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La rosa dei venti

La rosa dei venti

La rosa dei venti è un diagramma che rappresenta, in maniera schematica, la provenienza dei venti che insistono in una determinata regione, durante un periodo di tempo piuttosto lungo.
La rosa dei venti viene anche chiamata stella dei venti o simbolo dei venti.
La rosa dei venti più semplice è quella a quattro punte che corrispondono ai quattro punti cardinali: Nord, Sud, Est e Ovest.
La rosa dei venti è anche uno strumento grafico di analisi statistica per dati direzionali che viene utilizzato, in modo particolare nella meteorologia in quanto consente di rappresentare in maniera sintetica la distribuzione delle velocità del vento per direzione di provenienza in un determinato luogo.
Si tratta di un grafico polare in cui per ciascuna direzione i bracci sono colorati con bande corrispondenti alle classi di velocità del vento. In questo grafico anche la lunghezza dei bracci varia in funzione della frequenza dei venti per ciascuna direzione.
La Rosa dei Venti è forse il simbolo più diffuso nella nautica ma anche in altri settori come quello aeronautico.
Oltre alla rosa dei venti, più semplice, che è quella a quattro punti, vene ne sono altre, tra cui quelle ad 8 punte, ognuna delle quali identifica un punto cardinale (primario o secondario) e un vento caratteristico del mar mediterraneo. Il vento che spira da Nord prende il nome di Tramontana, quello proveniente da Sud si chiama Ostro o Mezzogiorno, da Est abbiamo il Levante, da Ovest il Ponente. Gli altri quattro punti indicano il Nord-Est (Grecale), il Sud-Est (Scirocco), il Sud-Ovest (Libeccio) e il Nord-Est (Maestrale).
Ma esistono oltre che con 4 e 8, rose dei venti con 16 punti, in base al grado di precisione che si vuole ottenere, ma è possibile rappresentare lo stesso schema anche con 32, 62 o addirittura 128 punti.
All’epoca della marineria velica, la rosa dei venti ebbe anche 32 suddivisioni, chiamate soltanto “rombi” o “quarte”. Per esempio, “vento a sei quarte” significava che il vento soffiava dalla direzione indicata dalla sesta quarta, contando in senso orario a partire da nord o dalla prua della nave.
Comunque sia, la storia dei venti, come oggi la conosciamo, ha in ogni caso una lunga tradizione che si perde in quella della nautica.

Rosa dei Venti

Ai tempi di Omero la navigazione mediterranea si svolgeva prevalentemente utilizzando punti di riferimento costieri noti e visibili, mentre nelle rare traversate in alto mare era generalmente sufficiente osservare la posizione del sole o delle stelle. In caso di cielo coperto l’unico aiuto ai naviganti era rappresentato dalla loro conoscenza dei venti che, spirando da direzioni generalmente costanti, permettevano di seguire le rotte volute.
Nei tempi antichi, già ai greci erano noti otto venti (Boreas, il Nord; Kaikias, il Nord-Est; Apeliotes, l’Est; Euros, il Sud-est; Notos, il Sud; Lips, il Sud-Ovest; Zephyros, l’Ovest; e Skiron il Nord-Ovest) e generalmente facevano coincidere ogni vento con la direzione da seguire per una particolare rotta.
In questo senso la Torre dei Venti di Atene potrebbe essere considerata una enorme e primordiale rosa dei venti sulla quale otto creature semidivine indicano ancora oggi le direzioni dei venti.
Fu Plinio che riprese gli studi ellenici e rappresentò una Rosa dei Venti ad 8 punte specifica per i naviganti, traducendo i nomi in latino nel I secolo d.C..
Bisogna arrivare però all’anno 1000 per avere una evoluzione ed un progresso tecnico nell’uso di questo sistema, quando il crescente traffico commerciale con l’Oriente stimolò il perfezionamento dei sistemi di navigazione.
La creazione di una bussola efficace da impiegarsi a bordo delle navi risale molto probabilmente al XIII secolo, come dimostrato dall’apparizione di una carta nautica con la rosa dei venti divisa in ben 64 settori, ottenuti dividendo gli otto venti classici (ormai nominati, da Nord in senso orario: Tramontana, Greco, Levante, Scirocco, Ostro, Libeccio, Ponente, Maestro) in quattro Quarte ciascuno.
Ovviamente l’introduzione della bussola si sostituì all’osservazione dei venti quali principali punto di riferimento nella navigazione, e lo sviluppo di sempre più approfondite conoscenze nel campo della matematica resero possibile la navigazione oceanica, dando inizio all’era delle grandi scoperte.

Guido Bissanti




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