Melissa
Melissa
La melissa vera (Melissa officinalis L., 1753) è una piccola pianta perenne erbacea aromatica di cui vengono utilizzate le foglie.
Origini e Storia –
La La melissa, chiamata anche cedronella o limoncella, è una pianta originaria dell’Eurasia, spontanea rintracciabile lungo i sentieri, le siepi ed i ruderi, coltivata nel passato anche negli orti.
Nel X secolo gli arabi la utilizzano come cordiale e contro la malinconia. La melissa entra nella composizione della “chartreuse” del “bénédictine”.
La Melissa è uno degli ingredienti della nota “Acqua antisterica dei Carmelitani Scalzi”, rimedio utile in caso di insonnia ed eccitazione nervosa.
Il nome Melissa deriva dalla radice indoeuropea “Mel”, la stessa da cui proviene il termine “miele”. La sua è una storia antica, essendo stata coltivata da molte civiltà, come gli Arabi, i Romani, Francesi, che già ne conoscevano le molte proprietà curative.
Furono i Greci a chiamarla “melissa” (che significa amica delle api), perché grazie al suo profumo di limone, sprigionato soprattutto dalla sfregamento delle foglie, attirava gli sciami offrendo alle api un eccellente alimento per produrre il miele (simbolo divino).
In molte civiltà antiche, l’appellativo ‘‘Melissa’’ era usato per indicare le donne considerate particolarmente sagge e ricche di virtù.
Anche le Sacerdotesse dei misteri di Eleusi e di Efeso venivano chiamate “Melisse”, perché nei riti d’iniziazione si lavavano col miele mani e bocca, quale auspicio di purificazione d’azioni e parole.
La melissa fu dapprima introdotta in medicina come rimedio moralmente esilarante e confortatore dei nervi.
Galeno e Paracelso la consigliavano nella mania e nei disturbi psichici. Scriveva Serapio che allevia le inquietudini e tristezze del cervello e principalmente quelle prodotte dalla malinconia.
Gli Arabi la tenevano in grande considerazione: il medico Avicenna già nell’XI secolo attribuiva alla specie “la meravigliosa proprietà di rallegrare e confortare il cuore”. Il suo olio essenziale era giudicato dagli Arabi adatto per rinforzare cuore e cervello.
L’Alcolato di Melissa, o “Acqua di Melissa” inventato dai Carmelitani Scalzi francesi nel 1611, era per le sue proprietà antispasmodiche un rimedio popolare a cui facevano ricorso tutte le classi sociali nei momenti critici della loro vita (dal mal di denti, alle sincopi, alle crisi di nervi ecc.).
Durante il Medioevo la melissa conobbe fama d’erba medicinale. Carlo Magno ne ordinò la coltivazione negli orti del regno, e la “acqua di melissa” delle Carmelitane francesi divenne un liquore molto rinomato per la sua efficacia contro dolori fisici e nervosi.
Ancora oggi tisane ed infusi di melissa sono apprezzati per l’effetto calmante e blandamente sedativo che posseggono, oltre ad essere consigliati per stimolare gli organi digerenti quando si verificano disturbi d’origine nervosa.
In cucina, le foglie fresche di melissa sono usate per zuppe, insalate, frittate e carni ripiene.
Descrizione –
La Melissa officinalis è un’erba perenne dal portamento cespuglioso, con rizoma orizzontale e fusto (80 cm) ramificato alla base, quadrangolare e peloso.
Le foglie sono picciolate, ovali pelose, con margine dentato e solcate da numerose venature.
I fiori, dapprima di colore bianco-giallastro assumono, successivamente, leggere sfumature rosa pallido; hanno forma di calice campanulato.
La corolla anch’essa tubolosa, ha il labbro inferiore diviso in tre lobi con quello centrale più grande rispetto ai due laterali.
Principi attivi –
La melissa è una pianta ricca di molti principi attivi.
Contiene un olio essenziale (0,05-0,1%) che è prodotto dai tricomi ghiandolari e che contiene citronellale, citrale a e b, acetato di eugenolo e geraniolo, altri mono e sesquiterpeni (beta-cariofillene, germacrene D).
