Come innestare la vite
Come innestare la vite
Una delle tecniche più importanti, o per lo meno per l’inizio di una coltivazione ottimale della vite, è l’innesto.
La tecnico dell’innesto nella vite assolve a varie funzione, alcune delle quali sono di ordine qualitativo. Altre di ordine sanitario.
L’innesto consente di ottenere piante di viti più resistenti ad attacchi di parassiti e malattie e capaci di produrre uva di grande qualità.
È bene precisare subito che, vista l’enormità dal panorama ampelografico della vite, non sempre lo stesso tipo di innesto è applicabile a tutte le piante: tipologia, uso del frutto e sistemo di allevamento del vitigno, infatti, sono tutti elementi che devono essere in considerazione quando si decide di innestare la vite.
Diciamo subito che quando parliamo di innesto della vite, gli elementi da tenere in conto sono tanti e il primo fra questi è la varietà di vite con cui si ha a che fare.
È noto, infatti, che non tutte le viti necessitino di innesti; quelle che nascono a loro volta da un innesto non hanno alcun bisogno di questa pratica, mentre le varietà nate da seme devono essere necessariamente innestate.
In poche parole, le varietà di vite selvatica, tra cui rientrano anche vite italiana e vite americana, hanno bisogno dell’innesto, ma si dovrà fare molta attenzione alle qualità di piante che verranno innestate tra loro.
Inoltre, sappiamo che la vite americana è particolarmente resistente alla filossera e, spesso, viene usata come portainnesto per la propagazione di nuove piante di vite europea poiché si tratta di piante appartenenti alla macrocategoria di vite selvatica e usate per la produzione di uva e vino.
Inoltre mescolare questa tipologia di vite a una varietà come quella canadese, ornamentale, non avrebbe alcun beneficio.
Tecnica di innesto –
Comunque, anche se esistono differenti modalità di innesto della vite, ci sono delle considerazioni generali che vanno sempre rispettate.
Per prima cosa, quando si inizia ad effettuare l’approccio con questa tecnica è opportuno fare molta attenzione a non causare danni alla corteggia della vite; bisogna eseguire dei tagli netti e precisi, di modo che la marza (ovvero il ramo che verrà inserito nell’altra pianta che deve avere 1 o 2 gemme) ed il portainnesto (ovvero la pianta che fornirà un nuovo apparato radicale alla marza) siano incisi alla perfezione, al fine di ottenere una aderenza sia totale, che consenta un perfetto attecchimento.
Per questo motivo gli strumenti da usare quando si innesta la vite hanno un ruolo fondamentale per la buona riuscita dell’operazione.
In generale bisogna avere un coltello molto affilato, preventivamente disinfettato, del mastice, una corda (o rafia) e delle cesoie per potatura.
Come accennato le modalità di innesto della vite sono tante e la scelta non è una cosa molto semplice in quanto è legata a moltissimi fattori.
In generale, comunque, le tipologie che danno i migliori risultati sono due:
– Innesto a doppio spacco;
– Innesto a omega.
Innesto a doppio spacco –
L’innesto a doppio spacco, che è una tecnica utilizzata anche per gli ulivi, è relativamente semplice e consiste nel tagliare il ramo più grosso della pianta per poi crearvi due incisioni oblique: la prima servirà a rendere la superficie del taglio più liscia, la seconda (che deve essere lunga circa la metà della prima) servirà a creare due linguette nel portainnesto.
L’innesto avverrà quindi per incastro, facendo combaciare le linguette di entrambe le piante, legando le parti, avendo cura di non strozzare il ramo e isolando con del mastice le superfici scoperte.
Innesto a omega –
In questa tecnica si sfrutta il fatto che viene stabilizzata la fuoriuscita della linfa, cosa che permettete, nella vite, e una buona cicatrizzazione.
È infatti la tipologia del taglio che permette di limitare la fuoriuscita di linfa, che è a forma di occhiello.
A questo punto, la marza con le gemme, intagliata, affinché si incastri perfettamente nella parte concava del portainnesto, viene fatta combaciare con la pianta che la ospiterà.
In questo modo, per saldare l’innesto, sarà necessario legare il punto di taglio con della corda o con del nastro isolante, così come sarà importantissimo spalmare del mastice sulla parte terminale dell’innesto.
Periodo di innesto –
Per l’innesto della vite esistono periodi dell’anno più indicati, ma dipendono molto dal tipo di innesto che si intende fare.
Infatti se si vuole procedere con un innesto a omega, il momento migliore è quello del riposto vegetativo della pianta (quindi i mesi di ottobre e novembre), mentre se si vuole sfruttare la tecnica del doppio spacco si dovrà aspettare l’estate.
In definitiva se si vuole che l’innesto della vite abbia successo, ci sono poche, ma essenziali, condizioni da rispettare:
– la prima è che nesto (parte inferiore) e portainnesto (parte superiore) devono essere perfettamente sovrapposti e combacianti;
– le piante scelte devono essere affini per un totale attecchimento ed evitare pericolosi scompensi;
– scelta corretta del periodo per la propagazione che, come detto, è legata al tipo di innesto;
– effettuare tagli netti e con utensili disinfettati per evitare che la pianta si ammali o vada comunque in sofferenza.
Vorrei delucidazioni in merito:
ho cepi di vite di vermentino che hanno circa 15,il problema e che la varieta’ non e molto produttiva a confronto di altro tipo di vermentino,vorrei reinnestare i ceppi:e possibile e l’innesto a apacco e indicato o devro estirpare i ceppi?
Grazie.
Il Reinnesto a spacco è possibile anche se una pianta di 15 anni (se ho ben capito) poi le da meno anni di produttività residui.
Se ha terreno a sufficienza (in quanto il reimpianto sullo stesso sito non deve essere mai fatto prima di 5 anni) io consiglierei questa tecnica che le assicura piante sicuramente sane (farsi dare la certificazione dal vivaista) e che in due anni entrano già in produzione.