
I frutti sono bacche rosse di discreta dimensione (in proporzione della dimensione della pianta), con un diametro compreso tra 10 e 20 mm.
I frutti raggiungono la piena maturazione in ottobre-novembre.
Coltivazione –
Il Vaccinium macrocarpon è una pianta molto resistente al freddo che cresce in maniera ottimale in aree umide e palustri, lungo i ruscelli, dove costituisce spesso estese colonie monospecie.
Dal punto di vista pedologico predilige terreni acidi come molte Ericacee. Il pH preferito è compreso tra 4 e 4,5, tollerando fino a 6,1; le piante diventano presto clorotiche quando è presente eccessivo calcare e crescono meglio in un terreno povero; in terreni ricchi tende a vegetare troppo a discapito della fruttificazione.
È una pianta che, in ambiente adatto (suolo e idrologia acida, e terreno umido) può essere coltivato in pieno campo; può essere comunque coltivato anche in vaso.
Vive in ambiente normalmente soleggiato, ma in ambiente molto soleggiato si giova di una modesta ombreggiatura, tollerando bene la mezz’ombra. Al di fuori dell’ambiente naturale ripariale necessita di irrigazione frequente ed abbondante.
Richiede, inoltre, un riparo dai venti forti.
Le piante vengono coltivate, generalmente, in torbiere artificiali che vengono spesso allagate in inverno.
Le piante possono autofecondarsi, ma la fecondazione incrociata da parte degli insetti si traduce in rese più elevate.
Le piante coltivate impiegano circa 5 anni per raggiungere la piena fioritura, ma poi produrranno bene per 60 – 100 anni.
La propagazione può avvenire per seme che va seminato in suoli torbosi privi di calcare. I semi immagazzinati potrebbero richiedere un periodo fino a 3 mesi di stratificazione a freddo.
Dopo la germinazione le giovani piantine (alte circa 5 cm) vanno poste in singoli vasi e fatte crescere in ombraio per il primo anno.
La pianta può essere propagata anche per talea nel periodo primaverile; in questo caso si prelevano porzioni di germogli lunghi 15 cm, da porre in un substrato sabbioso e in tunnel mantenuto sempre con elevata umidità.
Si possono preparare anche talee di legno semimaturo, di 5 – 8 cm nel periodo di agosto da far radicare in serra ombreggiata.
Anche con la divisione dei polloni in primavera o all’inizio dell’autunno.
Ricordarsi che è una pianta che non ama molto il trapianto per cui questa operazione va effettuata con tecniche che consentano di non disturbare l’apparato radicale.
Usi e Tradizioni –
Il Vaccinium macrocarpon è una pianta ampiamente coltivata per i suoi frutti commestibili in Nord America, dove sono state sviluppate molte varietà. Per le sue caratteristiche viene considerato tra i frutti di bosco.
Più del 30% dei frutti utilizzati negli Stati Uniti è coltivato e lavorato in Wisconsin, per produrre alimenti conservati (composte e succhi), data la presenza di un clima e di un ambiente adatti. I frutti sono anche industrialmente preparati congelati o essiccati.
Nell’uso alimentare si consumano i frutti sia freschi o essiccati sia cotti o preprati in vario modo.
I frutti, le composte, succhi e gelatine derivate, oltre che a scopo alimentare, sono anche considerati, tradizionalmente, aventi attività farmacologiche, disinfettanti e antinfiammatorie, particolarmente note per le infezioni alle basse vie urinarie (cistite). Tuttavia per quest’ultimo tipo d’infezioni, pubblicazioni mediche internazionali evidenziano un apporto benefico insignificante, non giustificandone il consumo a lungo termine per la prevenzione di ricadute.
Alcune ricerche suggeriscono che i mirtilli rossi possono sopprimere la colonizzazione asintomatica di Helicobacter pylori, ma sembra essere secondario rispetto alla terapia antibiotica nei pazienti sintomatici.
