Riproduzione dell’ Acero di monte
Riproduzione dell’ Acero di monte
L’acero di monte (Acer pseudoplatanus L., 1753) è una pianta della famiglia delle Aceraceae ed è il più grande Acero europeo, presente dalle coste atlantiche al Mar Caspio. In Italia manca solo in Sardegna.
Habitat idoneo di riproduzione –
L’ Acer pseudoplatanus è una specie molto diffusa in Europa centrale e occidentale (Francia, Benelux, Germania, Svizzera, Austria, Polonia, Russia), nel bacino del Mediterraneo (Spagna, Portogallo, Italia, Albania, Bulgaria, ex-Jugoslavia, Grecia), in Asia minore (Turchia) e nella regione del Caucaso.
In Italia esso è presente nelle zone montuose, tuttavia compare anche a quote poco elevate: ad esempio è presente sporadicamente nell’alta pianura ai piedi delle Alpi ed è comune sulle Prealpi. Lo si incontra fino ad un’altitudine di 1500–1900 m. Trova il suo optimum negli acero-frassineti e nelle faggete. In Pianura Padana è quasi completamente sostituito dall’acero campestre. Nell’Europa centrale è presente ad altitudini via via inferiori, man mano che ci si sposta verso nord.
Propagazione –
L’Acer pseudoplatanus è una pianta molto resistente al freddo, in grado di tollerare temperature fino a circa -25 °C quando è dormiente.
È una pianta di facile coltivazione che predilige un buon terreno umido ben drenato ed una posizione soleggiata.
Cresce bene in terreni argillosi pesanti ed in zone più fresche del Paese.
La propagazione avviene per seme.
Il seme va seminato non appena è maturo in un ambiente freddo; di solito germina nella primavera successiva. Si consiglia di immergere il seme conservato per 24 ore e poi stratificare per 2 – 4 mesi a 1 – 8 °C. Può essere lento a germogliare. I semi non devono essere essiccati al di sotto del 35% di umidità.
Il seme può essere raccolto ‘verde’ (quando è completamente sviluppato ma prima che si sia asciugato e abbia prodotto eventuali inibitori della germinazione) e seminato immediatamente. Dovrebbe germogliare a fine inverno. Se il seme viene raccolto troppo presto, produrrà piante molto deboli o non germogliare.
Non appena le giovani piantine hanno raggiunto una dimensione da poter essere maneggiate vanno poste in vasi singoli e farle crescere fino a raggiungere un’altezza di 20 cm o più prima di trapiantarle nelle loro posizioni permanenti.
La stratificazione, che dura circa 12 mesi, ha successo con la maggior parte delle specie di questo genere.
La propagazione può avvenire anche tramite talea. Si possono ottenere talee di giovani germogli all’inizio dell’estate. Le talee dovrebbero avere 2 – 3 paia di foglie, più un paio di gemme alla base. Si consiglia di rimuovere una fetta molto sottile di corteccia alla base del taglio; la radicazione è migliorata se si utilizza un ormone radicante. Le talee radicate devono mostrare una nuova crescita durante l’estate prima di essere messe in vaso altrimenti è improbabile che sopravvivano all’inverno.
Ecologia –
L’acero di monte è un albero delle zone temperate originario delle zone montuose dell’Europa centrale.
Le piantagioni estensive e la conseguente espansione hanno fatto dell’ Acer pseudoplatanus una delle più comuni specie arboree nelle aree urbane dell’Europa centrale. Di conseguenza si è naturalizzato molto al di là del suo areale originale. All’interno di questo nuovo areale acquisito preferisce zone influenzate dall’attività umana e spesso è tra le prime specie a colonizzare i pascoli abbandonati. Poiché in molte zone in Europa è una specie invasiva ed esotica, la sua presenza ha suscitato alcune controversie e si è tentato di eliminarla nei casi in cui minacciava di prendere il sopravvento su antichi boschi relitti.
L’acero di monte è una specie resistente alle esposizioni e all’inquinamento industriale. Gli esemplari adulti sono resistenti al gelo e tollerano i venti carichi di salsedine lungo i litorali. E utile come frangivento sia in montagna sia nelle zone costiere ed è molto adatto per proteggere i boschi dalle frane grazie alla sua capacità di guarigione delle ferite. L’ Acer pseudoplatanus cresce robusto sui suoli calcarei e richiede una buona riserva di acqua permanente, pur temendo i ristagni idrici. Poche altre specie rispondono altrettanto bene a livelli di azoto crescenti.