Parco nazionale del Grand Teton
Parco nazionale del Grand Teton
Il parco nazionale del Grand Teton, il cui Codice WDPA è: 983 è un’area protetta che si trova nello stato del Wyoming, negli Stati Uniti d’America.
Questo parco ha una superficie di 1.254 km².
Il parco nazionale del Grand Teton è famoso per i suoi paesaggi montuosi dominati dal monte Grand Teton, che si eleva fino a 4.199 m d’altitudine, la cui formazione di oltre due miliardi di anni, è tra le più antiche del pianeta, anche se il rilievo attuale è di recente formazione, risalendo a circa dieci milioni di anni.
Gli insediamenti umani di quest’area risalgono ad oltre 10.000 anni fa, quando popolazioni di cacciatori-raccoglitori paleoamericani migrarono nella regione durante i mesi estivi, alla ricerca di cibo e rifornimenti. Nel corso dei secoli, questi popoli nomadi, raffinarono le loro tecniche e tecnologie, fino all’arrivo dei primi esploratori europei.
Purtroppo i Shoshoni, popoli nativi di questa zona, furono scacciati dai nuovi coloni, che iniziarono a stabilirsi nell’area del parco alla fine del XIX secolo.
La costituzione del parco nazionale del Grand Teton risale al 26 febbraio 1929. Questo parco è stato istituito per proteggere lo stato pristino delle cime maggiori della catena del Teton Range.
La valle ai piedi delle cime, la Jackson Hole, rimase di proprietà delle popolazioni locali fino agli anni ’30, quando conservazionisti, guidati da John Davison Rockefeller jr, un ricco uomo d’affari, iniziarono ad acquistare terreni, nonostante la forte opposizione da parte delle popolazioni locali. Nel 1950 la sua superficie fu estesa, in parte grazie alla donazione delle terre da parte di Rockefeller.
Quest parco, data la vicinanza al parco nazionale di Yellowstone e ad altre aree protette, è inserito nel Greater Yellowstone Ecosystem, immenso territorio dove bisonti (Bison bison bison), grizzly (Ursus arctos horribilis) e numerose altre specie possono vivere in uno degli ultimi grandi ecosistemi intatti del Nordamerica.
Geografia –
Il parco nazionale del Grand Teton si trova a nord-ovest dello Stato del Wyoming, in una regione montuosa dominata dal massiccio del Teton Range facente parte delle montagne Rocciose, ad una dozzina di chilometri a sud dell’immenso parco nazionale di Yellowstone. Tra le due aree protette si trova il John D. Rockefeller, Jr. Memorial Parkway, un parco istituito per formare un ecosistema continuo tra i due parchi principali. Il parco del Grand Teton è delimitato ad ovest dalla foresta nazionale di Caribou-Targhee e ad est da quella di Bridger-Teton. Ad una distanza di oltre 400 km a sud si trova la città di Salt Lake City ed a 150 km ad ovest la città di Idaho Falls. La piccola cittadina di Jackson si trova presso l’ingresso meridionale del parco.
La topografia del parco è essenzialmente caratterizzata dai massicci montuosi del Teton Range. Con una lunghezza di circa 65 km ed una larghezza compresa tra i 10 ed i 15 km, il massiccio ricopre tutta la parte occidentale e la parte orientale, includendo la valle di Jackson Hole, entro la quale scorre il fiume Snake. La vetta più elevata del parco, il Grand Teton, è posta ad una quota di 4.197 m s.l.m. e si trova a oltre 2.000 metri più in alto del sottostante corso d’acqua.
Il monte Owen, con un’altitudine di 3.940 metri, è la seconda cima più elevata ed un’altra dozzina di montagne oltrepassano i 3.600 metri.
La valle di Jackson Hole, che si sviluppa a circa 2.000 m s.l.m., si estende per 89 km in direzione nord-sud, con una larghezza media di 21 km. Questa valle è delimitata ad est dal massiccio del Gros Ventre Range, che culmina ad una quota di 3.572 m s.l.m., e dalla foresta nazionale di Bridger-Teton.