Il frutto ha una forte componente acida che permane nei prodotti derivati, e che contrasta gradevolmente col dolce che pure è contenuto nella polpa dei. Le composte sono preparate schiacciando i frutti o lasciandoli interi almeno in parte, e portandoli a bollitura miscelati con acqua e zucchero, aggiungendo polpa di mela, possibilmente non molto matura, per incrementare il contenuto di pectina, che è un addensante naturale, utile soprattutto a produrre anche gelatine. È anche utilizzabile in luogo della polpa di mela, per lo stesso scopo, la pectina naturale estratta industrialmente, preparata in prodotto pronto all’uso.
Il consumo come alimento dei suoi frutti è molto radicato negli Stati Uniti ed in Canada, dove è tradizionalmente il cibo nelle ricorrenze festive invernali, come composta acida per la festa del Ringraziamento. Analogo uso si ha in Nord Europa per il Vaccinium vitis-idaea (mirtillo rosso europeo).
Nell’uso medicinale si utilizzano vari preparati.
Un’infusione dei rami è stata utilizzata come cura per la pleurite.
Il frutto è antisettico, antitumorale, diuretico e febbrifugo. Viene assunto, soprattutto come succo, per la prevenzione e il trattamento delle infezioni del tratto urinario, della vescica neurogena, come deodorante urinario per le persone con incontinenza, prevenzione del blocco del catetere urinario e per curare la pelle intorno agli stomi urostomici. Viene anche usato per il trattamento del diabete di tipo 2, della sindrome da stanchezza cronica, dello scorbuto e della pleurite.
I frutti contengono antocianidine, ellagitannini, flavonoli come quercetina e kaempferolo, catechine e acidi fenolici. Altri costituenti includono acido ascorbico, beta-carotene, acido clorogenico, glutatione e alfa-tocoferolo.
I frutti del Vaccinium macrocarpon contengono proantocianidine, note anche come tannini condensati, e un composto ad alto peso molecolare che non è stato ancora identificato. Questi costituenti sembrano interferire con l’adesione batterica alle cellule epiteliali del tratto urinario. Il frutti, tuttavia, non no avere la capacità di rilasciare batteri che hanno già aderito alle cellule epiteliali delle vie urinarie.
Prove di laboratorio suggeriscono che anche il fruttosio nei mirtilli rossi potrebbe contribuire all’attività anti-infettiva.
Il succo di mirtillo ha mostrato attività antibatterica nel mezzo di coltura contro Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Proteus mirabilis.
Le prime prove mostrano che il succo di mirtillo rosso potrebbe aumentare la capacità antiossidante del plasma.
Vi sono anche prove preliminari che la frazione proantocianidina del mirtillo rosso potrebbe avere attività antitumorale.
Il mirtillo rosso, così come molti altri frutti e verdure, contiene quantità significative di acido salicilico, che è il metabolita attivo dell’aspirina e ha effetti antinfiammatori, antipiastrinici e antitumorali. Il succo di mirtillo rosso contiene circa 7 mg di acido salicilico per litro. Bere tre porzioni da 250 ml di succo di mirtillo rosso al giorno per due settimane aumenta i livelli sierici di salicilato. Aumenta anche l’escrezione di acidi salicilico e salicilurico (un metabolita dell’acido salicilico) nelle urine.
Tra gli altri usi ricordiamo anche quelli agroforestali; in questo caso le piante possono essere coltivate come tappezzanti e, come tali, si diffondono rapidamente assicurando una buona copertura del suolo.
Modalità di Preparazione –
Il Vaccinium macrocarpon è una pianta largamente impiegata per il consumo dei suoi frutti ma anche per alcune applicazioni medicinali.
I suoi frutti vengono consumati crudi, anche se per l’alto contenuto di vitamina C risultano spesso troppo acidi per il consumo fresco da parte di molte persone. Si dice che un cucchiaino di sale aggiunto alla frutta in cottura possa sostituire metà dello zucchero normalmente utilizzato.
I futti vengono altresì lavorati in marmellate, composte, succhi, gelati, ecc. ed utilizzati largamente nell’insustria dell’America e dell’Europa del nord.
Un uso comune delle bacche è in salsa da servire con il tacchino arrosto.
Nell’uso medicinale, oltre ai frutti, si possono utilizzare altre parti della pianta; ad esempio viene preparata un’infusione dei rami per la pleurite.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/177999613/original.jpg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.