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Pachira insignis

Pachira insignis

Il Castagno della Guyana (Pachira insignis (Sw.) Savigny) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Malvaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Dilleniidae,
Ordine Malvales,
Famiglia Malvaceae,
Genere Pachira,
Specie P. insignis.
Sono sinonimi i termini:
– Bombax affine (Mart. & Zucc.) Ducke;
– Bombax spectabile Ulbr.;
– Bombax spruceanum Ducke;
– Carolinea affinis Mart. & Zucc.;
– Carolinea insignis Sw.;
– Pachira affinis (Mart. & Zucc.) Decne.;
– Pachira spruceana Decne..

Etimologia –
Il termine Pachira è il nome vernacolare utilizzato nella lingua parlata in Guyana.
L’epiteto specifico insignis viene da insigne, eminente, notevole, straordinario.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Pachira insignis è una pianta originaria dell’Amazzonia e presente in un areale che comprende: Brasile, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana, Caraibi ed isole delle cosiddette Indie Occidentali.
Il suo habitat è quello delle foreste pluviali umide montane, principalmente in fitte foreste primarie o formazioni secondarie in fase avanzata, come in Brasile, ed in foreste tropicali ad altitudini fino a 500 metri.

Descrizione –
La Pachira insignis è un albero sempreverde o semideciduo, che forma una chioma densa e tondeggiante, che può crescere intorno a 10 – 18 metri di altezza ma può arrivare fino a 30 metri.
Il tronco, a maturità, può arrivare a 50-100 cm di diametro con corteccia liscia di colore grigio-verde.
Le foglie sono alterne, palmate – composte, raggruppate verso l’estremità dei rami, glabre; stipole lanceolate, caduche; il picciolo è di (10-)20-33 cm di lunghezza, dilatato alle due estremità; le foglioline (5-)7-9, sono da sessili a picciolate, da obovate a obovato-oblunghe, di 10-35 × 5-14 cm, da arrotondate a ottuse e spesso apiculate all’apice, cuneate alla base, con margini interi e talvolta leggermente ricurvi, subcoriacee, lucide sopra e opache a glauche sotto.
I fiori sono solitari o raggruppati in 2-3, verso l’estremità di rametti; sono ermafroditi, molto grandi, lunghi 18-35 cm; con pedicelli lunghi 1-7 cm, spessi, puberulenti; calice cupuliforme, troncato o talvolta leggermente 5-ondulato, 2-3,5 × 2-3,7 cm, di colore rosso ruggine scuro, da breve pubescente a tomentoso all’esterno, villoso setoso all’interno; i petali sono 5, lineari-oblunghi, da acuti a più o meno ottusi, (17-)27-34 × 1-2,5(-3) cm, di colore da rosso bruno a scarlatto, pubescenti su entrambi i lati; stami 450-700, monadelfi, disuguali in lunghezza, di colore rosso porpora inferiormente e biancastri superiormente, la colonna staminale lunga 6-10 cm, antere lunghe 4-9 mm, gialle; l’ovario superiore, 5-angolare, di circa 1 cm di lunghezza, stilo filiforme, 16-33 cm di lunghezza, rossastro, stigma 5-lobulato.
Il frutto è una capsula legnosa deiscente, 5-valvate, da subglobose a ellissoide, 14-36 × 8-13 cm; le valve sono di circa 1 cm di spessore, bruno-pubescente all’esterno, villoso-serico a pubescente all’interno.
I semi, generalmente a 4 angoli, 2,5-3,5 × 2-2,6 cm, sono di colore brunastro.

Coltivazione –
La Pachira insignis è una pianta coltivata nel Sudamerica tropicale e nelle Antille come siepe ed è coltivata anche come ornamentale, dove fornisce un’ottima ombra.
Per la sua coltivazione si tenga conto che è una pianta dei tropici umidi. Si dice che sia in grado di tollerare occasionali cali di temperatura appena sotto lo zero.
Cresce bene in posizione soleggiata e in ombra parziale e preferisce un terreno argilloso e ben irrigato, purché sia ben drenato.
Le piante possono tollerare inondazioni periodiche, ma hanno anche bisogno di un po’ di tempo quando il terreno diventa più secco.
Crescono bene sulle rive dei fiumi ed è un albero in rapida crescita.
La propagazione può avvenire per seme che è bene seminare non appena è maturo. si consiglia di effettuare la semina in posizione parzialmente ombreggiata in contenitori singoli. I tassi di germinazione sono generalmente estremamente buoni, con i semi che germogliano entro 10 – 15 giorni. Le piantine si sviluppano rapidamente.
È possibile anche la propagazione per talea.

Usi e Tradizioni –
La Pachira insignis è una pianta che, oltre che per i recenti scopi ornamentali, è stata utilizzata e coltivata da tempo sia per uso alimentare che medicinale.
Per uso commestibile si consumano i semi, crudi o cotti.
Mangiati crudi, si dice che sappiano un po’ di noccioline, mentre i semi cotti somigliano a castagne.
I semi possono essere tostati e usati come il cacao.
I semi possono anche essere macinati in polvere e usati come sostituto della farina nel pane.
Inoltre i semi contengono circa il 50% di olio.
Si consumano anche le foglie giovani.
Per quanto riguarda gli usi medicinali invece si hanno notizie frammentarie e non verificate.
Per altri usi della pianta si sfrutta il legno che è leggero, a grana diritta, a tessitura grossolana, facile da tagliare ma con una bassa resistenza alla putrefazione. È un legname di basso valore e viene utilizzato per realizzare giocattoli, scatole, rivestimenti per porte e pannelli, ecc.; inoltre è utile per la produzione di carta.

Modalità di Preparazione –
La Pachira insignis, come altre piante tropicali, vanta un antico utilizzo da parte delle popolazioni locali sia per uso medicinale che alimentare.
Gli usi medicinali sono poco noti e, comunque, dovrebbero essere simili a quelli di altre piante del genere Pachira spp.
Per uso alimentare vengono consumati i semi sia crudi o cotti che possono anche essere tostati e usati come il cacao o macinati in polvere e usati come sostituto della farina nel pane.
Dai semi si estrae un olio.
Anche le foglie giovani possono essere consumate come verdura.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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