Rattus norvegicus
Rattus norvegicus
Il ratto delle chiaviche o ratto marrone (Rattus norvegicus Berkenhout, 1769) è un roditore appartenente alla famiglia dei Muridae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Classe Mammalia, Superordine Euarchontoglires, Ordine Rodentia, Sottordine Myomorpha, Superfamiglia Muroidea, Famiglia Muridae, Sottofamiglia Murinae e quindi al Genere Rattus ed alla Specie R. norvegicus.
Si riconoscono cinque sottospecie, anche se c’è ampia discussione scientifica su esse:
– Rattus norvegicus albinicus;
– Rattus norvegicus caraco;
– Rattus norvegicus domesticus;
– Rattus norvegicus norvegicus;
– Rattus norvegicus socer.
Sono sinonimi i termini:
– Rattus caraco;
– Rattus caspius;
– Rattus decimallus.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il ratto delle chiaviche è la specie più comune e diffusa di Rattus, presente praticamente in tutto il mondo, che in Europa ha soppiantato il preesistente ratto nero (R. rattus) fra la fine del Medioevo e la Rivoluzione industriale.
Questo mammifero è originario dell’Asia, in un areale che spazia dalla Cina settentrionale, dalla Mongolia e alla Siberia sudorientale.
Successivamente si è diffuso, sfruttando anche le linee di commercio, ed oggi è presente ovunque sia presente l’uomo, con poche eccezioni (Antartide, Alberta e alcune riserve speciali in Nuova Zelanda).
In Italia la specie è diffusa, con esclusione delle zone di maggiore altitudine, in tutta la penisola e nelle isole maggiori, nonché in alcune isole minori quali Elba, Pianosa, Ustica, Ponza, Tavolara e Asinara.
Il suo habitat è spesso quello di fiumi, stagni ed in genere a sorgenti permanenti d’acqua anche salmastra, dal livello del mare alla media collina: si tratta tuttavia di una specie spiccatamente antropofila, che predilige ambienti ad antropizzazione forte e permanente, colonizzando le fognature (da cui il nome di “ratto delle chiaviche”, in contrapposizione al ratto dei tetti che predilige aree asciutte), le discariche ed in generale le zone dove vi è una forte dispersione di cibo e una scarsa igiene.
Descrizione –
Il Rattus norvegicus si riconosce per avere una lunghezza testa-corpo di: 20-28 cm, una lunghezza della coda di: 17-23 cm, per un peso di: 270-580 cm
Presenta un corpo robusto con pelo liscio, più lungo sul dorso. Superiormente soprattutto da grigio a bruno-rossastro (nei giovani più scuro), inferiormente grigio-biancastro o grigio.
Il muso è ottuso, le orecchie sono brevi e gli occhi piccoli.
Le zampe, inoltre, sono di colore biancastro, con coda robusta, lunga oltre la meta del corpo.
La specie presenta un dimorfismo sessuale col maschio più grosso della femmina.
I versi sono: squittii, sibili, sbuffi, stridi, brontolii, borbottii, gemiti.
Biologia –
Il Rattus norvegicus, in presenza di condizioni climatiche e territoriali favorevoli può riprodursi durante tutto l’arco dell’anno, potendo avere, in media, sette nidiate l’anno per ciascuna femmina. Questa condizione viene diminuita alle alte latitudini o nelle aree montane: durante i mesi più freddi il ritmo riproduttivo viene rallentato, anche se mai fermato del tutto.
I maschi divengono sessualmente maturi attorno ai tre mesi di vita, mentre le femmine attorno ai quattro. Raramente, tuttavia, i maschi riescono ad accoppiarsi subito, in quanto ancora di piccole dimensioni e quindi surclassati dai vecchi maschi di maggiori dimensioni nella competizione per l’accoppiamento.
L’estro della femmina dura circa sei ore e durante il quale essa si accoppia promiscuamente coi maschi, arrivando a un totale di 500 rapporti sessuali.
Il periodo di gestazione dura fino a 24 giorni, al termine dei quali vengono dati alla luce da tre a quindici cuccioli del peso di 6 g ciascuno, ciechi, sordi e nudi: essi sono tuttavia in grado di emettere ultrasuoni per sollecitare la madre a stare attenta nel muoversi o a dar loro la poppata.
In molti casi più femmine partoriscono in un’unica camera, per poi allattare indistintamente tutti i piccoli che chiederanno la poppata, a prescindere se siano o meno figli loro: in ogni caso, pare che il tempo e le energie che ciascuna femmina spende per la cucciolata siano inversamente proporzionali alla consistenza numerica della cucciolata stessa.
Inoltre, trascorse 18 ore dopo la nascita della nidiata, la femmina è di nuovo ricettiva e può venire nuovamente ingravidata.
I cuccioli aprono gli occhi attorno alle due settimane di vita e vengono svezzati intorno al mese di vita. Trascorsa un’altra settimana divengono indipendenti dalla madre.
L’aspettativa di vita media di questo roditore è di due anni allo stato naturale, mentre in cattività raggiunge fino ai quattro anni di vita.
Ruolo Ecologico –
Il Rattus norvegicus è un mammifero che nuota anche sott’acqua e si arrampica agilmente. Costruisce complicati sistemi di tane ipogee. Viene utilizzato nei laboratori di ricerca.
Il ratto delle chiaviche, conosciuto anche con i nomi di: ratto marrone, ratto norvegese, ratto, surmolotto o pantegana è un mammifero roditore con una dieta assai varia, che comprende residui di ogni tipo, sia di origine animale che vegetale. In determinati contesti ambientali può divenire un attivo predatore di piccoli mammiferi (lucertole, topi, pulcini ecc.), che una volta catturati possono essere momentaneamente accumulati all’interno della tana ipogea.
In ogni caso si tratta di animali tendenzialmente onnivori, che tuttavia preferiscono nutrirsi di carne quando se ne presenti l’occasione: gli esemplari che vivono in aree urbane si nutrono principalmente di scarti, mangiando praticamente tutto ciò che di commestibile riescono a reperire: possono nutrirsi senza conseguenze nefaste per l’organismo anche di cuoio e di sapone.
Quando questo mammifero vive negli habitat naturali tende a nutrirsi in massima parte di cereali, anche se vi è una variazione di dieta a seconda della popolazione presa in considerazione: i ratti che vivono in aree fluviali o vicine al mare, ad esempio, possono cacciare il pesce od i molluschi catturandoli con le zampe anteriori, mentre quelli di aree povere di cibo di origine vegetale possono ripiegare sugli uccelli ed i loro nidiacei.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.