Riproduzione del Pino uncinato
Riproduzione del Pino uncinato
Il Pino uncinato (Pinus uncinata Ramond ex DC.) è un albero delle Pinaceae presente sui rilievi montuosi europei.
Habitat idoneo di riproduzione –
Il Pinus uncinata è una pianta originaria dell’Europa centrale e meridionale e presente su un territorio che comprende: Germania, Francia, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, Svizzera, Italia e Austria.
È presente sui rilievi dei Pirenei, Massiccio Centrale, Giura, Vosgi, Foresta Nera, Alpi Centrali e Occidentali.
In Italia è presente allo stato spontaneo dalle Alpi Marittime fino all’Ortler, in provincia di Sondrio. Cresce nella fascia subalpina, preferibilmente su substrati calcarei ed in generale predilige substrati calcarei o misti, e colonizza versanti rocciosi e ricchi di detrito. A volte forma pinete molto estese.
Propagazione –
Il Pinus uncinata è una pianta molto resistente al freddo, in grado di tollerare temperature fino a circa -25 °C quando è completamente dormiente.
Come per altri pini richiede una posizione soleggiata e cresce anche in terreni poveri, che possono essere asciutti o umidi ma ha bisogno, comunque, di suoli ben drenati.
È pianta che tollera la siccità una volta affermata ed è abbastanza resistente al vento.
I coni maturano nell’autunno della seconda stagione di crescita, aprendosi sull’albero o nella primavera successiva.
È una pianta a crescita abbastanza lenta.
La propagazione avviene per seme che è bene seminare in vasi singoli in semenzaio non riscaldato non appena è maturo, se questo è possibile, altrimenti a fine inverno. Una breve stratificazione di 6 settimane a 4 °C può migliorare la germinazione dei semi immagazzinati.
Si consiglia di trapiantare le piantine prima possibile in quanto crescendo le difficoltà di attecchimento aumentano.
Gli alberi dovrebbero essere piantati in pieno campo quando sono abbastanza piccoli, tra 30 e 90 cm; in realtà vanno piantati quando raggiungono già 5 – 10 cm di altezza.
Si può moltiplicare anche per talee. Metodo che ha una certa percentuale di successo solo se queste vengono prelevate da alberi molto giovani di età inferiore a 10 anni.
Le talee sono comunque lente a crescere.
Ecologia –
Il Pinus uncinata nell’Appennino nordoccidentale forma comunità riferibili all’alleanza Seslerio caeruleae-Pinion uncinatae.
Nell’Appennino ligure-emiliano (in territorio emiliano) si segnalano interessanti popolamenti (i più meridionali della classe Vaccinio-Piceetea Br.-Bl. in Br.-Bl. et al. 1939) di Calamagrostio villosae-Pinetum uncinatae rostratae Gentile 1995.
Al pari di altre pinete (di pino silvestre, di pino mugo, di pino nero, ecc.), anche quelle di Pinus uncinata non possono essere considerate espressioni climatozonali, per quanto relativamente stabili e lungamente durevoli su suoli che stentano ad evolvere a causa dell’acclività, della presenza di nicchie erosive e per fenomeni che ostacolano la formazione di sacche profonde. Dove quest’ultime, per effetto della morfologia, sono possibili, il larice, ma soprattutto Picea e Pinus cembra, si affermano vigorosamente, ma senza sostituire completamente il pino. I boschi puri di Pinus uncinata sono, di regola, impostati su terreni più superficiali e primitivi di quelli misti. Questo vale certamente per i substrati calcareo-gessosi dei dintorni di Resia, presso il confine con il Parco Svizzero dell’Engadina in cui il pino uncinato assume sviluppo e dimensioni massime. Nelle Alpi piemontesi, pur nella variegata gamma di situazioni ecologiche, si conferma il carattere primitivo dei suoli, sempre ben drenati e ricchi di scheletro, con gli orizzonti superiori acidificati nei sottotipi mesofili e di substrato siliceo. Solo nelle comunità di quota bassomontana è segnalata la tendenza (lenta e con scarse prospettive) verso la faggeta. Trattandosi di boschi aperti, i contatti catenali interessano formazioni erbacee di prateria subalpina, adiacenti (sia basifile che calcifughe, secondo la natura del substrato), stadi arbustivi di varia composizione (Juniperion nanae, Rhododendretum ferruginei, ed anche mughete 4060 -Lande alpine e boreali-), prati arido-steppici nella fascia montana e, secondo la localizzazione, cenosi ancora più pioniere delle rocce e dei detriti di falda.