Vinblastina
Vinblastina
La vinblastina, conosciuta anche col nome alternativo di vincaleucoblastina è un alcaloide indolico con formula bruta o molecolare: C46H58N4O9.
La vinblastina deriva da un precursore iridoidale e dalla triptamina ed è presente in natura in alcune piante come nelle foglie della vinca rosea (Catharanthus roseus (L.) G. Don).
La vinblastina trova impiego nella cura dei tumori, incluso il linfoma di Hodgkin, il tumore ai polmoni, quello della mammella e dei testicoli.
Questa molecola è stata scoperta da Robert Noble e Charles Thomas Beer mentre esaminavano appunto la pervinca del Madagascar; si è subito rivelata una molecola efficace poiché, miscelata nel tè, aveva come effetto quello di diminuire sensibilmente i globuli bianchi nel sangue.
La vinblastina fa parte degli alcaloidi della vinca ed appartiene alla classe degli antiblastici antimicrotubulari, il loro meccanismo di azione si espleta a livello della mitosi cellulare, dove impedisce l’aggregazione dei microtubuli durante la formazione del fuso mitotico, impedendo così alla cellula tumorale di completare la divisione.
L’azione della vinblastina sembra essere associata alla capacità di impedire la formazione delle strutture (i microtubuli) che permettono al DNA duplicato di distribuirsi tra le due cellule derivanti dalla divisione cellulare. Agendo in questo modo la vinblastina rallenta o blocca la proliferazione delle cellule tumorali.
La vinblastina viene somministrata per via endovenosa, in genere una volta alla settimana. La durata del trattamento varia a seconda degli altri farmaci assunti, dalla risposta dell’organismo alla terapia farmacologica e dal tipo di tumore con cui si ha a che fare.
Nel trattamento con vinblastina si possono avere effetti collaterali quali: costipazione, nausea, vomito, perdita di peso o dell’appetito, mal di stomaco, diarrea, mal di testa, capogiri, dolori alla mascella, alle ossa o ad altre parti del corpo e perdita dei capelli.
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