Urolitina A
Urolitina A
L’urolitina A, il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: 3,8-diidrossi-6H-dibenzo[b,d]piran-6-one, conosciuta anche con la sigla di Uro-A è una sostanza che si origina per il metabolismo di trasformazione degli ellagitannini da parte dei batteri intestinali.
L’urolitina A ha formula bruta o molecolare: C13H8O4 ed appartiene alla classe dei composti organici noti come benzocumarine o dibenzo-α-pironi. Questi sono composti aromatici policiclici contenenti una frazione 1-benzopiranica con un gruppo chetonico nell’atomo di carbonio C2 (1-benzopiran-2-one).
I suoi precursori – acidi ellagici ed ellagitannini – sono onnipresenti in natura, comprese alcune piante commestibili, come melograni, fragole, lamponi, noci, ecc..
Le fonti principali sono: melograni, noci, alcuni frutti di bosco (lamponi, fragole, more, more di rovo), tè, uva moscata, molti frutti tropicali e vini invecchiati in rovere.
Tuttavia l’urolitina A non è presente in nessuna fonte di cibo ma la sua biodisponibilità dipende principalmente dalla composizione della microflora batterica in grado di convertire gli ellagitannini in urolitine
Gli ellagitannini vengono così idrolizzati nell’intestino per rilasciare acido ellagico, che viene ulteriormente trasformato dalla microflora intestinale in urolitine attraverso la perdita di uno dei suoi due lattoni e la successiva rimozione dei gruppi idrossilici.
Biochimica –
Dagli anni 2000, l’urolitina A è stata oggetto di studi preliminari sui suoi possibili effetti biologici.
A interessarsi alla sostanza, tra gli altri, un gruppo di ricercatori del Politecnico Federale di Losanna (EPFL), che ha svolto studi i cui risultati sono stati appena pubblicati su Nature Medicine.
In laboratorio l’urolitina A è stata somministrata a vermi del tipo Caenorhabiditis elegans, organismi modello su cui spesso viene condotta in prima battuta il test di sostanze con presunti effetti anti-aging perché vivendo poco (8-10 giorni) si possono osservare subito eventuali risultati. In questo caso, i vermi sono vissuti in media il 45 per cento in più del normale.
Un risultato che ha spinto a sperimentare il composto sui topi: animali “anziani”, di circa due anni, hanno mostrato un sorprendente recupero della forza e della resistenza, riuscendo a correre del 42 per cento più a lungo rispetto ai compagni della stessa età che non avevano ricevuto un dieta arricchita con la sostanza.
L’effetto specifico dell’urolitina A sarebbe proprio sulla funzione muscolare. Secondo i ricercatori, il composto favorisce l’eliminazione dalle cellule muscolari dei mitocondri danneggiati (i mitocondri sono le centrali dove si produce l’energia delle cellule), un processo chiamato mitofagia.
Questo processo, che si svolge con efficienza nelle cellule giovani, con l’età diminuisce, e sarebbe la ragione principale per cui i muscoli, invecchiando, perdono forza. Secondo gli autori dello studio, il composto contenuto nel melograno aiuterebbe a rendere di nuovo efficiente la mitofagia, facendo regredire il decadimento.
Controindicazioni –
Gli studi in vivo non hanno determinato alcuna tossicità o effetti avversi specifici a seguito dell’assunzione alimentare di urolitina A. Gli studi sulla sicurezza negli esseri umani anziani hanno indicato che l’urolitina A è stata ben tollerata.
Nel 2018, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha elencato l’urolitina A come ingrediente sicuro per prodotti alimentari o integratori alimentari con un contenuto compreso tra 250 mg e un grammo per porzione.
Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.