Sono presenti Acidi triterpenici (ac.ursolico, ac.oleanolico, ac.pomolico), Acidi polifenolici con legame glicosidico (ac. rosmarinico, ac. clorogenico, ac. caffeico, ac. ferulico, ac. protocatechico), Flavonoidi (luteolina, luteolin 7-O-beta-D-glucopiranoside, apigenin 7-O-beta-D-glucopiranoside, luteolin-7-O-beta-D-glucuronopiranoside, luteolin 3’-O-beta-D-glucuronopiranoside, luteolin 7-O-beta-D-glucopiranoside-3’-O-beta-D-glucuronopira-noside, quercitroside, rhamnocitrina, isoquercitrina, cinaroside e ramnazina.
Presenti anche tannini e polisaccaridi.
Proprietà ed Usi –
Le foglie di melissa, ricche di olio essenziale, che conferisce alla pianta un aroma gradevole e il sapore del limone, sono impiegate negli stati d’ansia con somatizzazioni a carico del sistema gastroenterico.
Tra le proprietà curative di questa pianta ricordiamo le seguenti: antispasmodica, coleretica, emmenagoga, antibatterica, afrodisiaca, antiacida, ansiolitica, sedativa. Recentemente è stato dimostrato che flavonoidi e triterpeni esercitano anche un’azione antistaminica. L’acido rosmarinico, presente anche in altre Lamiacee, possiede un’azione antitiroidea, impedendo il legame dell’ormone ipofisario stimolante della tiroide (TSH) con i recettori di membrana specifici.
La frazione polifenolica ed alcuni componenti dell’olio essenziale dimostrano invece una attivita’ antivirale specifica contro Herpes virus.
L’olio essenziale possiede proprietà stomachiche e carminative stimolando inoltre la coleresi (secrezione biliare) e la diuresi, utili in caso di indigestione, crampi addominali e flatulenza.
Per queste sue proprietà viene quindi indicata per le seguenti terapie:
– Stati neurotonici degli adulti e dei bambini.
– Sindromi ansiose e ansiose-depressive.
– Disturbi del sonno di origine nervosa.
– Disturbi funzionali gastrointestinali (nevrosi gastrointestinali quali dispepsia, aerofagia, flatulenza, nausea, vomito, gastrite, ulcera peptica, spasmi gastrointestinali), piccola insufficienza epatica, discinesie biliari.
– Manifestazioni dolorose di origine nervosa (psicosomatismi cardiaci quali palpitazioni, extrasistoli, tachicardia), vertigini, ronzii ed acufeni psicogeni originati da stress ed emozioni, emicranie di origine nervosa.
– Distonie neurovegetative della menopausa e della sindrome premestruale (dismenorrea), forme algiche in genere.
– Herpes labiale.
Tra le controindicazioni e gli effetti collaterali della melissa si ricordano invece: ipotiroidismo; l’olio essenziale in dosi eccessive può provocare irrigidimento e sonno con rallentamento del respiro, ipotensione.
L’essenza pura di Melissa è considerata uno stupefacente ma poco tossica ed in piccole dosi provoca torpore e rallentamento dei battiti cardiaci.
La melissa è una buona pianta mellifera, ma non si riesce a produrre miele per la presenza solo sporadica della pianta, sia coltivata sia selvatica.
Preparazioni –
Della Melissa si utilizzano, sia a scopo terapeutico che in cucina, foglie e sommità fiorite.
Nell’uso popolare, la melissa viene apprezzata come erba aromatica: le sue foglie fresche sono usate per insaporire molti cibi dove è apprezzato l’odore di limone che emana strofinando le foglie.
La conservazione della melissa viene fatta tagliando la pianta quando è ancora in fiore: si legano i rami in piccoli fasci e si appendono ad essiccare in un locale fresco e asciutto. Questo genere di pianta viene coltivata anche industrialmente: infatti, le foglie e i fiori freschi vengono raccolti due volte l’anno e distillati; il prodotto ottenuto è l’essenza di melissa che viene usata oltre che in profumeria anche nella preparazione di distillati come l’arquebuse, o di liquori come l’assenzio e lo chartreuse.
Guido Bissanti
Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.