Galbulo
Galbulo
Col termine galbulo o, meno frequentemente, coccola, si intende lo strobilo seminifero delle Cupressacee e delle Tassodiacee.
Il galbulo, il cui termine viene dal latino galbŭlus ‘bacca’ è in genere legnoso (per es. nei cipressi), o carnoso (come nei ginepri).
Il galbulo è il risultato della unione di tre o più carpelli, i quali dopo la fecondazione degli ovuli diventano carnosi e si fondono insieme in un corpo rotondo o ellissoidale, contenente uno o più semi. Non si tratta di un frutto (che manca nelle Gimnosperme in quanto prive di ovario).
Il galbulo è quindi un pseudofrutto di alcune Cupressaceae, costituito da squame legnose e brattee, normalmente peltate e strettamente appressate, che racchiudono i semi.
Il gàlbulo presenta una forma più o meno arrotondata, è risulta leggermente cerato, resinoso e ricco di tannini catechici responsabili delle proprietà astringenti e vasocostrittrici.
Per via di queste caratteristiche, i galbuli possono essere assunti dall’uomo a scopo medico per via interna (tramite l’utilizzo di un infuso) o esterna (tramite lavaggi e impacchi con un infuso più concentrato) nel trattamento delle affezioni del sistema venoso, in particolar modo varici ed emorroidi.
L’infuso di galbuli, inoltre, viene impiegato in maniera efficace come tonico vescicale e per questo utilizzato come rimedio nell’enuresi notturna.