Nel parco nazionale del Grand Teton si trovano molti laghi, la maggior parte dei quali sono di origine glaciale e si sono formati diverse migliaia di anni fa.
Il più grande lago del parco è il lago Jackson che è stato ampliato grazie alla costruzione di una diga che ha esteso la superficie occupata precedentemente da un lago più piccolo.
Il lago Jackson ha una superficie di 103,4 km², con una profondità massima di 134 metri. Gli altri importanti laghi del parco sono il Jenny, il Leigh ed l’Emma Matilda. Situato a nord-est del parco, il lago Two Ocean, letteralmente “lago dei due oceani”, deve il suo nome ad un’antica credenza secondo cui il Continental Divide passi proprio nel mezzo del lago. I geografi hanno provato che si tratta di un errore ma il nome è comunque rimasto.
Numerosi sono anche i ghiacciai di questa zona; ricordiamo: lo Schoolroom, il Teton, il Middle Teton e lo Skillet. In alcuni casi il ghiaccio può raggiungere un chilometro di spessore.
Interessante è anche l’idrografia di questo parco che è situato ad ovest del Continental Divide, la linea spartiacque che separa il bacino idrografico dei corsi d’acqua che si riversano nell’oceano Pacifico da quelli che si gettano nell’oceano Atlantico. Il fiume Snake, il più lungo del parco, ha la sua sorgente a nord, nel parco di Yellowstone. È anche il maggiore affluente del fiume Columbia, che sfocia nell’oceano Pacifico ed ha una lunghezza di 1.673 km. Questo corso d’acqua entra nei confini dell’area protetta a livello del lago Jackson, prima di incanalarsi nella valle di Jackson Hole, ad est del massiccio del Grand Teton.
Geologia –
Le rocce delle montagne di quest’area hanno una datazione compresa tra i 2,5 ed i 2,7 miliardi anni di età; queste sono costituite da granito e da gneiss. Lo gneiss del parco è un miscuglio di sabbie e di ceneri vulcaniche accumulatesi sul fondo di un antico oceano prima di trasformarsi in roccia sotto l’effetto della pressione e della temperatura del sottosuolo. Il granito, una roccia magmatica più resistente, si formò invece in seguito al raffreddamento della lava avvenuto in profondità.
Dalle ricostruzione geologiche si ritiene che per un periodo di circa 500 milioni di anni i depositi sedimentari si sovrapposero sul fondale del mare interno, ricoprendo gli antichi strati di rocce vulcaniche. In queste rocce sedimentarie si trovano spesso fossili di animali marini, conchiglie, alghe e trilobiti.
Successivamente, circa 70 milioni di anni fa, il mare si ritirò e le placche tettoniche si scontrarono ad ovest del continente nordamericano, dando inizio alla formazione delle montagne Rocciose.
Il massiccio del Teton Range si è formato invece tra i 10 ed i 13 milioni di anni fa e la sua comparsa fu conseguente alla formazione di punti caldi a nord della regione; punti caldi che perforarono e deformarono la crosta terrestre creando una faglia; questi punti sono localizzati a nord-ovest del parco e nella regione di Yellowstone, dove esistono ancora oggi numerosi geyser.
Il lato occidentale della faglia si sollevò per formare il massiccio del Grand Teton mentre il lato orientale sprofondò, formando la valle di Jackson Hole.L’orogenesi riportò in superficie le antiche rocce granitiche. In quel periodo la regione subì numerosi terremoti violenti, fino a una magnitudine 7,5 della scala Richter. Due milioni di anni fa il clima terrestre si raffreddò, creando le condizioni per la formazione di enormi ghiacciai che coprirono tra gli altri l’altopiano di Yellowstone erodendo la valle di Jackson Hole. I piccoli ghiacciai delle montagne del massiccio del Grand Teton si unirono al grande ghiacciaio vallivo determinando la formazione di depositi morenali.
Clima –
Dai rilievi dei pollini fossili si è compreso che, 10.000 anni fa il clima dell’area del parco era all’epoca più freddo rispetto al clima del XXI secolo, che i ghiacciai si trovavano a quote più basse e che la flora dominante era di tipo alpino.
