Betula lenta
Betula lenta
La Betulla dolce (Betula lenta L.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Betulaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fagales, Famiglia Betulaceae e quindi al Genere Betula ed alla Specie B. lenta.
Etimologia –
Il termine Betula proviene da betula, nome classico della betulla in Plinio, derivazione dal gallico betw o betu.
L’epiteto specifico lenta viene da lénto rendere curvo, piegare: curvato, flessibile.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Betulla dolce è una specie originaria della zona orientale del Nord America, con un areale che dal sud del Maine occidentale, sud dell’Ontario e a sud dei monti Appalachi a nord della Georgia.
Il suo habitat è quello delle aree di cui è originaria su pendii boschivi umidi e ben drenati e spesso posizionata in aree rocciose e rupestri.
Descrizione –
Betula lenta è un albero a foglie decidue di medie dimensioni che raggiunge un’altezza di 30 m, eccezionalmente 35 metri.
Il tronco può raggiungere 60 cm di diametro.
Negli alberi più giovani la corteccia è caratteristica della maggior parte delle betulle , con corteccia liscia e lenticelle orizzontali distinte. Negli esemplari di alberi più vecchi la corteccia sviluppa fessure verticali in placche squamose irregolari rivelando dei motivi ruvidi di corteccia di colore marrone scuro. Ciò si verifica, comunque, solo negli alberi maturi o antichi e questi esemplari, spesso non sono identificati dai meno esperti come B. lenta a causa della differenza tra la corteccia liscia e giovane dell’albero e la struttura ruvida della corteccia dell’albero che è screpolata e placcata.
I ramoscelli, una volta raschiati, hanno un forte profumo dovuto al salicilato di metile, che viene prodotto nella corteccia.
Le foglie sono alternate, ovate, lunghe da 5 a 10 cm e larghe da 4 a 8 cm, con un margine finemente seghettato.
I fiori femminili sono eretti, impollinati dal vento, sono lunghi da 3 a 6 cm; quelli maschili sono pendenti.
Il frutto , che matura in autunno, è composto da numerosi minuscoli semi alati racchiusi tra le brattee.
La produzione dei semi si verifica principalmente negli alberi di età compresa tra 40 e 200 anni, anche se può iniziare già a 15 anni e fino a quando l’albero vive.
Coltivazione –
La betulla dolce è un albero di aspetto gradevole che può essere impiegata per aree residenziale e parchi.
La pianta richiede una esposizione in pieno sole con suolo, preferenzialmente, umido e ben drenato.
È una pianta abbastanza tollerante a vari tipi di suolo ma poco tollerante alla salinità, alla siccità ed allo scarso drenaggio.
È una pianta inoltre sensibile all’inquinamento atmosferico.
Usi e Tradizioni –
La più antica betulla lenta esistente ha un’età di 368 anni, anche se questa pianta può vivere anche più a lungo.
Questa pianta, per mezzo dei suoi semi, può colonizzare rapidamente molte aree.
Il legno di questa betulla è pesante ed è usato per mobili, fresature e armadi. È simile al legno di betulla gialla e spesso non si distingue da esso.
Dai tagli si produce una linfa che può essere bollita come la linfa di acero, ma il suo sciroppo è più forte (come la melassa). Può essere usato per fare la birra di betulla.
Le foglie di questa specie fungono da alimento per alcuni bruchi e l’ape solitaria taglia-foglie (Megachile rubi Mitchell, 1924) utilizza pezzetti delle foglie per allineare le celle del suo nido.
Inoltre i cervi non sono molto interessati alle giovani piante di Betula lenta consentendo agli alberi di crescere anche in aree con un’alta popolazione di cervi.
Modalità di Preparazione –
Di questa pianta si utilizza la corteccia, le foglie ed i suoi oli essenziali per usi terapeutici o si può utilizzare la linfa per produrre degli sciroppi molto forti.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.