Chlorpyrifos e salute dei bambini
Chlorpyrifos e salute dei bambini
Il Salvagente, la Testata giornalistica specializzata in truffe contro i consumatori, ha voluto eseguire dei nuovi test relativamente alla presenza di residui chimici su arance e pere.
Questo test è stato pensato e messo in atto proprio questi sono tra i frutti più consumati dai bambini che, come è noto, sono quella fascia di età più vulnerabile agli effetti di una cattiva alimentazione soprattutto in prospettiva futura della loro sana crescita.
Il test ha, purtroppo, scoperto la presenza in alcuni campioni di frutta sia di chlorpyrifos che di chlorpyrifos-methyl, pesticidi altamente pericolosi per i bambini.
Anche se dal 31 gennaio scorso la Commissione Europea ha finalmente deciso di mettere fuori legge il tanto discusso chlorpyrifos, pesticida molto utilizzato anche in Italia per la coltivazione di frutta e verdura. Il problema al momento permane, e le cause sono da appurare.
Si chiarisce come, sia il chlorpyrifos che il chlorpyrifos-methyl, da riscontri e ricerche inequivocabili, sono particolarmente pericolosi per i più piccoli, in quanto sono neurotossici per la loro fase di sviluppo, cosa che ha portato a soprannominarlo; “pesticida nemico dei bambini”.
I test sono stati fratti su arance e pere proprio perché le prime sono particolarmente trattate con il chlorpyrifos e le pere con il chlorpyrifos-methyl.
I test sono stati effettuati su 10 campioni di arance in retina e 10 di pere sfuse (anche se i campioni sono stati prelevati prima dell’entrata in vigore del divieto di utilizzare i pesticidi incriminati e cioè il 16 dicembre 2019.
Purtroppo i risultati sono stati inequivocabili ma anche aspettati, vista la frequenza di utilizzo di questi due principi attivi.
I dati ci dicono che in 4 campioni di arance è stato trovato il chlorpyrifos mentre in 2 marche di pere è stata riscontrata la presenza di chlorpyrifos-methyl.
Anche se dalle analisi svolte dal Salvagente si evince che le due molecole erano in concentrazione al di sotto dei limiti di legge (in vigore prima del 31 gennaio 2020), la questione è che è vi è una discrepanza tra queste concentrazioni e l’Adi, la dose giornaliera tollerata stabilita dall’EFSA.
Per esempio il chlorpyrifos, riscontrato in un campione era nella concentrazione di 0,079 mg/kg. Questa sembrerebbe bassa ma non lo è abbastanza se si considera che l’Adi è di 0,001 mg per chilo di peso corporeo.
Cosa significa? Significa che se un bambino di 20 kg mangia 2 arance con quella concentrazione di pesticida è già al limite della dose tollerata mentre un adulto di circa 70 kg farà il pieno di questa sostanza neurotossica consumandone circa 4.
Inoltre, nel complesso dei risultati, erano comunque le pere quelle su cui sono stati eseguiti maggiori trattamenti prima di essere raccolte.
Infatti non è stata riscontrata presenza solo di chlorpyrifos-methyl, ma una serie di altre sostanze sospette (un campione ne collezionava addirittura 12).
A parziale giustificazione bisogna dire che la produzione di pere negli ultimi anni ha dovuto affrontare la doppia emergenza della cimice asiatica e dell’infezione da fungo dell’Alternaria.
Un altro dato, purtroppo non positivo, viene da un campione di pere biologiche dove è stato riscontrata la presenza di Captan (fungicida) e causata dall’effetto deriva della vicinanza con dei campi in cui evidentemente questo pesticida viene utilizzato.
Adesso al di la di tutte le emergenze che stanno affrontando gli agricoltori e alle scelte della politica in materia vanno fatte due considerazioni che si ritengono fondamentali se non vogliamo continuare a demolire l’ecosistema e l’umanità
La prima è che è necessario un grande cambio di paradigma produttivo e quindi di alimentazione che, attraverso l’agroecologia mettano in piedi nuovi modelli produttivi e di consumo sostenibili.
La seconda è che c’è chi ancora chiede delle proroghe per l’uso di questi pesticidi (come nel caso del chlorpyrifos-methyl) adducendo motivazioni secondo le quali ancora non è dimostrato …. Non sappiamo che cosa si deve più dimostrare quando ogni giorno che passa l’ecosistema perde pezzi e l’umanità è sempre più intossicata ed avvelenata e, ovviamente lontana da una alimentazione che sia motivo di vita e non di morte.
Guido Bissanti