Oggi il parco nazionale ha comunque un clima di tipo alpino o di tipo H secondo la classificazione dei climi di Köppen.
Le precipitazioni si attestano tra i 600 ed i 700 mm di pioggia, con il minimo nei mesi estivi, una quantità relativamente bassa per montagne così elevate come quelle del Teton Range: questo fenomeno è dovuto alla lontananza del parco dagli oceani.
Il Grand Teton National Park è un ecosistema quasi incontaminato e le stesse specie di flora e fauna che esistevano fin dai tempi della preistoria sono ancora presenti. Esistono oltre 1.000 specie di piante vascolari, dozzine di specie di mammiferi, 300 specie di uccelli, oltre una dozzina di specie di pesci e alcune specie di rettili e anfibi. A causa di vari cambiamenti nell’ecosistema, alcuni dei quali sono stati indotti dall’uomo, sono stati fatti sforzi per fornire una protezione migliorata ad alcune specie di pesci nativi e al sempre più minacciato pino bianco.
Flora –
La flora del parco nazionale del Grand Teton risente notevolmente della differenza di altitudine e di esposizione dei suoi versanti. In linea generale si può riconosecre una zona arbustiva e una zona ripariale.
La zona arbustiva è caratterizzata dalla scarsa umidità e dalla presenza di rocce, tra le quali vegeta la salvia del deserto (Artemisia tridentata). Le zone umide, localizzate in prossimità del fiume Snake e dei suoi affluenti, sono colonizzate da pioppi e varie specie di salici. La foresta, essenzialmente di conifere, è situata lontano dalle zone umide ma su un tipo di terreno di migliore qualità rispetto a quello della zona arbustiva. Infine, la zona alpina si estende in altitudine, oltre la linea degli alberi. Vi vegetano piccole piante resistenti alle condizioni rigorose dell’alta montagna come il vento, la neve, la radiazione ultravioletta ed il suolo povero.
In questo parco sono molto abbondanti le conifere.
Il pino delle dune (Pinus contorta) predilige le aree frequentemente battute dagli incendi. I suoi strobili sono serotinici e si aprono solo quando sono stati lambiti dalle fiamme. Il pino dalla corteccia bianca (Pinus albicaulis) produce numerosi semi molto apprezzati dagli uccelli, dai piccoli mammiferi e dai grizzly. Altre specie che compongono la foresta sono il peccio di Engelmann (Picea engelmannii), l’abete delle rocce (Abies lasiocarpa), la duglasia costiera (Pseudotsuga menziesii) e il peccio del Colorado (Picea pungens). Le prime due specie possono vegetare ad altitudini prossime ai 3.000 metri mentre le altre due sono adattate al clima delle valli. Le specie decidue si trovano invece vicino alle sponde dei fiumi: il pioppo a foglie strette (Populus angustifolia) e il pioppo tremolo (Populus tremuloides) hanno le foglie che si tingono di colori variabili dal giallo all’arancione durante l’autunno.
Importante è anche il ruolo ecologico degli arbusti, soprattutto per le loro bacche utili all’alimentazione di molti animali, quali uccelli e orsi, che possono immagazzinare le riserve alimentari che permetteranno loro di superare il rigido inverno. Tra questi arbusti vi sono il sambuco (Sambucus nigra), il caprifoglio (Lonicera involucrata), il lampone (Rubus idaeus), il thimbleberry (Rubus parviflorus) e il common snowberry (Symphoricarpos albus).
Nel parco nazionale del Grand Teton la fioritura avviene, generalmente, da maggio a settembre ed il periodo senza gelate è davvero molto breve e, nella valle di Jackson Hole, dura circa 60 giorni; questo fatto impone una rapida fioritura. La zona arbustiva delle valli si colora dei fiori di Indian paintbrush (Castilleja) e di scarlet gilia (Ipomopsis aggregata). Il camenèrio (Epilobium angustifolium), gli aconiti (Aconitum sp.) e l’orchidea Calypso (Calypso bulbosa) colonizzano le zone umide in prossimità della foresta. Il non ti scordar di me alpino (Myosotis alpestris), la silene a cuscinetto (Silene acaulis) e lo sky pilot (Polemonium viscosum) sono invece presenti nelle zone alpine.
