Lepus timidus
Lepus timidus
La lepre alpina, conosciuta anche con i nomi di lepre variabile o lepre bianca (Lepus timidus, Linnaeus 1758), è un mammifero appartenente alla famiglia dei Leporidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Classe Mammalia, Superordine Euarchontoglires, Ordine Lagomorpha, Famiglia Leporidae e quindi al Genere Lepus, al Sottogenere Lepus ed alla Specie L. timidus.
All’interno di questa specie sono riconosciute una serie di sottospecie, che di seguito si riporta:
– Lepus timidus ainu;
– Lepus timidus begitschevi;
– Lepus timidus gichiganus;
– Lepus timidus hibernicus;
– Lepus timidus kamtschaticus;
– Lepus timidus kolymensis;
– Lepus timidus kozhevnikovi;
– Lepus timidus lugubris;
– Lepus timidus mordeni;
– Lepus timidus orii;
– Lepus timidus scoticus;
– Lepus timidus sibiricorum;
– Lepus timidus timidus;
– Lepus timidus transbaicalicus;
– Lepus timidus marroni;
– Lepus timidus arcticus (classificata da alcuni autori come sottospecie della lepre alpina).
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La lepre alpina è un mammifero distribuito, con le sue sottospecie, in un vasto areale che comprende la parte settentrionale del continente euroasiatico, fino alla Siberia ed alle isole più nordiche dell’arcipelago giapponese, e l’America settentrionale ed in Europa è presente anche nelle Alpi.
In Europa è presente nell’area settentrionale, in Scozia ed in Irlanda.
In Italia è presente solo lungo l’arco alpino, dove vive ad una quota compresa tra 1000 e 3500 m, frequentando praticamente tutte le tipologie. Gli animali tendono di regola a frequentare durante i mesi invernali le quote inferiori, alle quali è maggiore la disponibilità trofica e minore l’inclemenza della stagione, comportandosi invece al contrario nei mesi estivi.
Sulle Alpi è presente Lepus timidus varronis.
Si tratta di un mammifero che si adatta bene alla vita in alta montagna ed alle estreme latitudini dove è presente con le sue sottospecie, determinate anche dall’isolamento delle varie popolazioni.
Il suo habitat è quello delle foreste rade, dei cespuglieti e delle praterie di altitudine. Presenta un’ ampia distribuzione verticale, compresa fra un’ altitudine minima di 700 m ed una massima di 3700 m s.l.m.; di norma però la specie si osserva tra gli 800 ed i 2800 m s.l.m., con una netta preferenza per le fasce altitudinali comprese tra 1300 e 2000 m s.l.m. Frequenta le boscaglie e le brughiere, gli alti pascoli e la tundra alpina, spingendosi fino alla zona nivale, mentre scende anche in basso nella fascia forestale sia di conifere sia di latifoglie.
Descrizione –
La Lepus timidus è caratterizzata dalla tipica dicromia che ne caratterizza la livrea. Durante i mesi estivi la pelliccia di questo mammifero è di colore grigio-marrone, fino al bruno-rossiccio, tranne la coda completamente bianca, mentre nei mesi invernali assume un colore candido, ad eccezione della punta delle orecchie che si mantiene di colore scuro per tutto l’arco dell’anno.
La muta è stimolata dalla temperatura e dal colore del terreno. Addirittura le sottospecie più settentrionali non mutano affatto il colore, rimanendo invariabilmente bianche per tutto l’anno, visto che la neve domina quasi incontrastata il paesaggio.
Questa lepre ha un corpo di dimensioni medio-piccole, con un leggero dimorfismo tra maschi e femmine, con una lunghezza testa-corpo di 43-64 cm, una lunghezza dell’orecchio di 6,3 – 10,6 cm ed un peso di 1,4 -4,7 Kg, con le femmine che pesano 300-400 gr in più dei maschi.
