Laminaria digitata
Laminaria digitata
Il Kombu (Laminaria digitata (Huds.) Lamouroux, 1813) è un’alga bruna appartenente alla famiglia delle Laminariaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Chromista,
Sottoregno Chromalveolata,
Phylum Heterokonta,
Classe Phaeophyceae,
Ordine Laminariales,
Famiglia Laminariaceae,
Genere Laminaria,
Specie L. digitata.
È basionimo il termine:
– Fucus digitatus Hudson.
Sono sinonimi i termini:
– Fucus digitatus Hudson 1762;
– Ceramium digitatum (Hudson) Stackhouse 1797;
– Gigantea digitata (Hudson) Stackhouse 1816;
– Hafgygia digitata (Hudson) Kützing 1843;
– Saccharina digitata (Hudson) Kuntze 1891.
Etimologia –
Il termine Laminaria proviene dal latino Laminaria, derivato di lamĭna ‘lamina’, per il suo aspetto.
L’epiteto specifico digitata viene da dígitus dito: con parti che sembrano delle dita.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Laminaria digitata è una grande alga bruna che si trova nella zona sublitorale dell’Oceano Atlantico nordoccidentale, dalla Groenlandia a sud fino a Capo Cod e nell’Atlantico nordorientale dalla Russia settentrionale e dall’Islanda a sud fino alla Francia. È comune lungo le coste delle isole britanniche, ad eccezione di gran parte della costa orientale dell’Inghilterra.
Il suo habitat è principalmente quello di siti esposti sulle coste del basso litorale dove può formare praterie estese e può essere la specie algale dominante. Ha un tasso di crescita intrinseco piuttosto elevato rispetto alle altre alghe, 5,5% al giorno, ed una capacità di carico di circa 40 kg di peso umido per metro quadrato. Può raggiungere lunghezze di circa 4 m. Si sovrappone in piccola parte alla distribuzione con Fucus serratus e Alaria esculenta. Tra le altre specie è molto suscettibile al pascolo dei ricci di mare. Ha valori di limitazione della luce bassa e alta di circa 5 e 70 W per metro quadrato rispettivamente. La sua distribuzione è inoltre limitata dalla salinità, dall’esposizione alle onde, dalla temperatura, dal disseccamento e dallo stress generale.
Descrizione –
La Laminaria digitata è un’alga consistente, coriacea, di colore marrone scuro che raggiunge due o tre (quattro) metri.
La parte che la ancora alla roccia è conica e presenta una serie di sporgenze simili a radici chiamate rizoidi.
Il gambo è flessibile e di sezione ovale e può avere un diametro superiore a 2,5 cm e crescere fino a 30 cm di lunghezza.
La lama è grande e a forma di palmo di una mano con un numero di segmenti più o meno regolari simili a dita.
Questa alga può essere distinta dalla Laminaria hyperborea, piuttosto simile, per il colore più scuro e per il gambo più corto che non si spezza facilmente quando viene piegato.
Coltivazione –
Il ciclo vitale della Laminaria digitata è quello dei grandi sporofiti diploidi e dei microscopici gametofiti. Le spore si sviluppano in sori che si formano sopra la parte centrale della lama.
Questa alga bruna è diffusa nelle fredde acque oceaniche e abbonda in particolare lungo le rive del Mare del Nord e dell’Atlantico settentrionale nonché al largo della Francia e del Marocco per essere utilizzata nella produzione di acido alginico.
Qui dopo essere stata raccolta, a mano o attraverso macchinari azionati da barche, viene essiccata ed avviata ai processi di lavorazione industriale.
È usata anche come ingrediente in alcuni cosmetici.
Usi e Tradizioni –
La Laminaria digitata un tempo era utilizzata tradizionalmente come fertilizzante e sparsa poi sul terreno. Nel XVIII secolo veniva bruciata per estrarre la potassa in essa contenuta per l’uso nell’industria del vetro. Nel XIX secolo veniva utilizzata per l’estrazione dello iodio.
Storicamente, gli steli essiccati di Laminaria digitata venivano usati nella medicina tradizionale come abortivo e per indurre meccanicamente il travaglio.
Quest’alga è conosciuta ed apprezzata soprattutto per il suo elevato contenuto in sali minerali, in particolare per l’abbondante presenza di iodio. Questo minerale è essenziale per il corretto funzionamento della tiroide, di conseguenza per la regolazione del metabolismo corporeo e dello sviluppo fisico ed intellettuale del bambino.
L’assunzione regolare di preparazioni erboristiche a base di Laminaria può contribuire ad aumentare il metabolismo corporeo, favorendo il raggiungimento del peso forma.
È comunque importante non esagerare con il consumo di iodio in quanto un eccesso è dannoso quanto un difetto. Per questo motivo la Laminaria e le altre alghe ricche di iodio sono controindicate per chi soffre di ipertiroidismo e possono causare, in soggetti sensibili, effetti indesiderati come vampate di calore, palpitazioni e nervosismo con difficoltà all’addormentamento.
La Laminaria è anche ricca di sodio; per questo motivo durante una cura a base di alghe marine è buona regola diminuire il consumo giornaliero di sale.
Dalla laminaria si può estrarre l’algina, largamente impiegata come agente gelificante ed emulsionante nella produzione di gelati, succhi di frutta, gelatine ecc.
La capacità degli alginati di assorbire acqua, rende la Laminaria un alimento adatto per aumentare il senso di sazietà e le conferisce blande proprietà lassative. In campo medico tale caratteristica viene invece sfruttata per la dilatazione del collo uterino e dell’uretra.
Modalità di Preparazione –
La parte della pianta della Laminaria digitata è il tallo.
Tipicamente, le parti preparate, solitamente le lamine del tallo, vengono consumate subito dopo l’ebollizione in brodo o acqua, oppure consumate dopo l’essiccazione.
In alcuni Paesi dell’oriente viene trasformata in un dolce noto come gelatina di laminaria, in altri paesi viene utilizzata anche sotto forma di insalata fresca, che viene anche conservata in scatola per la consegna e la vendita in altre regioni.
La Laminaria digitata, a livello farmaceutico, si trova oramai oggi in integratori sotto forma di polvere o compresse a base di estratto secco, da deglutire con acqua poco prima dei pasti. In genere viene consigliata una dose di assunzione quotidiana variabile da uno a cinque grammi.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.