Molto presenti, a causa delle zone umidi, sono le felci. Il genere più comune nel parco è lo Pteridium, le cui foglie verdi si tingono di arancione in autunno. Anche la felce femmina (Athyrium filix-femina) è una specie presente nelle zone di bosco. Al contrario la felcetta crespa (Cryptogramma crispa) vegeta nelle zone rocciose più aride.
Tra la vegetazione erbacea ricordiamo che nel parco crescono oltre 100 specie di graminacee, piante molto importanti per il loro ruolo ecologico nell’alimentazione e riproduzione di molte specie di animali.
Tra le specie più comuni si trovano la codolina alpina (Phleum alpinum), l’erba fienarola (Poa pratensis), la festuca dell’Idaho (Festuca idahoensis), l’erba della pampa (Calamagrostis rubescens), la ticklegrass (Agrostis scabra) e la timber oatgrass Danthonia intermedia.
I licheni giocano ugualmente un ruolo essenziale. Questi organismi secernono un acido che deteriora le rocce alle quali sono attaccati fino a disgregarle del tutto, formando nuovo terreno di ottima qualità per la successiva colonizzazione da parte delle altre specie di piante. I licheni sono molto resistenti e si ritrovano anche nelle zone alpine di alta quota, e rappresentano un costituente importante dell’alimentazione di alcuni mammiferi come la pecora selvatica d’America (Ovis canadensis), oltre ad essere utilizzati anche dagli uccelli per il rivestimento dei loro nidi. Assorbono con molta facilità gli inquinati presenti nell’atmosfera e, per questo motivo, sono un perfetto indicatore ambientale della qualità dell’aria.
Nel parco sono presenti, inoltre, numerose specie di muschi, sfagni ed epatiche. Vegetano prevalentemente negli ambienti umidi e, contrariamente a quanto avviene per le altre specie vegetali superiori, che si nutrono attraverso le radici, assumendo l’acqua e le sostanze nutrienti direttamente dai tessuti. Il loro ridottissimo apparato radicale ha lo scopo di ancorarli al substrato. Si tratta di specie pioniere che colonizzano i nuovi ambienti preparando il substrato al futuro insediamento da parte di specie vegetali superiori.
Infine le paludi e gli stagni si ricoprono di ninfee e le loro sponde sono il terreno ideale per la lisca. Questi piccoli bacini d’acqua talvolta sono di origine naturale mentre altre volte sono originati dalla costruzione di piccole dighe ad opera dei castori (Castor canadensis). La vegetazione che caratterizza questi ecosistemi, oltre che rappresentare un sistema di filtraggio dell’acqua costituisce anche una parte dell’alimentazione dell’alce (Alces alces).
Fauna –
Nel parco nazionale del Grand Teton vivono circa una sessantina di specie di mammiferi. Gli erbivori sono rappresentati dall’alce (Alces alces), dal bisonte (Bison bison), dal wapiti (Cervus canadensis), dal cervo mulo (Odocoileus hemionus), dalla pecora selvatica d’America (Ovis canadensis) e dall’antilocapra (Antilocapra americana). Ogni inverno circa 7.500 wapiti e 1.000 bisonti di Yellowstone e del Grand Teton migrano a sud per distanze di oltre 100 km al fine di trascorrere la stagione fredda presso il National Elk Refuge.
Tra i predatori ricordiamo il grizzly (Ursus arctos horribilis), il baribal (Ursus americanus), il puma (Felis concolor), la lince (Felis lynx), il ghiottone (Gulo gulo), il lupo (Canis lupus occidentalis) ed il coyote (Canis latrans). I piccoli mammiferi sono invece rappresentati dallo scoiattolo rosso americano (Tamiasciurus hudsonicus), dallo scoiattolo minore (Tamias minimus), dalla marmotta dal ventre giallo (Marmota flaviventris) e dal castoro americano (Castor canadensis). Sei specie di pipistrelli sono presenti nel parco, tra i quali il vespertilio bruno (Myotis lucifugus) ed il vespertilio cenerino (Lasiurus cinereus).