La coda è molto corta, le zampe posteriori potenti e più sviluppate rispetto agli arti anteriori, le orecchie allungate, dentatura caratterizzata dalla presenza di 6 incisivi di cui 4 ben sviluppati.
Biologia –
La lepre alpina inizia il suo ciclo produttivo, con la stagione degli amori che ha luogo in primavera-estate, tra aprile ed agosto.
Durante questo periodo le femmine lasciano delle particolari tracce odorose che vengono seguite dai maschi; l’accoppiamento ha però luogo solamente con il maschio più gradito alla femmina.
Durante l’arco dell’anno una femmina può avere 1 o 2 parti, generalmente nel periodo che va da aprile a settembre.
La gestazione dura circa 50 giorni, al termine della quale nascono da 2 a 5 piccoli del peso di 70-130 gr ciascuno; come nel caso della Lepre comune i piccoli, appena nati, hanno già gli occhi aperti e il corpo ricoperto da peli.
Le cure parentali sono limitate all’allattamento; dopo una decina di giorni dalla nascita inizia lo svezzamento che si conclude attorno al trentesimo giorno con i giovani leprotti che sono autosufficienti al termine di questo periodo.
La lepre alpina, in natura raggiunge l’età di 5-8 anni ma può arrivare fino a 12 anni.
I principali fattori di mortalità sono rappresentati dalla disponibilità di cibo nei mesi invernali, che è fortemente influenzata dalla copertura nevosa, da parassitosi e dalla predazione (volpe, ermellino, faina, martora, lince, aquila reale, astore, poiana, gufo reale e corvo imperiale).
Bisogna notare che possono nascere, anche se raramente, ibridi di Lepre comune e Lepre alpina, in quanto gli areali delle due specie, in alcuni casi, si sovrappongono parzialmente.
Ruolo Ecologico –
La Lepus timidus è un mammifero che svolge la sua attività soprattutto nelle ore del tramonto, all’alba e nelle ore notturne, mentre durante le ore dirne riposa nascosta in anfratti del terreno, sotto rocce o massi o ancora nel fitto della boscaglia alpina. È una specie prevalentemente solitaria che può formare gruppi nel periodo invernale se sono presenti risorse alimentari concentrate.
L’alimentazione di questo Leporidae è strettamente costituito da erbe bacche e funghi. Durante i mesi invernali, nel corso dei quali il prolungato innevamento riduce drasticamente le disponibilità trofiche dell’ambiente, si adatta a nutrirsi anche di parti di cortecce, radici, foglie secche, muschi, licheni e semi.
Per quanto riguarda il suo adattamento agli ambienti freddi ed ai predatori, la lepre alpina, oltre a scegliere dei nascondigli ha sviluppato, oltre alla muta della pelliccia, una serie di adattamenti fisiologici per resistere ai freddi climi nordici.
Per quanto riguarda la sua densità di presenza, la popolazione appare stabile o in alcuni casi in lento declino in molte zone dell’ areale alpino. Considerata poco abbondante rispetto ad altre specie congeneri. Le densità sono di uno-due individui/100 ettari, con valori di quattro-sei/100 ettari nelle aree ottimali (V. Trocchi & F. Riga, 2005; F.M. Angelici & M. Spagnesi in Amori et al. 2008).
Le principali minacce per questa specie sono rappresentate dalla caccia, anche se l’impatto di questa pratica è notevolmente diminuito negli ultimi anni per la riduzione del numero dei cacciatori. Le attività turistiche potrebbero avere un limitato impatto, una minaccia più importante potrebbe essere costituita invece dall’erosione dell’habitat.
Trattandosi di una specie caratterizzata da una sensibile selettività ambientale e da un tasso di natalità relativamente basso, nelle zone ove appare in declino l’ unico provvedimento efficace risulta l’ adozione del divieto di caccia, inoltre la lepre alpina è elencata in appendice V della direttiva Habitat (92/43/CEE). Presente in aree protette. Valutata Least Concern dallo European Mammal Assessment (IUCN 2007).
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.