Endemismo
Endemismo
Con il termine endemismo si intende il fenomeno per il quale una specie è caratteristica di un determinato ambiente geograficamente delimitato dove si è spontaneamente diffusa, restando rinchiusa in confini più o meno ristretti a causa di eventi naturali, geografici o catastrofici.
L’endemismo è pertanto il fenomeno per cui alcune specie vegetali o animali sono esclusive di un dato territorio. Anche se, tecnicamente, il termine endemismo si può applicare anche a territori vastissimi, come interi continenti (per esempio gli armadilli sono endemici dell’America), risultano interessanti gli endemismi relativi ad areali molto ristretti come quelli insulari, a volte estesi solo per qualche chilometro quadrato.
Il termine endemismo fu utilizzato per la prima volta in botanica nel 1820 dal naturalista svizzero Augustin Pyramus De Candolle, che lo riprese dalla terminologia medica.
Le categorie principali di endemismo sono:
– paleoendemismo, utilizzato per indicare specie anticamente diffuse in areali ampi, ma per qualche motivo sparite in gran parte dell’areale originario, così che oggi (o fino a tempi recenti) le si può trovare solo in ambienti ristretti;
– neoendemismo, utilizzato in riferimento a specie di comparsa relativamente recente in determinati ambienti, ad esempio in seguito ad ibridazione ancestrale con altre specie;
– schizoendemismo, quando alcune specie, spesso a causa di un isolamento geografico si differenziano da quella primitive vegetando in zone diverse dell’areale originario.
Si parla invece di endemismo puntiforme quando l’areale della specie è limitato a un ambiente di piccole dimensioni senza che vi sia la possibilità di espansione naturale dello stesso; esempi di endemismi puntiformi italiani sono il Carpione del Garda ed il Carpione del Fibreno, oltre a quasi tutte le faune cavernicole. Spesso gli endemismi puntiformi corrono seri rischi di estinzione.