All’interno del parco la maggior parte degli uccelli sono migratori e quindi non trascorrono nel territorio del parco i tre rigidi mesi invernali. Anche se alcune specie sono adattate a diversi tipi di habitat la maggioranza preferisce solamente uno dei biotopi del parco.L’ambiente alpino ospita la nocciolaia di Clark (Nucifraga columbiana), il fringuello roseo capogrigio (Leucosticte tephrocotis) ed il passero corona bianca (Zonotrichia leucophrys). Gli ambienti acquatici e la zona della vegetazione ripariale ospitano l’oca canadese (Branta canadensis), l’aquila di mare testabianca (Haliaeetus leucocephalus), il passero di Lincoln (Melospiza lincolnii) e la parula di MacGillivray (Oporornis tolmiei). Nella zona arbustiva si trovano invece il gallo della salvia (Centrocercus urophasianus), il passero del vespro (Pooecetes gramineus), il passero di Brewer (Spizella breweri) ed il mimo della salvia (Oreoscoptes montanus). La foresta di conifere attira il pigliamosche fianchi oliva (Contopus cooperi), la dendroica groppone giallo (Dendroica coronata), il regolo americano (Regulus calendula), la cincia delle montagne Rocciose (Poecile gambeli), il passero cinguettante (Spizella passerina) ed il junco occhiscuri (Junco hyemalis). Il colibrì Calliope (Stellula calliope), che vola tra i fiori dell’Ipomopsis aggregata, è il più piccolo uccello dell’America settentrionale; il cigno trombettiere (Cygnus buccinator), le cui coppie restano fedeli per tutta la vita, è invece il più grande volatile del continente nordamericano.
Gli anfibi sono animali pecilotermi che non possono regolare fisiologicamente la propria temperatura corporea come fanno, invece, i mammiferi. Le basse temperature, legate al clima, limitano quindi il numero di specie presenti nella regione del parco. La rana maculata (Rana luteiventris), la raganella boreale (Pseudacris maculata), il rospo boreale (Bufo boreas), la salamandra tigrata (Ambystoma mavortium), la rana leopardo (Lithobates pipiens) e la rana bue (Lithobates catesbeianus) sono stati identificati ma, secondo fonti del servizio di gestione del parco, la rana leopardo è scomparsa dalla regione. Gli anfibi popolano la maggior parte dei laghi che si trovano nella valle, dove si nutrono di insetti e sono, al loro volta, fonte di cibo per alcuni uccelli.
Meno numerosi sono i rettili e sono rappresentati da serpenti non velenosi, tra i quali il colubro dell’ovest (Thamnophis elegans), il serpente giarrettiera (Thamnophis sirtalis fitchi) ed il boa caucciù (Charina bottae). La sola lucertola comune nel parco è lo sceloporo spinoso (Sceloporus graciosus).
Infine si ricorda l’ittiofauna che popola gli specchi d’acqua, qui troviamo nove specie di pesci locali, come la trota fario di Yellowstone (Oncorhynchus clarki bouvieri), lo speckled dace (Rhinichthys osculus), lo Utah sucker (Catostomus ardens), il longnose dace (Rhinichthys cataractae), il mountain whitefish (Prosopium williamsoni), il mountain sucker (Catostomus platyrhynchus), il mottled sculpins (Cottus bairdii) ed il paiute sculpin (Cottus beldingii). Sette specie di pesci sono state introdotte, tra le quali la trota iridea (Oncorhynchus mykiss), il salmerino di fontana (Salvelinus fontinalis), la trota comune (Salmo trutta), la trota di lago americana (Salvelinus namaycush), lo Utah chub (Gila atraria) ed il bluehead sucker (Catostomus discobolus). Il mountain whitefish si nutre di alghe mentre la trota fario di Yellowstone si nutre di insetti. Lo Utah chub preferisce le acque calme e calde dei laghi posti nella valle mentre il mountain whitefish preferisce le acque fredde dei torrenti di montagna. I pesci sono alla base dell’alimentazione di numerosi uccelli e mammiferi.
Guido Bissanti