Naltrexone
Naltrexone
Il naltrexone, il cui nome secondo la nomenclatura ufficiale IUPAC è: N-ciclopropil-metilnoroossimorfone; N-Ciclopropilmetil-14-idrossidiidro-morfinone; 17- (Ciclopropilmetil) -4,5α-epossi-3,14-diidrossimorfinan-6-one è un alcaloide.
Il naltrexone è un composto avente formula bruta o molecolare: C20H23NO4.
Il naltrexone è un antagonista dei recettori oppiacei e viene utilizzato in farmacologia per il trattamento della dipendenza da oppioidi e da alcol.
Il naltrexone è molto simile al naloxone ed è stato sintetizzato per la prima volta nel 1963 da Metossian presso Endo Laboratories, una piccola azienda farmaceutica di New York.
Il naltrexone ha lunga durata d’azione (24 ore) e pochi effetti collaterali; esso è detto antagonista perché agisce selettivamente sui recettori mu degli oppiacei e impedisce che questi possano esplicare i loro effetti gratificanti. L’eroina, come gli altri oppiacei, agisce sui recettori mu del cervello e l’idea di prevenirne l’uso, bloccandone l’azione, è da sempre stata coltivata. Il naltrexone si lega ai recettori suddetti con una forza 100 volte superiore a quella degli altri oppiacei che possono così difficilmente competere col farmaco, almeno per il tempo della sua azione. Un individuo che sia adeguatamente trattato col naltrexone non ottiene alcun effetto da un’eventuale autosomministrazione di oppiacei, e quindi la continuata assenza degli effetti ricercati dalle droghe e la percepita inutilità del loro effetto, diminuisce gradualmente il desiderio e la dipendenza.
Il naltrexone si assume per via orale sotto forma di compresse.
Quando la terapia viene seguita a casa occorre prevedere in genere l’assunzione di una compressa al giorno, mentre negli ospedali e nelle cliniche può essere somministrato una volta al giorno, ogni 2 giorni, ogni 3 giorni o tutti i giorni tranne la domenica.
Tra gli effetti collaterali del naltrexone si ricordano:
– Ansia;
– aumento o riduzione delle energie;
– capogiri;
– costipazione;
– diarrea;
– dolore o crampi allo stomaco;
– dolori muscolari o articolari;
– insonnia;
– irritabilità;
– mal di testa;
– nausea;
– nervosismo;
– perdita dell’appetito;
– pianto;
– rash;
– sonnolenza;
– vomito.
Inoltre è importante rivolgersi subito a un medico nel caso in cui l’assunzione di naltrexone è associata a:
– allucinazioni visive o sonore;
– confusione;
– problemi alla vista;
– vomito o diarrea gravi.
Inoltre il naltrexone non deve essere utilizzato da chi fa ancora uso di droghe o beve ancora quantità eccessive di alcolici.
Prima di assumere il farmaco è inoltre bene informare il medico:
– di eventuali allergie al naltrexone, al naloxone, ad altri farmaci oppiacei o a qualsiasi altro medicinale;
– dell’eventuale assunzione (anche nei 10 giorni precedenti) di narcotici, di droghe, di metadone, di farmaci contro la diarrea o la tosse o di antidolorifici;
– degli altri medicinali, fitoterapici o integratori assunti, ricordando di citare in particolare disulfiram e tioridazina;
– se si soffre (o si ha sofferto) di depressione o di disturbi ai reni;
– in caso di gravidanza o allattamento.
Infine è bene informare chirurghi e dentisti nel caso di un trattamento con naltrexone in corso.
Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.