Chlorophyllum rachodes
Chlorophyllum rachodes
Il Chlorophyllum rachodes (Chlorophyllum rachodes (Vittad.) Vellinga, 2002) è un fungo appartenente alla famiglia delle Agaricaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Basidiomycota,
Sottodivisione Agaricomycotina,
Classe Agaricomycetes,
Sottoclasse Agaricomycetidae,
Ordine Agaricales,
Famiglia Agaricaceae,
Genere Chlorophyllum,
Specie C. rachodes.
Sono sinonimi i termini:
– Agaricus rhacodes Vittad., 1835;
– Lepiota rhacodes (Vittad.) Quél., 1872;
– Lepiotophyllum rhacodes (Vittad.) Locq., 1942;
– Leucocoprinus rhacodes (Vittad.) Pat., 1900;
– Macrolepiota rhacodes (Vittad.) Singer, 1951;
– Macrolepiota venenata Bon, 1979.
Etimologia –
Il termine Chlorophyllum proviene dal greco χλωρός chlorόs verde e da φύλλον phýllon foglia, lamella: con lamelle verdognole.
L’epiteto specifico rachodes è ignoto.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Chlorophyllum rachodes è un basidiomicete presente in Italia e che cresce dall’estate all’autunno, nei prati, nelle radure dei boschi e nei coltivi, spesso anche in ambiente antropizzato.
Riconoscimento –
Questo fungo si riconosce per avere un cappello con un diametro dai 5 ai 20 cm, di forma semiovale, poi campanulato, carnoso e soffice, con cuticola desquamata in grosse scaglie grigio-brunastre profondamente inserite nella carne del cappello, tranne alla sommità che resta liscia e brunastra.
Le lamelle sono fitte, bianche, al tatto si colorano in rosso-mattone, libere al gambo.
Il gambo è di colore grigio-bruno, cilindrico, ingrossato alla base, liscio senza nessuna ornamentazione. La carne del gambo vira al rosso quando viene sfregata o tagliata.
È presente un anello mobile, doppio, biancastro e membranoso.
La carne è di colore bianco, di consistenza fragile, virante al rosso al taglio, con odore fungino o di patata cruda e sapore grato, di nocciole.
Al microscopio si osservano delle spore di forma ellittica, bianche in massa, lisce, con poro germinativo, 9-11 x 6,5-7,5 µm.
Coltivazione –
Il Chlorophyllum rachodes non è un fungo coltivato.
Usi e Tradizioni –
Questo fungo è simile, per certi versi, alla Macrolepiota procera (che è un ottimo commestibile) ma di taglia mediamente più piccola e può essere confuso, ad un’analisi sommaria, con Macrolepiota excoriata (commestibile) e con Macrolepiota molybdites (velenoso).
In letteratura il Chlorophyllum rachodes è stato considerato come una specie commestibile al pari della simile Macrolepiota procera e relativo gruppo. Tuttavia, oltre a dover raccomandare prudenza come fatto per la M. procera, per C. rachodes si devono inoltre denunciare molti casi di intolleranza e disturbi alimentari vari, forse dovuti alla scarsa digeribilità di questa specie, ma da non sottovalutare. Per questa ragione si consiglia di non raccogliero e tanto meno di farne uso alimentare anche in considerazione del fatto che può essere confuso facilmente con altre entità simili e ritenute sospette tossiche.
Modalità di Preparazione –
Sebbene in passato fosse considerata commestibile dopo cottura, recenti studi ne hanno dimostrato la tossicità anche da cotta, ragione per cui se ne sconsiglia vivamente il consumo per fini alimentari.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.