Glycaspis brimblecombei
Glycaspis brimblecombei
La Psilla dell’eucalipto (Glycaspis brimblecombei Moore) è un insetto appartenente alla famiglia dei Psyllidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Ramo Bilateria,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Exopterygota,
Subcoorte Neoptera,
Superordine Paraneoptera,
Sezione Rhynchotoidea,
Ordine Rhynchota,
Sottordine Homoptera,
Sezione Sternorrhyncha,
Superfamiglia Psylloidea,
Famiglia Psyllidae,
Genere Glycaspis,
Specie G. brimblecombei.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Psilla dell’eucalipto è un insetto originario dell’Australia; le prime segnalazioni si sono avute in Europa nella Penisola Iberica nel 2009 e, successivamente in Italia nel 2010 nella Regione Campania e nel Lazio. Nel corso del 2011 la presenza dell’insetto ha assunto nel centro Italia ed in Sardegna, dimensioni notevoli e sta assumendo carattere di emergenza fitosanitaria per l’eucalipto.
La pianta ospite di questo insetto è l’Eucalipto. L’Eucalyptus camaldulensis è l’ospite d’elezione del G. brimblecombei, anche se in Australia è segnalato su ben 137 specie del genere Eucalyptus.
Morfologia –
La Psilla dell’eucalipto è un insetto di facile individuazione in quanto tende a formare delle colonie visibili per mezzo dei tipici follicoli di cera, detti lerps, che sono secreti dalle neanidi e dalle ninfe a scopo protettivo e che spiccano per il colore bianco. Questi si presentano in forma sub-conica e, a completo sviluppo, possono raggiungere 3 mm sia in diametro che in altezza.
Sollevando i lerps è possibile osservare le neanidi di color giallo arancio o le ninfe arancioni rossastre con gli astucci alari di color marrone scuro.
Gli adulti, che hanno una longevità limitata a 3-10 giorni, sono mobili e non vivono protetti dai follicoli. Sono lunghi circa 3 mm e sono di colore verde chiaro su capo, mesotorace e addome. Il torace, dorsalmente appiattito, presenta al protorace ed al mesotorace una colorazione a bande alternate giallo chiaro ed arancione. Le ali anteriori sono membranose e a margini sub-paralleli. Sul capo sono presenti i caratteristici ed estremamente sviluppati coni frontali.
Attitudine e Ciclo biologico –
L’insetto nei nostri climi riesce a produrre da 2 a 4 generazioni.
La specie, a sviluppo eterometabolo, presenta tre stadi neanidali e due di ninfa mentre gli adulti hanno una longevità limitata a 3-10 giorni.
Le forme adulte, alate, consentono alla Glycaspis brimblecombei di diffondersi a notevoli distanze ed ampliare così le aree di infestazione.
La femmina, giunta a maturità, depone uova di colore giallo – arancione disposte spazialmente ad arco e ancorate mediante un breve peduncolo generalmente sulla pagina inferiore della foglia.
Le uova schiudono in genere 7-10 giorni dopo la deposizione.
Ruolo Ecologico –
È stato osservato che, nei focolai d’infestazione, l’insetto si sviluppa sul fogliame adulto e sui germogli dell’anno.
Questo insetto si alimenta a spese della linfa floematica, producendo grandi quantità di melata molto vischiosa che imbratta il fogliame e su cui si sviluppano successivamente le fumaggini. In presenza di popolazioni elevate dell’insetto è stata registrata anche una precoce filloptosi.
Oltre alle controindicazioni di ordine ecologico il ricorso al controllo chimico è improponibile nei centri urbani per ovvie ragioni inerenti la salute pubblica.
In ambiente agricolo, invece, la pratica risulta molto dispendiosa e di dubbia validità economica; inoltre al momento non esistono prodotti autorizzati allo scopo.
Per quanto riguarda il controllo naturale nelle aree di origine della specie ed in quelle di nuova colonizzazione, sono state individuate numerose specie di entomofagi generalisti che si evolvono a carico delle colonie della Glycaspis brimblecombei. Tra questi, si citano ragni, vespe, coccinellidi, sirfidi, crisope ed antocoridi.
Recenti osservazioni, condotte soprattutto in Campania e Lazio, hanno di fatto rilevato la presenza di alcune specie predatrici ed in particolare va sottolineata una significativa attività di contenimento da parte di Anthocoris nemoralis Fabricius e di Vespula sp. a carico delle colonie di questo insetto. A. nemoralis svolge la sua azione di controllo su tutti gli stadi preimmaginali della G. brimblecombei. In letteratura l’efficacia potenziale di questo antagonista è stata segnalata anche per altri ambienti. Le vespe, oltre ad alimentarsi di melata, sollevano i follicoli cerosi per predare le forme sottostanti. Di contro, per quanto riguarda la presenza di parassitoidi indigeni a carico di stadi di sviluppo della G. brimblecombei, nessuna attività parassitaria è stata finora osservata nelle località campionate.
Si riporta, inoltre, che tra i nemici naturali conosciuti di G. brimblecombei, il parassitoide specifico Psyllaephagus bliteus Riek, è stato impiegato con successo in programmi di lotta biologica classica, che hanno visto la sua introduzione dall’Australia nelle aree di neo-colonizzazione di California, Brasile, Messico e Cile.
La crescente percentuale di parassitizzazione registrata in alcune aree a pochi anni dall’introduzione dell’entomofago fanno propendere per un esito positivo del controllo biologico di questa psilla.
Gli studi avviati, nelle aree italiane, mirano, oltre a descrivere la fenologia della G. brimblecombei alle nostre latitudini, a valutare l’impatto dell’antagonismo naturale ad opera di entomofagi autoctoni. In caso di controllo naturale insufficiente si dovrà valutare l’opportunità di introdurre anche in Italia il parassitoide specifico P. bliteus.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Pollini A., 2002. Manuale di entomologia applicata. Edagricole, Bologna.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.